BONSAI
di
SEBASTIANO MESSINA
IL REPERTO
Durante il discorso di chiusura della festa nazionale del PDL,
Silvio Berlusconi ha tirato fuori un foglietto e ha letto quello che viene definito
“un reperto archeologico”,
un vecchio discorso dedicato ai suoi oppositori.
“Hanno cambiato nome ma sono i comunisti di sempre.
Sono gli adoratori di dittatori sanguinari come Stalin, Mao e Pot Pot”.
Parole, ha spiegato, che furono pronunciate il 26 gennaio1994
(data leggendaria della sua discesa in campo)
E che valgono ancora oggi.
Ora, l’idea che Dario Franceschini o Antonio Di Pietro siano gli eredi politici di Pot Pot fa ridere.
Ma il fatto che Berlusconi sia rimasto lo stesso del 1994, e non sappia dire nulla di diverso da ciò
che era falso già allora, ci fa solo pensare che il
“reperto archeologico”
in realtà sia lui, e che noi siamo invecchiati di 15 anni, otto mesi e un giorno.
Inutilmente.
Il solito sproloquio di questo personaggio negativo che sta facendo di tutto
per eguagliare qualcuno dei personaggi storici da lui citati.
L’nvidia è un brutto male, catalogato dalla Chiesa come uno dei sette “vizi capitali”.
Ma lui lo sa e molto in tal senso l’ha già fatto.
Nella sua discesa in politica, mettiamola così anche se non era sua intensione fare il “politico”
ma di salvaguardare i suoi stessi interessi una volta perso il suo “nume tutelare”.
La sua immagine apparve in tutta l’Italia, anche nei punti più remoti,
e dei suoi candidati nemmeno l’ombra non dico di una foto ma nemmeno un’immaginetta !
Un vero e proprio culto della personalità di staliniana memoria.
Altro che piazza Rossa di Mosca; volle un suo manifesto in ogni cantone e così fu.
Caratteristica dell’invidioso, dicono gli esperti in psicologia, soffrono di un forte complesso di inferiorità che spinge un soggetto a denigrare l’invidiato, sì da farlo apparire un essere da eliminare da ogni contesto sociale.
Beh, nel nostro caso, pare che ci abbiano azzeccato !
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