VERGOGNIAMOCI
Sfratto esecutivo per l'istituto di ricerca
di
Rita Levi Montalcini
Rischia di chiudere l'Ebri, l'Istituto di ricerca sul cervello voluto dal premio Nobel per la Medicina, Rita Levi Montalcini, e operante dal 2005.
"Lo sfratto", dice la centenaria fondatrice, "mette in forse tutto ciò che ho fatto, i risultati scientifici ottenuti e l'impegno del capitale umano eccezionale che lavora in Istituto".
La sorte della cinquantina tra scienziati e ricercatori dell'European brain research institute è quindi appesa al pronunciamento del giudice, domani mattina.
Tuttavia proprio oggi il ministro dell'Istruzione Gelmini ha rilanciato una parola di speranza assicurando che l'istituto non chiuderà:
«Ritengo troppo importante il lavoro dell'Ebri e del premio Nobel Rita Levi Montalcini per poter pensare che le attività svolte da questo centro di ricerca possano interrompersi.
L'Ebri è un centro di eccellenza che va tutelato in qualsiasi modo».
Le difficoltà per l'istituto di ricerca erano iniziate l'anno scorso, quando la fondazione Santa Lucia che lo ospita nei suoi immobili ha spiegato che non c'era più la parità tra entrate e uscite e che i suoi bilanci erano messi in difficoltà dai ritardi di pagamento dell'Ebri.
A giugno, secondo una versione che la stessa Montalcini ha smentito, i giovani ricercatori dell'Ebri non sarebbero stati pagati e a luglio erano stati staccati i telefoni, perchè i finanziamenti pubblici non sono sufficienti a coprire le spese.
Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nei mesi scorsi si era preoccupato per le sorti dell'istituto: stringendole la mano al Quirinale le aveva rivolto l'augurio di una grande possibilità di sopravvivenza per le sue iniziative di ricerca.
Tuttavia Rita Levi Montalcini ha voluto precisare «che l'Ebri non ha debiti verso terzi, neanche con la Fondazione S. Lucia, che ha dato in comodato la sede del Centro e che gestisce i servizi comuni».
«Gli stipendi dei ricercatori e i relativi contributi previdenziali sono regolarmente versati ogni mese, come risulta dai documenti contabili dell'amministrazione.
Probabilmente le notizie diffuse ieri da alcuni organi di stampa - spiega il Nobel - servono a motivare un'azione nei nostri confronti del tutto ingiustificata.
È veramente sconfortante - prosegue la professoressa - che, a un giorno dalla udienza fissata con procedura di urgenza a seguito dell'azione legale cui sono stata costretta per difendere la straordinaria attività scientifica della Fondazione Ebri e dei suoi ottimi ricercatori, qualcuno ha diffuso notizie destituite di ogni fondamento sul conto della Fondazione da me fondata e diretta».
«Ringrazio tutti coloro - conclude il Premio Nobel - che mi stanno manifestando la loro solidarietà a sostegno della mia Istituzione».
Il "Polo delle Neuroscienze" è stato per Montalcini "il sogno di una vita".
E per l'esplorazione del cervello, l'Ebri partì insieme con il Cnr e il Santa Lucia.
In tutto, 255 tra medici, biologi, biochimici, neurobiologi, fisici, matematici, immunologi, genetisti, informatici, cognitivisti, e 44 laboratori su uno superficie di 25 mila metri quadrati, dove si studia il funzionamento del cervello e patologie come l'Alzheimer, il Parkinson, l'ictus, la sclerosi laterale amiotrofica.
L'ingiunzione di sfratto è stata comunicata alla fine di luglio con la richiesta del rilascio dei locali entro il 30 settembre.
Il ricorso è già partito, ma Rita Levi Montalcini teme che si interrompa il lavoro, tra i più importanti della sua lunga vita di scienziata.
Un impegno alla sopravvivenza dell'Ebri è arrivato dal presidente del Cnr, Luciano Maiani, che "sta esplorando la possibilità" di accogliere la fondazione della Montalcini in ambienti "da noi utilizzati".
In ogni caso una storia triste e tipicamente italiana, che mortifica la qualità della ricerca.
04 settembre 2009
Credo che in alcun altra nazione si sarebbe verificata una simile faccenda dietro alla quale parrebbe essersi mossa qualche trama ben studiata.
Mossa punitiva nei confronti di questo Istituto ?
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