martedì, marzo 17, 2009

Mafia delle loro brame, chi è la più forte del reame ?

  TAGLIACOZZO

Comunità Montana della Marsica in provincia de L’Aquila

6.800 abitanti

fa parte del

CLUB dei BORGHI  più belli d’ITALIA


la fontana dove un tempo, prima dell'erezione della colonna, venivano legati i debitori insolventi per essere conosciuti fisicamente da tutti gli abitanti. 

Un borgo incontaminato che per secoli ha saputo difendersi autonomamente da ogni tipo di brutture concepite ed attuate da mente e mano umana.

Sino a che…….

                                       

TAGLIACOZZO.

“ALBA D'ORO”:

TRE ARRESTI DELLA PROCURA ANTIMAFIA.

Controlli in Comune, l'indagine si allarga

  Gli arrestati sono l'amministratore delegato della società "Alba D'Oro", Nino Zangari, di 44 anni, già assessore ai lavori pubblici del Comune di Tagliacozzo, Augusto Ricci (47), e Achille Ricci (51), entrambi finiti agli arresti domiciliari. L'operazione aveva preso lo spunto da alcune indagini avviate dalla Dda di Palermo due anni fa sulla società immobiliare "Sirco", nota holding palermitana, che deteneva le quote maggioritarie dell'Alba d'Oro; Zangari, stando sempre alle indagini, sarebbe stato l'intermediario di Gianni Lapis, avvocato tributarista di Palermo, presunto prestanome di

Vito Ciancimino.

L'indagine su Alba d'Oro potrebbe portare a clamorose svolte.

Sono infatti indagate altre persone.

Le Fiamme Gialle dell'Aquila hanno difatti acquisito documentazione nel Comune di Tagliacozzo e controllato i carteggi riguardanti il piano regolatore e le concessioni edilizie rilasciate alla società Alba d'oro dalla precedente amministrazione.

 Ma sarebbero state controllate anche alcune delibere di giunta, del consiglio comunale e altre concessioni.

 La Guardia di Finanza di Avezzano, invece, ha avviato una verifica contabile sulla struttura turistica.

 «Le indagini», ha spiegato il comandante del nucleo Pt Antonio De Nisi,

«hanno accertato l'importazione di capitali illeciti grazie ai quali l'Alba D'Oro ha realizzato il complesso turistico La Contea a Tagliacozzo e acquistato terreni». «Abbiamo accertato», ha aggiunto il colonnello Matera, «che i fondi provenivano dalla Sirco Spa, società con sede a Palermo,controllata da Gianni Lapis, avvocato tributarista e prestanome di Ciancimino».

 La Sirco deteneva il 50 per cento delle quote dell'Alba D'Oro, il resto era diviso fra i tre arrestati.

L’antefatto:

ALBA D'ORO:

 TRE ARRESTI DELLA PROCURA ANTIMAFIA.

Sequestrato il centro turistico "La contea"

 della società Alba d'oro e arrestati i tre soci, tutti di Tagliacozzo.

L'operazione della Guardia di Finanza ha individuato e sequestrato circa due milioni di euro che sarebbe il tesoro occulto del mafioso Vito Ciancimo reinvestito per l'acquisto del complesso turistico di Tagliacozzo,di terreni e quote societarie.

E' quanto ha scoperto la Procura distrettuale antimafia dell'Aquila che da stamane all'alba ha dato il via a un'operazione antimafia.

Il gruppo investigativo sulla criminalità organizzata (Gico) della Guardia di Finanza dell'Aquila dalle prime ore di stamattina è impegnato nell'esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere.

A finire in manette l'amministratore e due soci della società Alba D'Oro Srl. Nell'ambito dell'operazione antimafia i militari del Gico hanno sequestrato un complesso turistico, quote societarie e terreni per un valore di 2 milioni e mezzo di euro.

 Nelle lunghe e articolate indagini, effettuate anche attraverso le intercettazioni telefoniche, gli investigatori avrebbero scoperto che i tre imprenditori avrebbero reimpiegato 2 milioni di euro, proventi del tesoro occulto di Vito Ciancimino.

Le Fiamme Gialle hanno anche acquisito documentazione nel Comune di Tagliacozzo.

In particolare, sarebbero stati controllati i documenti riguardanti il villaggio turistico La contea, che si estende su una superficie di diversi ettari nei presi della frazione di Sfratati. Sono stati controllati i carteggi riguardanti il piano regolatore e le concessioni edilizie rilasciate alla società e alcune delibere di giunta e del consiglio comunale.

La Guardia di Finanza di Avezzano, invece, ha avviato una verifica contabile sulla struttura turistica sulla quale avevano già indagato la Procura antimafia dell'Aquila e quella di Palermo.

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 Per le piovre non ci sono più limiti invalicabili in quanto la collusione sia a livello nazionale che, soprattutto, a livello locale con i politici del luogo è oramai una costante difficilmente cancellabile e si sta facendo di tutto, nonostante l’attività delle Procure Distrettuali Antimafia e delle Forze dell’Ordine ad esse collegate che sta portando a scoprire molti di tali collegamenti, per tenerla ancora viva e vegeta.

Basterebbe loro avere parte delle somme di denaro sequestrate; pare lecito chiedersi che fine fanno e perché non si prepara una legge che consenta di poterne disporre in tempi brevi.

Il che non è poco ma sempre non abbastanza. Ma, il Governo che fa ?

Riduce stanziamenti a pioggia e riduce gli organici sia dei magistrati che di coloro che rappresentano la forza investigativa di queste e di tutte le Procure. 

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