sabato, marzo 21, 2009

I sonetti di Trilussa

Trilussa

 pseudonimo di Carlo Alberto Salustri

 Un sonetto tratto

da

“ROBA VECCHIA”

 LA LAPIDA SUR PORTONE

 Io so’ er padrone di casa e avrebbe er diritto

de comannà: ma invece nossignora;

ma da ‘sto giorno in poi, per dinanora,

a l’inquilini illustri nu’ j’affitto.


Quanto viè er municipio zitto zitto,

me te schiaffa una lapida de fora

perché da me c’è stata una pittora,

e indovinece  un po’ quer che cià scritto ?

 

“Qui ci abitò la gloria delle glorie,

la pittora Guazzetti, brava assai,

onesta donna …”  co’ tant’artre storie.

 

Però ciamanca er mejo: a l’iscrizzione

nun cianno  messo quanno la citai

perché non me pagava la piggione.

 Grande Trilussa:

da un lato la sua pungente ironia contro le istituzioni,

viste come “il potere”che non ammette dialoghi,

e dall’altro la miserrima vita degli artisti

che acquistano notorietà e gloria solo dopo morti.

Credo proprio che Carlo Alberto Salustri

non avrebbe mai convenuto in giudizio

un inquilino moroso.

BUON INIZIO DI PRIMAVERA A TUTTI

Meno

UNO

 

 

 

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