mercoledì, ottobre 29, 2008

La propaganda ed i suoi effetti

SUI METODI ED I FINI
della
PROPAGANDA
1933

J.P. Goebbels
ministro dell’educazione e propaganda del terzo Reich
il suo motto:
“La propaganda è come l’arte, non ha bisogno di rispettare la verità”

Leggete bene questo scritto e comparatelo con quello che avviene oggi in Italia dove sui media domina direttamente od indirettamente, attraverso suoi uomini,
una voce “ unica”.

“Dei metodi della propaganda non può giudicare un esteta qualunque.
Un giudizio decisivo può essere dato solo sulla base del successo.
Perché la propaganda non è fine a se stessa ma un mezzo per raggiungere uno scopo.
Se con questo mezzo abbiamo raggiunto lo scopo , vuol dire che il mezzo è buono; se poi corrisponda in ogni caso a criteri estetici è indifferente.
Se però lo scopo non è stato raggiunto vuol dire che il mezzo era cattivo.
Lo scopo del nostro movimento era quello di mobilitare uomini, organizzarli e conquistarli alla nostra idea nazionalrivoluzionaria.
Questo scopo – neanche il più maligno potrebbe contestarlo – è stato raggiunto; con ciò è stato pronunciato anche il giudizio sui nostri metodi propagandistici.
Il nuovo ministero non ha altro scopo che mettere la nazione compatta dietro l’idea della rivoluzione nazionale.
Se lo scopo verrà raggiunto si potranno condannare pure i miei metodi , ma sarebbe completamente indifferente, perché il ministero in questo caso avrebbe raggiunto con il suo lavoro i suoi obbiettivi.
Se però lo scopo non verrà raggiunto, potrei sempre dimostrare che i miei metodi di propaganda corrispondevano a tutte le regole estetiche; in tal caso però avrei dovuto diventare regista di teatro o direttore di una accademia d’arte piuttosto che ministro per l’Educazione e Propaganda.
L’allineamento tra il governo rivoluzionario e il popolo richiederà un lavoro instancabile: non potrà essere ultimato in due settimane , in due mesi o in due anni.
Sono però convinto che questo allineamento si compierà in misura crescente.
I metodi che noi adottiamo, alla fine, dovranno convincere anche i più resistenti ed i peggio intenzionati che la nostra linea è la linea giusta.
Il governo nazionale non ha intenzione di stare a guardare.
Non vediamo nella Reichswehr una truppa a protezione della politica interna ma una difesa e un’arma per i confini della Germania.
La lotta politica interna la conduciamo attraverso il movimento popolare che sta dietro a noi e con il potere statale che sta sopra di noi.
Nessuno potrà più mettere in dubbio che sia vano fare opposizione , moderata o radicale, contro questo governo.
Questo governo non se ne andrà, è deciso a restare, ma realizzerà anche il suo progetto di trovare la necessaria risonanza nelle masse popolari.
Nel corso del tempo in tutti i campi, specialmente nella tecnica, si sono verificate trasformazioni rivoluzionarie.
Noi viviamo oggi nell’età della radio, delle grandi manifestazioni di massa: parate di masse di 100-200-300mila persone non sono più irraggiungibili.
I compiti più importanti di questo ministero devono essere i seguenti:
in primo luogo bisogna centralizzare in una sola mano tutte le imprese propagandistiche e tutti gli enti di informazione popolare del Reich e dei Lander.
Deve essere, inoltre, nostro compito dare a queste istituzioni propagandistiche un impulso moderno, in conformità con il nostro tempo.
Non deve essere la tecnica a sopravanzare il Reich, ma il Reich deve andare di pari passo con la tecnica.
I mezzi più moderni sono i più adeguati .
Noi viviamo in un’età in cui le masse devono schierarsi dietro una politica.
Il movimento nazionalsocialista e il governo della rivoluzione nazionale capeggiato da esso si basano esclusivamente sul principio della personalità.
Il principio della massa e quello dell’individuo non devono contraddirsi.
Al contrario la vera personalità non si subordinerà mai alla massa ma si verificherà il rapporto inverso.
I moderni capi di popolo devono essere dei moderni re popolari, essi devono capire le masse, ma non devono adularle.
Essi hanno il dovere di dire che cosa vogliono e spiegarlo in modo che le masse lo capiscano”.

Da lì alla P2 e poi l'attuazione moderna di un vecchio sistema mediatico.

1 commento:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie