giovedì, settembre 25, 2008

Povera Italia - 2

POVERA ITALIA – 2

“Può accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro.
Non è raro allora vedere delle moltitudini rappresentate da pochi uomini, che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiano le leggi, tiranneggiando a loro piacimento, tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo”
Alexis de Tocqueville - La democrazia in America” - 1835
Ma vediamo chi era questo

ALEXIS de TOCQUEVILLE.
Un veggente ?
No di certo anche se, leggendo queste frasi ,parrebbe aver profetizzato, ben 101 anni prima, la nascita di un tal Silvio Berlusconi, diretto erede di un altro nostro dittatore finito molto male dopo aver causato all’Italia immani sciagure.
Berlusconi, che rappresenta l’ignoranza personificata – lui stesso ha ammesso di non leggere libri da decine e decine d’anni – una volta letto questo scampolo di un famoso trattato politico, ingoiata a fatica parte della bava che gli scendeva giù dalla bocca per la rabbia, avrà pensata tra di sè :
“ecco il solito comunista di merda”.

Poi si avvede della data – 1835 – e del titolo del libro da cui sono state estrapolate queste frasi, e rimane allibito; ma subito si rincuora nel pensare che oggi l’America è la patria della vera democrazia, come ha sostenuto sempre anche lui, tanto che il suo amico Bush ha pensato bene di esportarla a suon di bombe a grappolo made Italy in una parte del Medio Oriente.
Alexis de Tocqueville era un nobile francese che, una volta abbattuta in Francia la monarchia attraverso la Rivoluzione del 1785, intuì che al dispotismo monarchico andava formandosi un’altra specie di dittatura attraverso gli eletti dal popolo.
Nel 1831 compie un viaggio negli Stati Uniti insieme all'amico Gustave de Beaumont per studiare il sistema carcerario americano, visto come modello alternativo al modello francese, considerato obsoleto.
Ma Tocqueville era assai più interessato al sistema politico d'oltreoceano; voleva studiare e capire come in quel Paese funzionasse questa “democrazia”, forma di potere ancora sconosciuto in tutta Europa dove, in ogni Stato, regnavano dinastie monarchiche più o meno liberali.
Infatti, al suo ritorno, iniziò subito ad elaborare quella che viene considerata la sua opera più importante:
Della democrazia in America.
Tocqueville aveva intuito come questa nuova forma di governo si basasse, più di tutte le altre, sulla armonizzazione dei diversi interessi propri di ogni società.
Intuì, in buona sostanza, che la chiave della svolta politica si sarebbe dovuta fondare sul principio di uguaglianza sociale da porre quale fondamento della libertà: non solo di un'eguaglianza economica, ma anche e soprattutto su quela nella vita pubblica, indipendentemente dalle differenze individuali di status e di ricchezza.
Comprese anche che, a lunga andare, su questa nuova base “democratica”potesse sorgere un’altra dittatura, quella della maggioranza; per evitarla, secondo Tocqueville, occorreva attivare e tenere sempre vivo uno strumento che chiamò
CONCERTAZIONE.
Secondo lui ci sono leggi che in una democrazia possono essere prese a maggioranza ma ve ne sono tante altre che debbono necessariamente prese di concerto con le minoranze.
CONCERTAZIONE
non vuol certo significare il “o mangi questa minestra o salti dalla finestra” ovvero un “si fa così come dico e voglio io” ma deve essere un modo di governare, coinvolgendo tutte le forze rappresentative parlamentari, sindacali, delle varie associazioni delle categorie interessate all’emanando provvedimento legislativo.
A quei tempi non esistevano ancora i termini da me ora usati – per esempio non c’erano i sindacati - ma altre forme rappresentative di interessi particolari; è questo un mio tentativo, trasportando il pensiero di allora al nostro oggi quotidiano, per meglio far intendere il pensiero politico di questo illustre personaggio francese.
Tutto il contrario di quanto accade oggi da noi ogni qual volta che a capo del governo assurge un personaggio che ritiene di essere il “verbo divino”, alle volte anche blasfemo allorchè va a paragonare la sua ministra Carfagna a santa Maria Goretti.
E da quest’uomo non c’è mai da aspettarsi un qualcosa di giusto od equo.
Il suo conflitto di interessi è immane, qualsiasi tipo di provvedimento preparato dai suoi stessi ministri o della sua stessa maggioranza ottiene il suo ok solamente nel caso in cui lui possa trarne un qualche vantaggio, non solo economico ma anche ...- vedasi Lodo Alfano e molti altri casi -.
In primo piano c’è solamente il “suo tornaconto personale”, avido com’è non si lascia scappare alcuna occasione per rimpinzare il suo patrimonio o quello della sua famiglia - uno fra tutti il provvedimento sul digitale terrestre con i decoder prodotti da suo fratello Paolo-.
Ma andando ancor più indietro nel tempo si scopre l’esistenza di altri "veggenti", coloro che hanno scritto le massime contenute nel “Libro dei Proverbi” del Vecchio Testamento


c’è questa massima:
ESSERE MODESTO E CONTROLLARE LE PROPRIE PAROLE
“Il vero saggio si caratterizza per una certa modestia nei confronti delle ricchezze materiali e per un uso ponderato della parola.”
Queste due virtù sono commentate nel capitolo 16 del libro dei Proverbi.
Una prima affermazione enuncia il concetto precedente:
«L’acquisto della saggezza è migliore di quello dell’oro, l’acquisto dell’intelligenza
preferibile a quello dell’ argento!» (Prov. 16,16).
Questo versetto serve anche come introduzione ad una breve raccolta di detti
che esortano a essere modesti (vv. 17-20):
La strada maestra dell’uomo retto è quella che evita il male; chi bada alla sua via preserva sé stesso”.
“La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta.
È meglio essere umili con i poveri che spartire la preda con i superbi.
Chi presta attenzione alla parola se ne troverà bene, e beato colui che confida nel Signore”
In primo piano in questo Libro dei Proverbi viene celebrato
l’uomo retto e modesto.
La vita è paragonata a una strada che si deve percorrere, lungo il cammino della quale bisogna sapersi scostare dal male; non soltanto dal male che gli altri compiono, ma soprattutto dalle proprie cattive azioni.
Il versetto 18 inizia con un’osservazione sulla vita quotidiana:
“ colui che ha un atteggiamento troppo altero perde il senso della realtà e cade più presto di quanto pensi.
L’orgoglioso non è capace di analizzare lucidamente la propria situazione e provoca lui stesso la sua caduta.
Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato»
dirà più tardi Gesù nei santi Vangeli, dando senso e forza a questo “proverbio”
(Matteo. 23,12).
Circa il buon utilizzo della parola:
il saggio di cuore è chiamato intelligente, e la dolcezza delle labbra aumenta il sapere.
Il senno, per chi lo possiede, è fonte di vita, ma la stoltezza è il castigo degli stolti.
Il cuore del saggio gli rende assennata la bocca, e aumenta il sapere sulle sue labbra.
Le parole gentili sono un favo di miele; dolcezza per l’anima e
salute alle ossa.
Il senno è il contrario della stoltezza - e certi politici nostrani farebbero bene, anche per sè stessi, di misurare ogni parola e che sempre siano gentili ed onesti anche da un punto di vista intellettuale -.
Infatti le parole buone sono come il miele che scende dalla gola ci viene fatto osservare.
Ogni parola giusta arreca benessere non solo alla propria intelligenza ma all’intero corpo”.
Prendiamo per esempio un nostro contemporaneo, un politico qualsiasi che si sente unto dal Signore; avrete certamente capito subito a chi voglia alludere.
Se questi Proverbi appartengono al “verbo divino”, come può pretende da noi questo tizio che ha comportamenti del tutto contrari di quello che ci raccontano e ci insegnano le Sacre Scritture ?
Rispetto, o meglio ancora, per essere più espliciti, una costante venerazione ?
Al maestoso conflitto di interessi economici se ne accompagna per lui un altro, quello con Dio.
Sono le parole di Dio, la parola del Signore, non le mie ! Ciononostante esiste un incompresibile connubio con il Vaticano, e non con la Chiesa cattolica romana la quale, attraverso prelati di chiara fama non gli fa mancare frecciate velenose.

Aspettiamo, comunque, fiduciosi quella sua “caduta”, che temporanea non sarà mai più; la caduta profetizzata nelle Sacre Scritture, nel Libro di Proverbi.
Sembrerebbe proprio che il nostro uomo fosse di già conosciuto sin dagli albori dell’universo; non mi stupirei che, imperversando allora come oggi, sia stato uno di quei “mercanti” cacciati dal Tempio.
Forse sto incominciando a farneticare e la pianto qui, anche se……ci sarebbero tante altre cose da dire sulle sue ultime performance ed una su tutte sul caso ALITALIA.
Molti eventi sono del tutto casuali ma alcuni no di certo.
Troppi collegamenti tra un fatto e l’altro sui quali dovremmo meditare seriamente.
Lo vedremo domani, a trattative concluse, in maniera da poter fare il riassunto dell’accadere di tutte quelle circostanze che meritano risposte ai molti interrogativi che in molti ci siamo posti.


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