LA GIUSTIZIA
l’ossessione berlusconiana.
Un vero chiodo fisso per il cavaliere
perché anche a lui
la lingua batte dove il dente duole.
l’ossessione berlusconiana.
Un vero chiodo fisso per il cavaliere
perché anche a lui
la lingua batte dove il dente duole.
ma poi, ripensandoci bene, sceglie tale Alfano.
Tanto, pensa, ai miei fini tutti e due per me pari sono in quanto egualmente talmente ignoranti nel campo giuridico che riuscirebbero in breve a riformarla in peggio, mandandola a ramengo irrimediabilmente ed in maniera definitiva.
Un bel de profundis a questa giustizia ingiusta nei miei confronti.
Per il bene dei cittadini, naturalmente, che così, per avere giustizia, non si dovrebbero rivolgere alle migliaia di magistrati sparsi in tutta Italia ma solamente a me, novello
SALOMONE
re d’Israele
Tanto, pensa, ai miei fini tutti e due per me pari sono in quanto egualmente talmente ignoranti nel campo giuridico che riuscirebbero in breve a riformarla in peggio, mandandola a ramengo irrimediabilmente ed in maniera definitiva.
Un bel de profundis a questa giustizia ingiusta nei miei confronti.
Per il bene dei cittadini, naturalmente, che così, per avere giustizia, non si dovrebbero rivolgere alle migliaia di magistrati sparsi in tutta Italia ma solamente a me, novello
SALOMONE
re d’Israele
E’ un segnale questo che mi viene dall’alto; certo non sono ancora un re ma diamo tempo al tempo e lo diventerò presto, molto prima di quanto si possa immaginare.
Ancora una o due mie presenze in TV a rete unificate e il plagio di milioni e milioni di cittadini a me sino ad ora avversi sarà completo; tutti voterebbero solamente per me.
Qui finisce il sogno del Cavaliere ed il risveglio non è di quelli che si possa augurare anche ai nemici: Veltroni, Bossi, Fini, e via discorrendo; anche quel povero comico di Beppe Grillo che non sa neanche quello che va blaterando in giro, pensa il berluska.
Alitalia, guerra fredda contro il suo grande amico Putin, Bush , oramai alla fine del suo mandato sono i suoi crucci dl giorno.
Specie per l’oramai prossimo ex presidente USA soprattutto dopo che qualche mano anonima gli ha inviato in visione la nuova cartellonistica stradale “made in USA” che dovrebbe in parte sostituire quella ancora presente sia pure per poco
Zona libera per bisogni fisiologici dei cani.
Passando al serio non possiamo che dire come il problema giustizia sia ancora, non contento dei danni causati nei suoi anni di governo, il suo cruccio personale, non tanto per il bene della collettività ma per salvaguardia personale e per vendetta.
Il vero guaio in cui versa da anni la giustizia è la lentezza dei procedimenti sia civili che penali.
Problema principale da risolvere al più presto possibile.
Ci si chiede allora il perché non sciolga questo annoso nodo che soffoca la giustizia ma, invece, ci giri attorno, senza nemmeno menzionarlo, per distogliere l’attenzione dal vero nocciolo della questione: la lentezza dei processi.
Già bella domanda !
Ma che interesse ha lui se con la legge 251/2005, meglio nota come “Ex Cirielli”, ha con il suo art. 6, completamente modificato l’ art. 157 codice penale relativo ai termini di prescrizione.
Ebbene il comma 1 dell’ art. 157 c.p., nella sua formulazione originaria, stabiliva che il tempo necessario a prescrivere è:
a) 20 anni, se per il reato la legge stabilisce la reclusione non inferiore a 24 anni; b) 15 anni, se la reclusione non è inferiore a 10 anni:
c) 10 anni, se la reclusione era non inferiore a 5 anni;
d) 5 anni se la legge prevede la reclusione inferiore a 5 anni o la pena della multa;
e) 3 anni se è prevista la pena dell’ arresto;
f) 2 anni se è prevista la pena dell’ammenda ( il termine originario di 18 mesi era stato elevato dalla L.689/81).
In buona sostanza il già citato art. 6 della legge 251/2005 sostituisce il criterio delle classi di reato individuate per fasce di pena con quello della pena massima stabilita dalla legge per ogni singolo reato.
Il nuovo testo dell’art. 157 c.p. stabilisce che la prescrizione estingue il reato decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalle legge, e comunque un tempo non inferiore a sei anni se trattasi di delitto ed a quattro anni se trattasi di contrav-venzione, ancorché puniti con la sola pena pecuniaria.
Detto questo appare assai difficoltoso credere che questo governo, in onore al suo capo, faccia un qualcosa per accorciare i tempi dei procedimenti in quanto alcuni di questi, che vedono Berlusconi come indagato, sono oramai alquanto prossimi ad essere chiusi in quanto prescritti i reati contestati .
Lo specchietto per le allodole, le proposte cioè di riforma da parte del governo sono in sostanza tre:
1- la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e magistrati giudicanti;
2- una diversa conformazione del CSM con meno giudici togati e più membri elettivi (i c.d. laici);
3- l’eliminazione della norma sull’obbligatorietà dell’azione penale (attualmente recepita una notizia di reato ogni PM deve iniziare le indagini).
Nessuna di queste tre proposte va nella direzione di accelerare la velocità della giustizia; anzi…..peggio che andar di notte.
Sub 1 – L’art. 104 della Costituzione afferma che “ La magistratura – un blocco unico – costituisce un ordine autonomo ed indipendente” per cui come ordine va considerata nella sua interezza e non divisa come uno spezzatino.
Ne deriva che per la separazione delle carriere occorrerebbe una legge costituzionale.
Ricordo poi d’aver letto da qualche parte il disegno dell’iter che dovrebbe percorrere un laureato in giurisprudenza prima di poter esplicare le funzioni di giudice, sia esso giudicante che inquirente.
Innanzi tutto occorrerebbero due distinti concorsi che per l’elevato numero dei concorrenti bisognerebbero della disponibilità di adeguati locali dove poterli svolgere, che oggi non esistono se non in pochissime città; il concorso consta di varie prove, sia scritte che orali e tra tutto,esame degli elaborati ed il resto passano vari anni prima che vengano pubblicati i risultati.
Accade spesso che gli scritti di un concorso successivo a quello già concluso vengano fissati prima della pubblicazione del risultati del precedente sì che molti candidati, nel dubbio dell’esito, rifanno il concorso; sono migliaia e migliaia.
Statisticamente per l’organizzazione di un concorso – locali, commissioni esaminatrici, ecc.. –sino alla sua conclusione occorrono almeno dai quattro ai cinque anni: giovani aspiranti magistrati divenuti nel frattempo vecchi !
Sub 2 – Il CSM non è un organo politico ma giudiziario presieduto dal Presidente della Repubblica a garanzia dell’indipendenza da qualsiasi altro potere dello Stato.
Ne consegue che la proposta del governo, così come ipotizzata, sia del tutto inapplicabile in concreto.
Sub 3 – E’ un vecchio pallino di Berlusconi : sarà il governo a decidere per quali fatti-reato sarà lecito iniziare un procedimento penale.
Sembra una barzelletta ma vedrete che ci riuscirà qualora non avverrà una massiccia opposizione politica.
Se così non fosse avremo il completamento del piano della P2 di Licio Gelli:
un solo potere che ha in mano tutti gli altri poteri ed ordini oggi fortunatamente separati per merito di una Costituzione redatta da grandi menti politiche illuminate.
Passando al serio non possiamo che dire come il problema giustizia sia ancora, non contento dei danni causati nei suoi anni di governo, il suo cruccio personale, non tanto per il bene della collettività ma per salvaguardia personale e per vendetta.
Il vero guaio in cui versa da anni la giustizia è la lentezza dei procedimenti sia civili che penali.
Problema principale da risolvere al più presto possibile.
Ci si chiede allora il perché non sciolga questo annoso nodo che soffoca la giustizia ma, invece, ci giri attorno, senza nemmeno menzionarlo, per distogliere l’attenzione dal vero nocciolo della questione: la lentezza dei processi.
Già bella domanda !
Ma che interesse ha lui se con la legge 251/2005, meglio nota come “Ex Cirielli”, ha con il suo art. 6, completamente modificato l’ art. 157 codice penale relativo ai termini di prescrizione.
Ebbene il comma 1 dell’ art. 157 c.p., nella sua formulazione originaria, stabiliva che il tempo necessario a prescrivere è:
a) 20 anni, se per il reato la legge stabilisce la reclusione non inferiore a 24 anni; b) 15 anni, se la reclusione non è inferiore a 10 anni:
c) 10 anni, se la reclusione era non inferiore a 5 anni;
d) 5 anni se la legge prevede la reclusione inferiore a 5 anni o la pena della multa;
e) 3 anni se è prevista la pena dell’ arresto;
f) 2 anni se è prevista la pena dell’ammenda ( il termine originario di 18 mesi era stato elevato dalla L.689/81).
In buona sostanza il già citato art. 6 della legge 251/2005 sostituisce il criterio delle classi di reato individuate per fasce di pena con quello della pena massima stabilita dalla legge per ogni singolo reato.
Il nuovo testo dell’art. 157 c.p. stabilisce che la prescrizione estingue il reato decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalle legge, e comunque un tempo non inferiore a sei anni se trattasi di delitto ed a quattro anni se trattasi di contrav-venzione, ancorché puniti con la sola pena pecuniaria.
Detto questo appare assai difficoltoso credere che questo governo, in onore al suo capo, faccia un qualcosa per accorciare i tempi dei procedimenti in quanto alcuni di questi, che vedono Berlusconi come indagato, sono oramai alquanto prossimi ad essere chiusi in quanto prescritti i reati contestati .
Lo specchietto per le allodole, le proposte cioè di riforma da parte del governo sono in sostanza tre:
1- la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e magistrati giudicanti;
2- una diversa conformazione del CSM con meno giudici togati e più membri elettivi (i c.d. laici);
3- l’eliminazione della norma sull’obbligatorietà dell’azione penale (attualmente recepita una notizia di reato ogni PM deve iniziare le indagini).
Nessuna di queste tre proposte va nella direzione di accelerare la velocità della giustizia; anzi…..peggio che andar di notte.
Sub 1 – L’art. 104 della Costituzione afferma che “ La magistratura – un blocco unico – costituisce un ordine autonomo ed indipendente” per cui come ordine va considerata nella sua interezza e non divisa come uno spezzatino.
Ne deriva che per la separazione delle carriere occorrerebbe una legge costituzionale.
Ricordo poi d’aver letto da qualche parte il disegno dell’iter che dovrebbe percorrere un laureato in giurisprudenza prima di poter esplicare le funzioni di giudice, sia esso giudicante che inquirente.
Innanzi tutto occorrerebbero due distinti concorsi che per l’elevato numero dei concorrenti bisognerebbero della disponibilità di adeguati locali dove poterli svolgere, che oggi non esistono se non in pochissime città; il concorso consta di varie prove, sia scritte che orali e tra tutto,esame degli elaborati ed il resto passano vari anni prima che vengano pubblicati i risultati.
Accade spesso che gli scritti di un concorso successivo a quello già concluso vengano fissati prima della pubblicazione del risultati del precedente sì che molti candidati, nel dubbio dell’esito, rifanno il concorso; sono migliaia e migliaia.
Statisticamente per l’organizzazione di un concorso – locali, commissioni esaminatrici, ecc.. –sino alla sua conclusione occorrono almeno dai quattro ai cinque anni: giovani aspiranti magistrati divenuti nel frattempo vecchi !
Sub 2 – Il CSM non è un organo politico ma giudiziario presieduto dal Presidente della Repubblica a garanzia dell’indipendenza da qualsiasi altro potere dello Stato.
Ne consegue che la proposta del governo, così come ipotizzata, sia del tutto inapplicabile in concreto.
Sub 3 – E’ un vecchio pallino di Berlusconi : sarà il governo a decidere per quali fatti-reato sarà lecito iniziare un procedimento penale.
Sembra una barzelletta ma vedrete che ci riuscirà qualora non avverrà una massiccia opposizione politica.
Se così non fosse avremo il completamento del piano della P2 di Licio Gelli:
un solo potere che ha in mano tutti gli altri poteri ed ordini oggi fortunatamente separati per merito di una Costituzione redatta da grandi menti politiche illuminate.
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