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PREMESSA INDISPENSABILE
di
CARATTERE GENERALE
Giorno dopo giorno si susseguono in Italia molteplici eventi che potrebbero ben definirsi come il frutto di vere e proprie ”scelleratezze” culturali le quali, traslocate sic et simplicier sul campo politico, non producono nulla di buono, ma non solo.
Infatti il burattinaio ci fa vedere di ogni scena la sola facciata occultando astutamente sia il suo retroscena che gli effetti pratici prodotti nella sua fase applicativa.
Questo è il sistema principe per disorientare il giudizio della gente sulla sua opera.
Tali provvedimenti, sia quelli già assunti che quelli in via di approvazione, vengono di norma definiti di “facciata” in quanto rivolti a risultati del tutto differenti da quelli preventivamente annunciati.
Ecco nuovamente in auge il giuoco truffaldino delle tre carte mischiate così velocemente che non ti accorgi dove sia andato a finire l’asso che ti farebbe vincere, ammesso poi che con un abile movimento delle mani la carta dell’asso non venga addirittura fatta sparire e sostituita con altra non vincente, così come le altre due.
La gente si illude e crede nel giocoliere ma non vince mai perché l’occasionale vincitore altri non è che il compare dell’abile manipolatore; ma tanto vale per dimostrare agli estranei astanti che il giuoco è corretto.
La stragrande generalità dei cittadini capisce bene come l’evolversi della vita di una intera collettività nazionale, e non di una sola delle sue parti componenti, debba necessariamente comportare una parallela evoluzione delle norme giuridiche perché, se così non fosse, ci troveremmo di fronte a nuove fattispecie non regolate sulle quali ognuno di noi sarebbe legittimato a comportarsi in una specie “fai da te”; con un siffatto comportamento ogni singolo soggetto riuscirebbe a risolversi i propri problemi personali ma a tutto danno degli altri.
La politica non vive di vita propria, non possono esservi singole improvvisazioni su questo campo, ma deve essere indissolubilmente collegata con la finalità di attuare il progressivo avanzare del benessere economico, sociale e morale del Paese.
Per poter arrivare a tanto non può che nutrirsi attingendo dai bisogni di tutti ed operare oggettivamente di conseguenza.
Deve, quindi, rifuggire dall’operare a seconda dei problemi di un ristretto numero di persone, assoggettandosi al volere di un piccolo gruppetto di "compari".
Legiferare ed operare per lo sviluppo economico, sociale, culturale e morale di una nazione deve avvenire secondo regole democratiche e liberali ben precise tra le quali non trovano alcuna ospitalità in alcuno dei seguenti due metodi oggi purtroppo imperanti da noi; parlo della
DEMAGOGIA
e del c.d.
POPULISMO
di cui il nostro attuale Premier si pasce, compiacendosi, quotidianamente.
Per comprendere cosa significhino questi due termini i quali, badate bene, non sono degli slogans pubblicitari, buttati lì in maniera retorica,
riporto le loro definizioni così come concepite da
Giovanni Sartori
Demagogia
è l'arte di trascinare e incantare le masse che, secondo Aristotile, porta alla oligarchia o alla tirannide.
In ogni caso, il termine indica un agire e un «mobilitare» dall'alto che non ha nulla da spartire con la democrazia come potere attivato dal basso.
Populismo
è il termine, molto più recente, che ci arriva dalla Russia, dove fu coniato alla metà dell'Ottocento per indicare una rivoluzione dei contadini (fermo restando che la parola narod sta, in russo, per popolo).
Un significato che poi riemerge all'inizio del secolo scorso negli Stati Uniti.
Il primo movimento fu represso, e il secondo fallì. Il che fece anche sparire la parola.
Ma venne ripreso dal Premier attuale.
Ed infatti, l’Avanti Popolo alla riscossa – alias populismo di regime – è riapparso miscelato alla demagogia così costituendo, con la loro indissolubile fusione, una miscela mortale per ogni sistema democratico, specie per il nostro che, rispetto a quello vigente in altri Paesi europei ed extraeuropei si può definire ancora giovane e non compitamente attuato per il recalcitrare di alcune forze politiche considerate sino ad ieri al di fuori dell’arco costituzionale ed oggi ancor fuori, nei fatti, da tale sistema.
Qualcuno ripete urlando che : "Il popolo vuole le elezioni", "il popolo ha paura", "il popolo mi ama", il popolo qua ed il popolo là.
Ma parla solo lui, la parte per il tutto: da un predellino d’auto, da un palco con claque organizzata, dai suoi quotidiani e riviste, dalle sue TV.
Le interviste volanti per le strade subiscono poi in redazione una bella scremata: le favorevoli trasmesse in abbondanza mentre di quelle ritenute “contrarie” alle tesi padronali è già tanto se ne viene trasmessa o pubblicata solo una; anche l’arroganza ha un limite, altrimenti chi ancora non ha portato il cervello all’ammasso capirebbe dove sta il trucchetto.
Così si svolge l’operazione propaganda nelle dittature moderne.
Popolo sì ma decido io, il programma elettorale è mio e me lo gestisco come voglio io.
Il Lodo Alfano c’era ? Non lo so; ma parrebbe di no.
Inserito forse nel “pacchetto sicurezza od in quello relativo alla Giustizia in generale.
Il popolo che dice, tace ? No non tace ma è come se tacesse se nessuno poi porta alla ribalta mediatica le sue opinioni, anche quelle contrarie al regime.
Come ai tempi di Mussolini; ho di recente letto una lettera al direttore di un noto quotidiano nazionale che parlava della mafia nella quale si diceva che il Duce ne aveva fatto piazza pulita con il prefetto Mori.
A quei tempi nessuno poteva parlare di mafia perché nessuno ne parlava, a cominciare dalle fonti di informazione in mano ad un gerarca fascista; ma nella realtà esisteva, eccome !
Siamo all’inizio del regime mussoliniano e Mori, il “prefetto di ferro”, iniziò un’opera di dura repressione con metodi rapportati a quelle dure regole con le quali era stato abolito di fatto nel nostro Paese ogni diritto umano; retate con lo scopo di prendere in ostaggio i parenti dei mafiosi per costringerli a denunciarli e rivelare i loro nascondigli; chi volesse approfondire la propria conoscenza su questi fatti non solo episodicii può leggere il libro scritto da Sciascia
“Il giorno della civetta”.
Duro con i deboli- la mafia dei piccoli agricoltori – debole con i forti – i latifondisti che avevano sotto il proprio controllo interi paesi; anzi si servì di uno di loro per conoscere fatti e nomi dei primi.
Ma la mafia c’era ma non si vedeva; come avviene oggi con i mille problemi che ci stanno piovendo addosso, come le povere famiglie che non ce la fanno nella famosa e triste ultima settimana – aumentate in pochi mesi del 14% rispetto all’anno precedente - anche loro messe sotto il tappeto assieme a spazzature e residuati politici vari carichi di condanne ed imputazioni.
Però Berlusconi ha un merito: !!!!!????
Si, quello di aver piazzato ogni suo ministro o ministra al posto giusto dopo aver soppesato i loro trascorsi di vita vissuta: cultura, professioni, capacità di comando, ecc...
Manca quello della Sanità forse perché come avvenne per Sirchia il probabile candidato era sotto processo ovvero perché che c’entra la Sanità visto che quello italiano è un popolo a stragrande maggioranza sano,vivo e vegeto?
Le uniche medicine sono per lui le stesse che garantivano tempo addietro un fisico sano, la salute di tutti:
LAVORO
e
MOSCHETTO
(anche se La Russa non sa che non c ‘è più l’obbligo di leva)
ARIA (inquinata)
TERRA (più sotto che sopra)
SOLE
sono la vera panacea della vita.
Su questa strada , secondo uno slogan che appariva in tempi lontani – ma che si sta riesumando – si arrivò con l’affermare in ogni sussidiario delle scuole elementari:
testo unico
duce unico
maestro unico
frontespizio di un sussidiario per l’apprendimento della lingua francese
alfabeto e quant’altro usato come apologia del regime
Didascalia
“OBBEDIENZA”
Fu domandato ad un sapiente quale dev’ essere la prima virtù di un bambino ?
Rispose :” L’obbedienza”.
E la seconda ?
“L’obbedienza”
E la terza ?
“L’obbedienza”
Perle di regime!
Girala e rigirala la Gelmini si è ovvero l’hanno costretta – tanto fa lo stesso – a togliersi la maschera !
Lo ha fatto a Cianciano Terme durante il suo intervento al convegno dello
UDC
nel corso del quale si è presa una bella raffica di fischi.
A lei della scuola non gliene frega proprio nulla perché il suo imperativo categorico è quello di eliminare in un anno ben 80.000 precari.
Dopo la Gelmini, toccherà alla Carfagna.
Infatti
LUCCIOLE per LANTERNE
infatti hanno chiuso subito questa osteria che nulla aveva a che fare con il giro a luci rosse
Sarà l’argomento del mio prossimo post relativo ai bischeri ed alle bischerate dell’attuale regime.
SEGUE
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