martedì, settembre 16, 2008

Eppur si muove...nel segno di Libero Grassi

Eppure anche in Sicilia qualcosa si sta muovendo
"Pizzo, obbligo di denuncia nel segno di Libero"
L´annuncio del commissario Marino durante la commemorazione di Libero Grassi.
La vedova: "Clima cambiato".
Il procuratore antimafia:
"Incompleto l´impegno della politica".
Sondaggio delle associazioni di categoria
"Estorsioni primo problema"
commemorazione di Libero Grassi
Diciassette anni dopo, sono arrivati anche i commercianti e gli imprenditori sul luogo dell´omicidio di Libero Grassi.
Quelli che hanno denunciato negli ultimi mesi, accanto ai rappresentanti delle associazioni che hanno varato il codice etico antimafia.
«Sono il segnale di un sogno che poco a poco si avvera»,
sussurra Pina Maisano davanti al manifesto che ricorda il coraggio del marito ma anche la sua solitudine, nel 1991,
«per l´omertà dell´associazione degli industriali - così è scritto - l´indifferenza dei partiti, l´assenza dello Stato».
Dice oggi Pina Grassi:
«Diciannove anni dopo, sono qui con noi i trecento che hanno aderito ad Addiopizzo e i cinquanta che l´associazione Libero Futuro ha sostenuto nella decisione di denunciare gli esattori.
Si può definire un successo».
In via Alfieri, alle nove del mattino, sono in cinquecento.
Con un fiore da deporre. Con una maglietta e uno slogan antitracket da esibire. Con un urlo:
«Viva Libero».Tano Grasso, presidente onorario della federazione antiracket invita a riflettere:
«È stato commovente vedere sfilare i dirigenti delle associazioni dei commercianti e degli industriali, però il loro lavoro è in fase iniziale.
Devono convincere i loro iscritti a denunciare».
Rodolfo Guajana ribadisce: «C´è ancora molto da fare.
Ci vuole più coraggio».
Accanto a Guajana, c´è Vincenzo Conticello, un altro dei simboli dell´ultima stagione di denunce.
Negli ultimi mesi, dopo la scoperta del libro mastro dei Lo Piccolo, il loro gesto è stato emulato da 18 commercianti.
Ma altri ventidue hanno preferito il silenzio, e sono adesso indagati per favoreggiamento. Nel giorno della memoria c´è anche spazio per la riflessione e la proposta: «Il governo si sta muovendo affinché la denuncia delle estorsioni diventi un obbligo», dice Giosuè Marino, commissario nazionale antiracket.
«Le associazioni stanno lavorando bene, le denunce sono in misura significativa.
Si respira un nuovo clima di fiducia, sarà la base per un percorso di lavoro». L´ex presidente della commissione antimafia, Giuseppe Lumia, auspica un dibattito ampio sul percorso da fare, «soprattutto sull´obbligatorietà della denuncia, non solo per gli imprenditori che si occupano di appalti, ma anche per i commercianti, perché bisogna prevedere non strumenti vessatori ma di sostegno a chi si trova sotto ricatto del pizzo».
Il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso aggiunge altro nell´elenco delle incompiute dell´antimafia:
«L´impegno della politica non è ancora completo, ritengo che oggi una parte del voto non sia libero. Una cosa è avere il consenso - aggiunge Grasso - un´altra, poi, è mettere in campo tutte quante le forze e le risorse per contrastare efficacemente il fenomeno.
Questo le istituzioni di qualunque tipo e colore lo devono fare e molte lo fanno”.
Il tema racket è ormai una priorità per gli operatori economici siciliani.
Lo dice una ricerca promossa da Camera di Commercio, Confesercenti e dalla cooperativa Solidaria.
Secondo le rilevazioni condotte dall´Università, il racket è il problema principale per 605 imprenditori.
Seguono i furti e la corruzione nella pubblica amministrazione.
Gli organizzatori avevano inviato il questionario a 77.781 operatori economici, solo in 1.057 hanno risposto.
Lo ritengo un ottimo risultato - dice Roberto Helg, che ieri ha presentato la ricerca - è segno che c´è voglia di collaborazione.
Il procuratore Francesco Messineo invita a riflettere su quel 35 per cento di imprenditori preoccupati per la corruzione nei palazzi della pubblica amministrazione:
«Le indagini su questo versante sono spesso difficili, alla luce del nostro ordinamento e delle ulteriori restrizioni che si annunciano».In via Alfieri arrivano il neo questore Alessandro Marangoni e i vertici di carabinieri e Finanza, il prefetto Giancarlo Trevisone, il sottosegretario all´Interno Alfredo Mantovano. Per il governo regionale c´è l´assessore alla presidenza Giovanni Ilarda. Per il Comune, l´assessore Sebastiano Bavetta.
Dopo la commemorazione, i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni si danno appuntamento nella sede di Libero Futuro, per tracciare ancora un bilancio e avanzare proposte per il cambiamento.
Tratto da un articolo di Salvo Palazzolo
pubblicato su Repubblica del 30 agosto

Si respira aria nuova ed il numero di chi si ribella alle intimidazioni della mafia si fa sempre più folto ma è ancora poco o nulla rispetto alla strapotenza della “piovra”; ma nello stesso tempo è di già tanto il dare un esempio che

“resistere alla mafia si può”

specialmente se si è in tanti.

Certo è che se la politica governativa attuale appoggiasse in maniera concreta queste iniziative invece di perdersi in cose e cosucce assolutamente irrilevanti, Esempi:
- la sottosegretario al Welfare, Francesca Marini, da tempo sta ponzando su una specie di ordinanza secondo la quale a far tempo dal prossimo febbraio 2009 i cani, di qualsiasi razza e taglia, potranno uscire di casa solo col guinzaglio mentre quelli “aggressivi” anche con la museruola.
Roba vecchia in quanto ogni comune degno di tal nome contiene di già nel proprio Regolamento di Polizia Urbana o Municipale – cambiano sempre nome ma il prodotto non cambia – una analoga normativa.
Non spiega però la Marini cosa c’entri tale normativa col ministero cui è stata preposta nonché, visto che verrà in contemporanea abolita la “black-list”, il modo con cui si possa distinguere in maniera del tutto oggettiva la pericolosità o meno di un cane.
- il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, invece di interessarsi dei problemi che gravano seriamente sull’agricoltura- come ho già accennato in un mio post a seguito della denuncia della Coldiretti sulla ingerenza della mafia proprio su questo comparto- cosa fa ?
Distribuisce consigli utili per combattere il caro-prezzi, così come ebbe a fare il Berlusconi casalingo che diede preziosi consigli alle massaie italiane su come fare la spesa al mercato atteso che il Berlusconi premier proclamò che sul caro-prezzi lui non poteva farci nulla !
Nella Specie il ministro Luca Zaia, atteso che le confezioni dei prodotti incidono notevolmente sul costo del prodotto, consiglia di acquistare la pasta solo quella contenuta nei pacchi di 5 chili.Per la verità si risparmierebbe un qualche euro ma obbligherebbe poi a mangiare per varie giornate sempre lo stesso tipo di pasta, il che non è poi da un punto di vista gastronomico l’ideale in quanto molti “primi piatti” necessitano di diversi tipi di pasta.
Tra l’altro conservare per tanto tempo la pasta nel suo maxi involucro produce tante “farfalline” che la fanno diventare non più commestibile.
Ma questo il ministro non lo sa perché lui può permettersi di cambiare pasta a suo piacimento.
Se mal non ricordo, nel 1993 questo ministero, allora chiamato “ Ministero dell’Agricoltura, venne abrogato (si 70,2%), assieme a quelli dello Ambiente (si 82,6%), delle Partecipazioni Statali (si 90,1%) e del Turismo (si 82,3%), a seguito di multipli referendum popolari.
Non so chi, cambiandogli il nome, l’abbia ripristinato e a quale scopo; chiunque l’abbia fatto ha violato la “volontà popolare” come spesso è accaduto in questo nostro Paese in varie occasioni!
Si vede che oggi queste e non altre sono le priorità secondo il “verbo” unico!

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