domenica, settembre 28, 2008

Il boia nazista di Bassano del Grappa si è suicidato

QUANDO UNA IDEOLOGIA TRASFORMA
L’UOMO IN UNA BELVA
Ed a sua immagine e somiglianza ce ne sono ancora molti in circolazione in tutto il mondo !
Eccovi
Una sintesi compendiata dell’articolo
“Ecco il boia di Bassano”
di
Paolo Tessadri
pubblicato su
L’ESPRESSO
del
24 luglio 2008
Si chiama ( dall’altro ieri si chiamava) Karl Franz Tausch, ha (dall’altro ieri aveva )85 anni, vive ( dall’altro ieri abitava) in una villetta a Langen, in Assia.
È stato l’autore di una delle più orribili stragi naziste: 31 giovani impiccati agli alberi del corso centrale di Bassano del Grappa il 26 settembre 1944.
Lui e gli altri responsabili, tedeschi e italiani, non sono mai stati processati

Karl Franz Tausch

L'immagine rimarrà indelebile nella storia degli eccidi nazisti in Italia.
La foto più sotto riportata ritrae solamente alcuni dei trentuno corpi di giovani senza vita che penzolavano dagli alberi del lungo viale di Bassano del Grappa.
Un impiccato per ogni albero, con i piedi, per alcuni, a pochi centimetri dal suolo. Appesi a piante che appaiono dei grandi funghi.
Le mani legate dietro, davanti, sul petto, un cartello con la scritta "bandito".
Lasciati lì, appesi per venti lunghe ore in segno di spregio e per terrorizzare la popolazione.
Italiani che impiccano italiani al comando di un vicebrigadiere delle SS, Karl Franz Tausch.

Una crudeltà consumata a Bassano del Grappa il 26 settembre 1944.
Difficile che anche il "boia tedesco", com'era chiamato Tausch dalla popolazione, abbia scordato quell'immagine a più di 60 anni dal massacro.
Sicuramente ci ha convissuto, nella comodità di una villetta a schiera immersa nel verde della cittadina di Langen in Assia, a una trentina di chilometri da Francoforte sul Meno e a meno di 15 da Darmstadt.
Basso di statura, poco più di un metro e sessanta centimetri, un fisico appesantito dagli anni, ma ancora estremamente lucido e in forze. Compirà ( dall’altro ieri non li compirà più ed incomincerà un altro conteggio) 86 anni il 9 ottobre: era nato nel 1922 a Olmütz, oggi Olomouc, Repubblica Ceca.
È (era) dunque un tedesco che proviene (proveniva) dai Sudeti della Moravia, territorio invaso da Hitler nel '39.
La casa non si raggiunge direttamente in auto, si trova in un vialetto fra alte siepi, appartata, nascosta anche al poco traffico che scorre a meno di cinquanta metri. Tausch ha (aveva) lo sguardo fisso, gli occhi imperscrutabili, l'atteggiamento aggressivo.
Il tono è (era) di chi è (era) abituato a imporsi.
Sulla porta è appesa una streghetta in stoffa rossa come portafortuna.
Sopra due grossi fari da cantiere edile per illuminare l'ingresso, sul retro il giardino curato e in ordine con una vecchia altalena.
Dentro casa, una signora di servizio che lo aiuta (aiutava).
Tausch è(era) intento a svuotare l'immondizia nel suo cassonetto, veste (vestiva) una maglietta blu e pantaloni da ginnastica, dal vialetto lo fotografiamo (fotografammo).
Alla prima foto gli scappa (scappò)quasi un sorriso, è (era) sorpreso, poi cerca (cercò) di evitare l'obiettivo e infine viene (venne) avanti ostile.
Chiede (chiese) se abbiamo (avevamo) la licenza, vuole (voleva) impossessarsi della macchina fotografica.
Per tre volte ripetiamo (ripetemmo)se è (fosse) possibile parlare con lui e arriva (arrivò)sempre un no secco, duro, inappellabile.
Nemmeno vuol (voleva) sapere di che cosa si tratta.
Sprizza (sprizzava) rabbia dagli occhi, un ghigno prepotente, strattona (strattonava), spinge (spingeva), tira (tirava) con forza la giacca.
Se avesse qualcosa in mano lo userebbe (avrebbe usato) contro di noi.
La scena dura (durò) pochi minuti.
Con gli anni questi ex nazisti allentano la guardia, si sentono più sicuri, pensano di avercela fatta, di essere sfuggiti alla giustizia.
Ma sono sempre diffidenti verso chiunque.
Il loro passato è una prova che non può essere cancellata.
Sull'elenco telefonico di Langen compare un solo Tausch, senza nome di battesimo e indirizzo.
Forse una piccola precauzione?
La giustizia distratta.
Non ha mai pagato il conto con la giustizia per i suoi trascorsi da criminale di guerra.
È grazie ad un interrogatorio della magistratura tedesca negli anni Sessanta, in cui compare il suo nome, che arriviamo a lui.
È in quella occasione che dichiara la sua residenza a Langen.
Un interrogatorio che ora Tausch maledirà.
Langen quasi scompare dentro un'immensa pianura che si perde all'orizzonte.
Una cittadina con poco più di 36 mila abitanti, il piccolo centro storico racchiuso attorno alla chiesa, domina la parte nuova.
E tantissimo verde. Anche il municipio è nuovissimo, governato dal socialdemocratico Frieder Gebhardt, eletto pochi mesi fa.
È probabile che a Langen nessuno conosca i trascorsi di questo ex nazista.
Eppure in Italia molti conoscevano il massacro di Bassano, c'erano documenti e testimonianze con nomi e cognomi dei nazisti, ma non si è mai voluto risalire ai responsabili per oltre sessant'anni, fino a poche settimane fa quando è stata ufficialmente aperta un'inchiesta dal procuratore militare di Padova, Sergio Dini. Tuttavia molti documenti sono spariti, come sostiene la storica Sonia Residori.
Ma il Centro Simon Wiesenthal e lo storico Carlo Gentile, esperto di stragi naziste e consulente di diversi tribunali militari, erano sicuri: Karl Tausch è ancora vivo. Specializzato nell'antiguerriglia Karl Franz Tausch non ha ancora compiuto 22 anni il giorno degli omicidi: al suo compleanno mancano (mancavano) appena due settimane.
È (era) vicebrigadiere delle SS e fa parte del Kommando di Herbert Andorfer, tenente delle SS di stanza a Roncegno in Trentino, mentre Tausch è distaccato a Bassano. Andorfer è un austriaco di Linz, arrivato in Italia nel '43.
Il "Kommando Andorfer" è specializzato nell'antiguerriglia.
È il tenente che dà l'ordine di uccidere i civili e partigiani, ma chi organizza, detta le modalità, fa eseguire e dà materialmente l'ordine è il boia Tausch.
In quei giorni di settembre del '44 è in corso nei paesi del circondario del Grappa, nel Vicentino, una rappresaglia: in codice "Operazione Piave".
L'ordine, arrivato dall'alto comando tedesco in Italia, è di uccidere trenta persone per ogni paese attorno al massiccio del Grappa.
L'inganno nazista.
Però partigiani e molti civili scappano alle prime avvisaglie.
E allora Andorfer escogita un micidiale piano per eseguire lo stesso il massacro.
Fa affiggere manifesti sui muri dei paesi, promettendo che chi si presenterà spontaneamente avrà salva la vita e lavorerà per l'Organizzazione Todt (civili addetti a lavori militari) o entrerà nella Flak (la contraerea). Ignare del progetto criminale, sono le persone influenti dei paesi come maestri, sindaci e sacerdoti e le stesse madri che invitano i propri figli e i giovani a presentarsi.
"L'Operazione Piave" è iniziata da alcuni giorni e il 26 settembre «andavo come sempre a pattinare davanti alla chiesa Delle Grazie di Bassano»,
ricorda l'avvocato Mario Della Palma, che allora aveva 13 anni.
«Ho visto arrivare il camion con questi ragazzi con le mani legate dietro, con loro due soldati tedeschi ».
Sul lungo vialone della città c'era silenzio.
«Il camion si ferma, ho visto il primo buttato giù, cioè appeso e impiccato e me ne sono andato» impaurito.
Prima di venire giustiziati, ai trentuno è praticata un'iniezione per stordirli.
Vengono appesi agli alberi di tre vie della città.
I cappi sono pezzi di cavi telefonici, le teste vi sono infilate da ragazzini fascisti fra i 16 e i 17 anni delle ex Fiamme bianche, inquadrati nei reparti della Flak.
La cima dei cappi è collegata a una lunga fune legata al camion.
Il boia Tausch coordina l'esecuzione, dice come mettere il cappio poi dà l'ordine al camion di accelerare.
Il camion parte e il cappio si stringe attorno al collo dei trentuno condannati.
Chi non muore subito viene preso per le gambe e strattonato con colpi verso il basso da questi giovani fascisti.
È quasi mezzanotte quando cala la morte.
Fra gli impiccati c'è un uomo con problemi mentali; un ragazzo, Cesare, di 17 anni che si trova sul Grappa per curarsi dalla broncopolmonite; un altro, Giovan Battista, ha appena compiuto 16 anni, mentre il fratello, Giuseppe di 18, è stato fucilato due giorni prima; e un maestro elementare di Mirandola.
Un ragazzo di 15 anni viene invece fucilato poco prima alla caserma Reatto, dove sono fatti confluire i prigionieri.
Nel plotone di esecuzione c'è un ragazzino di appena 12 anni.
La caserma si trova adiacente agli uffici di Tausch.
Si dice che i carnefici abbiano poi festeggiato all'albergo Al Cardellino e al Caffè Centrale.
Forse a bere e a cantare c'è pure Tausch.

L'Operazione Piave si svolge dal 20 al 28 settembre, al termine si contano i morti: 264, solo 30 in combattimento.
E non tutti i corpi vengono ritrovati, alcuni pare siano finiti in fosse comuni e mai trovati.
Il boia ha precedenti, Tausch ha una vera passione per gli omicidi.
Il 5 gennaio 1945, sempre nel Vicentino, partecipa all'uccisione di tre persone, questa volta sono partigiani.
Chi fa il nome di Karl Tausch come il boia tedesco?
È l'onorevole Quirino Borin, sindaco di Bassano che prima di morire parla del graduato nazista.
Borin conosce molto bene Tausch per essere stato trattenuto a lungo nell'ufficio del Kommando Andorfer proprio da Tausch.
Anche lui indica il tedesco sul luogo della strage e sul camion.
Che Tausch facesse parte del "Kommando Andorfer" è stato accertato dallo storico Carlo Gentile.
La presenza del nazista a Bassano è confermata pure da documenti italiani.
Le ultime prove sulla colpevolezza del "Kommando Andorfer" sono state trovate negli archivi di Londra da tre storici: Lorenzo Capovilla, Federico Maistrello e Sonia Residori dell'Istituto per la Storia della Resistenza della Marca Trevigiana e di Vicenza e dell'istituto di Vicenza E. Gallo.
È una dichiarazione del '46 di Alfredo Perillo, detenuto, ufficiale di collegamento della Rsi con i tedeschi durante la guerra, nella quale scrive che
«l'ordine dell'impiccagione venne dato dal tenente Andorfer ».

Il documento non fu mai trasmesso alla giustizia italiana: solo ora è stato consegnato dai tre storici al procuratore militare di Padova Sergio Dini, che ha aperto ufficialmente un'inchiesta a carico di Karl Tausch e Herbert Andorfer.
Tuttavia da luglio la procura militare di Padova è stata soppressa e tutte le inchieste sono passate a quella di Verona.
La giustizia dimenticherà per la seconda volta il massacro di Bassano?

NON C’E’ PIU’ BISOGNO PER IL
BOIA DI BASSANO DEL GRAPPA.
SI E’ GIUSTIZIATO CON LE SUE STESSE MANI,
SUICIDANDOSI CON UN COLPO DI PISTOLA,
IERI, 26 SETTEMBRE 2008
E’ sfuggito alla giustizia del
POPOLO ITALIANO
MA
NON SFUGGIRA’ ALLA GIUSTIZIA DIVINA

La morte di questo rifiuto umano non lenisce i dolori di un popolo che, alla fine di quel tragico ventennio, approdò ad un nuovo regime, quello della democrazia. Ma è da tempo che sotto le ceneri del fascismo cova un fuoco che qualcuno oggi sta facendo di tutto per riattizzarlo.
Ed in parte c’è riuscito in quanto fiammata dopo fiammata ci è riapparso, questo spettro del passato come vivo e ben incentivato.
Lo abbiamo rivisto ancora in molti episodi, in leggi approvate anche recentissimamente, in molti discorsi di politici che sia ieri che oggi hanno rivestito e rivestono tuttora ruoli istituzionali, nei comportamenti, anche se ancora non simili a quelli tenuti da loro coetanei a Bassano, di molti giovani plagiati da ideologie che hanno portato in tutto in mondo, ma in particolare in Europa e da noi, la morte sia civile che anche fisica.
Si è ancora a tempo ma, a quel che vedo, solamente il Presidente della Camera dei deputati, l’on. Fini, ha sconfessato questo doloroso passato; ma constato che ciò non è bastato a placare i “bollenti spiriti maligni” che ancor oggi allignano nelle menti di molti politici e non.
Diamoci tutti una mossa e vigiliamo perché la guerra, che oggi si manifesta sotto varie spoglie e solo all’apparenza innocue, a quel che pare non è finita perché non è stata ancora vinta.
Una considerazione.
La notizia del suicidio di questo boia l’ho appresa nella tarda serata dello scorso 26 settembre dalla striscia di un programma della RAI TV.
A tutto ieri nessun altro cenno sia in TV che sui quotidiani, nemmeno su quelli mandati on line e sulle più note Agenzie d’informazione quali l’ANSA, Reuters; Adnkronos, ecc...
Pensavo: vuoi vedere che la faranno passare direttamente in quei loro enormi virtuali magazzini stracolmi di notizie mai pubblicate per il volere di un qualcuno di turno ovvero spontaneamente per paura di ritorsioni ?
Mancata pubblicità,quasi azzeramento dei contributi a quotidiani di partito, molti dei quali finiranno
– vedasi per esempio-

nei cestini della carta straccia ?
Solo stamattina ho trovato un trafiletto su

dal seguente testo:
“Si è ucciso a 85 anni perché secondo lui era ingiustamente accusato di essere
«il boia di Bassano».
Karl Tausch, vicebrigadiere della Wehrmacht, è morto giovedì a Langen, nella regione tedesca dell’Assia.
Tausch era indicato come il responsabile della strage di Bassano del Grappa, in cui il 26 settembre 1944 morirono 31 giovani.
A fine agosto aveva presentato un'autodenuncia presso l'Ufficio centrale che indaga sui crimini nazisti a Ludwigsburg, nel sud-ovest della Germania.
Nel memoriale, l'uomo si diceva innocente e premeva affinché i fatti venissero chiariti.Secondo la Frankfurter Rundschau, nemmeno la lettera di addio da lui lasciata contiene alcuna ammissione di colpa.
Nel testo Tausch spiega di considerarsi piuttosto vittima di una campagna denigratoria avviata dai media italiani”.
Ma, per dirla alla Travaglio,
CARTA CANTA !
Vi sono documenti storici raccolti anche dal
CENTRO “SIMONE WIESENTHAL”
che ha il merito di aver scovato decine e decine di criminali nazisti che, al termine della seconda Guerra Mondiale si erano sparpagliati in tutto il mondo usando false generalità e cambiando le proprie sembianze con interventi di plastica facciale.
In ogni caso pare del tutto singolare la circostanza che un” innocente” si sottragga alla Giustizia, suicidandosi invece di difendersi con prove indiscutibili da offrire ai giudici.
Forse non sapeva che in Italia si può evitare un processo con altri sistemi più morbidi e meno truculenti e, soprattutto, “legali” sulla base di molte recenti leggi, cavilli legali di ogni tipo a parte; è pur vero però che possono farlo solamente alcuni, pochi direi alla fin fine, anzi solo uno !!
Cosa vuol dire non leggere i giornali !



5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma lei li ha visti i documenti di cui parla, qualche giornale li ha pubblicato?

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe conoscere i motivi che hanno oroginato tale rappresaglia (Prevista dalla allora vigente Convenzione di Ginevra). Non penso che un bel giorno quel signore si sia alzato e abbia detto: va bene, oggi impicchiamo un po di persone.

dino ha detto...

c'è un solo commento da fare; vergogna italo-tedesca,io ho visto quegli alberi ed oh pianto.molte e di molti sono le colpe e non solo di quelli che intende lo scrivente della storia,dino