di
PIER PAOLO PASOLINI
da una notizia dell’agenzia Adnkronos
Troppi reperti sono stati ignorati nel percorso indiziario
"ci sono gli elementi per riaprirlo"
A sostenerlo è il colonnello dei Ris, Garofano, convinto che
le nuove tecnologie
(Dna e Bpa)
( il BPA è l’analisi di un campione di una macchia di sangue, ancora fresca e non, trovata sul luogo del delitto, sui vestiti della vittima e/o dell’indiziato, sulla presunta arma contundente con la quale è stato consumato un omicidio )
possono aiutare a far luce sul delitto avvenuto trent'anni fa all'idroscalo di Ostia
Il caso di Pier Paolo Paosolini, lo scrittore ucciso barbaramente all'idroscalo di Ostia nella notte tra l'1 e il 2 novembre del 1975, va riaperto.
Ne è convinto il colonnello del Ris di Parma Luciano Garofano secondo il quale le nuove tecnologie a disposizione possono consentire
"di acquisire le informazioni necessarie a ricostruire finalmente la dinamica del delitto",
facendo sì che il caso non possa considerarsi chiuso.
Le sue convinzioni, il capo del Ris di Parma, le mette nero su bianco nell'ultimo volume, edito da Rizzoli, "Delitti e misteri del passato", scritto insieme a Giorgio Gruppioni e Silvano Vinceti.
Spiega il colonnello Garofano che la prova del Dna e la tecnica del Bpa, utilizzata anche per il caso Cogne, potrebbero essere
"valide per rileggere le modalità del delitto
avvenuto oltre trent'anni fa".
A modo di vedere di Garofano
"l'analisi del Dna si potrebbe effettuare su molti reperti".
Perché alcuni di essi, denuncia il capo del Ris,
"non sono mai stati sufficientemente presi in considerazione".
Tante, infatti, secondo l'investigatore-autore di altri due volumi che ricostruiscono i delitti d'Italia che hanno fatto notizia le
"falle del percorso indiziario".
Si parte dall'auto sulla quale viene trovato Pino Pelosi, detto 'Pino la rana', il 17enne accusato di avere assassinato lo scrittore-poeta.
Ebbene, secondo Garofano
"l'auto è stata conservata in un modo quantomeno discutibile, né sembrano essere stati fatti rilievi all'interno circa la presenza di impronte digitali o altra tracce biologiche di interesse";
"nessuno poi - scrive ancora il capo del Ris - ha fatto rilevamenti sul pullover verde né sul plantare, dal quale oggi potremmo ottenere materiale biologico sufficiente a una prova del Dna, né sul bastone o sulla tavoletta e nemmeno sull'anello di cui Pelosi rivendicherà la proprietà".
L'altra tecnica che potrebbe consentire di riaprire il caso è quella della Bpa, che consente lo studio della distribuzione e delle caratteristiche morfologiche delle macchie di sangue.
"La disponibilità degli abiti di Pasolini, ma soprattutto di quelli di Pelosi - dice Garofano - ci consentirebbe di ottenere importanti informazioni sulle modalità dell'aggressione.
Dallo studio delle macchie di sangue ancora presenti, si potrebbe infatti stabilire (e magari confermare) la tipologia di armi usate per colpire, le posizioni reciproche dell'omicida e della vittima e riscontrare l'attendibilita' della versione fornita da Pelosi".
Insomma, per il comandante del raggruppamento investigazioni scientifiche, ci sono
"una serie di piste non battute, una montagna di reperti ignorati, una tardiva quanto sconvolgente dichiarazione di innocenza del reo confesso"
che costituiscono gli ingredienti giusti "per raccogliere la sfida" e per dire che
"il caso non può essere considerato chiuso".
Detto questo si aspettano le prossime mosse da parte della Magistratura.
Personalmente sarei contento che su questo misterioso omicidio venisse fatta piena luce ma sono scettico, e mi auguro fortemente che possa venire smentito da fatti concreti.
Scettico perché mi chiedo a chi interessi far luce su un fatto oramai “digerito” dai più e forse anche dimenticato.
Pochi credo nonostante che Pisolini sia passato alla storia come uno delle più fervide menti che l’Italia abbia avuto a metà del secolo scorso.
Tra costoro c‘è senza alcun dubbio Il ministro ombra della Cultura, Vincenzo Cerami, nonché una cara bloggista, Angela1935, che cura su MyBlog il suo
PAGINE CORSARE
dedicato a Pasolini;
quello che da parte mia posso fare oltre lo scrivere questa notizia e pubblicarla sul mio blog è l’inviare questo mio scritto a Vincenzo Cerami al suo indirizzo email.
Chissà se, qualora lo ritenesse opportuno, tenterà di far realizzare quanto auspicato dal colonnello Garofano dei Ris anche attraverso una sensibilizzazione su questo problema tramite stampa, almeno da quella a noi vicina..
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