venerdì, marzo 09, 2007

DICO- II^ parte

IL PAPA RE

Parte II^

11 febbraio 1929 - in Italia : i “PATTI LATERANENSI” - Mussolini
20 luglio 1933 – in Germania : il “CONCORDATO” - Hitler
07 maggio 1940 – in Portogallo : il “CONCORDATO” - Salazar
07 giugno 1941 – in Spagna : il “CONCORDATO” - Franco

Occorre premettere che la motivazione comune alle quattro nazioni in parola che spinse a stipulare con la Santa Sede questi accordi si configurava nella necessità di trovare sia sul piano nazionale che su quello internazionale una parvenza di legittimità istituzionale.
Subordinatamente, soprattutto per l’Italia, la regolazione di molti problemi rimasti da lungo tempo irrisolti, primi fra tutti quelli economico-politici conseguenti alla fine del “potere temporale dei Papi”. Infatti, l’annessione al Regno d’Italia dello Stato Pontificio, deliberata dopo il 20 settembre 1870, data in cui Roma venne occupata da due battaglioni, uno di granatieri del re e l’altro di bersaglieri penetrati nella città attraverso la “breccia di porta Pia”, il regio governo concluse la liquidazione totale dell’”asse ecclesiastico”, acquisendone i relativi beni.
Ma dei Patti Lateranensi e della loro successiva modica del 1985 ci occuperemo solo dopo aver accennato, sia pure per grandi linee, al contenuto dei Concordati stipulati, in ordine di tempo, dalla Germania nazionalsocialista, dal Portogallo di Salazar e dalla Spagna franchista.

CONCORDATO tra CHIESA TEDESCA e REICH

E’ di chiara evidenza che la situazione preesistente in Germania era del tutto diversa da quella italiana che aveva come precedente la presa di Roma con la conseguente caduta dello Stato Pontificio.
Dato quanto sopra, mentre da noi l’accordo stipulato fu un vero e proprio trattato internazionale in Germania si trattò invece della stipula di un “atto di cooperazione” tra i rappresentanti politici dell’episcopato cattolico tedesco – Partito del Centro - ed il governo nazionalsocialista, una specie di modus vivendi supportato da regole che definivano i limiti dell’attività confessionale della Chiesa tedesca.
Nasce dall’aver acconsentito a questa limitazione del proprio operato la “teoria dell’accettazione dei pieni poteri” secondo la quale la Chiesa si sarebbe resa accondiscendente nei riguardi di una dittatura che aveva abolito ogni forma di democrazia nel paese.
La discussione è ancora aperta così come lo studio delle carte venute alla luce dopo l’apertura nel 2003 degli archivi segreti vaticani.
Da allora esiste ancora una netta separazione dei ruoli nell’ambito dei quali episcopato locale e Stato esplicano la loro attività istituzionale.
OGGI ?
Il vecchio Concordato del 1933 è decaduto con lo svolgersi degli eventi dopo questa data.
Credo poi che sarebbe alquanto difficile una sua riedizione sia pure su principi diversi perché:
- non esiste in Germania una religione di Stato pur essendovi, di fatto, 58 milioni di abitanti che appartengono alla religione cristiana suddivisi in Protestanti (30 milioni) e Cattolici (28 milioni); senza considerare poi che ci sono anche circa 1,7 milioni di Mussulmani e circa 74.000 Ebrei (il numero di ebrei prima dell’Olocausto era superiore al mezzo milione).
Vengono altresì riconosciuti dall’art. 137 della Costituzione i diritti dei “gruppi atei”:
“alle associazioni religiose vengono equiparate quelle associazioni che perseguono il fine di coltivare in comune un’ideologia filosofica”.
- la suddivisione politica in 16 stati federali, i “Bundeslander”di:
Città Stato di Amburgo;
Assia,
Baden-Wurttemberg,
Bassa Sassonia,
Baviera,
Città Stato di Berlino,
Brandeburgo,
Libera città anseatica di Brema,
Meclemburgo-Pomerania Occidentale,
Nord Reno - Westfalia,
Renania-Palatinato,
Saarland,
Sassonia,
Sassonia-Anhalt,
Schleswig-Holstein,
Turingia
nei cui territori convive una popolazione dalle diverse credenze religiose, impedisce di fatto che a livello nazionale possa trovarsi un unico accordo con la Santa Sede.
Infatti qualche accordo se vi è stato lo si è fatto solamente a livello “regionale” ed alcuni addirittura non tra la Santa Sede ed il Land ma tra i governanti e l’episcopato locale.
Che poi non vi sia neanche un “coordinamento” tra le rappresentanze religiose da una parte e governi locali dall’altra lo dimostrano anche l’emanazione di alcune sentenze da parte delle Corti Costituzionali Federali, la più eclatante tra tutte, essendo in tema di DICO, quella della Corte di Karlsruhe (ruhe = tranquillo) – del Laden Baden-Wurttemberg che il 17 luglio 2002 ebbe a sancire la legittimità costituzionale della c.d. “Legge sull’Unione per la Vita” che, fra l’altro, regolamentava anche le “unioni tra persone dello stesso sesso le quali, una volta registrate davanti ad un ufficiale dello stato civile, avevano diritto di godere di tutti quei diritti e doveri identici alle coppie eterosessuali”.
Infatti, le convenzioni o gli accordi stipulati a livello di Land sono stati quelli del:
1- 29 marzo 1924 tra Santa Sede e Baviera secondo il quale lo Stato Bavarese:
- garantisce il libero e pubblico esercizio della religione cattolica;
- riconosce il diritto della Chiesa di emanare nell’ambito della sua competenza leggi e decreti, che obbligano i suoi membri;
- non impedirà né renderà difficile l’esercizio di questo diritto.
- assicura alla Chiesa cattolica l’indisturbato esercizio del culto. Negli atti del loro ufficio gli ecclesiastici godono della protezione dello Stato.
Questo concordato verrà per ben tre volte ( 1966 – 1968 – 1970 ) rivisto relativamente all’insegnamento della Teologia cattolica in alcune Università già operanti in Baviera od istituite ex novo nonchè allo status degli insegnanti di questa materia e alla procedura della loro scelta

2- 19 dicembre 1956 – Santa Sede – Nord Reno- Westfalia per la istituzione della diocesi di Essen;
3. 26 febbraio 1965 – Santa Sede con Bassa Sassonia: convenzione con la quale veniva regolata la situazione giuridica della Chiesa Cattolica nella Bassa Sassonia;
4.
9 dicembre 1967 tra Santa Sede e Land Nord Reno- Westfalia per l’istituzione di una cattedra presso l’Università di Bochum per l’insegnamento della Teologia Cattolica.
E così via; si tratta più di questioni amministrative che di principi politici od ideologici.


Fine della seconda parte
















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