mercoledì, marzo 28, 2007

Cavaliere, ci risiamo ?


BERLUSCONI non DEMORDE
Giorno dopo giorno, indefessamente, tra un corteo qui a Milano e qualche altra bischerata delle sue – che definisce “spallate”- a Roma, il cavalire non demorde ed insiste con la sua idea, divenuta oramai ossessiva, di voler assolutamente ritornare al più presto al potere.
Normalmente potrebbe anche essere un’ambizione lecita se non fosse che sulla testa di questa persona incombessero molte nubi, possibilmente, seguite da tuoni e fulmini.
Altrimenti come potrebbe eludere:
- un processo SME, già in grado d’appello, nel corso del quale la Procura Generale di Milano ha chiesto per lui, imputato di frode giudiziaria, la pena di 5 anni di reclusione se non con una legge Pecorella bis, una volta che la Consulta ha ritenuto la prima, nella parte che più a lui giovava, incostituzionale ?
- una nuova legge sul conflitto di interessi prevedibilmente meno morbida ed inconcludente di quella confezionatagli su misura, entro le mura di casa sua, vezzosamente definita - come se fosse una via od una piazza - della libertà, dall’allora suo ministro Frattini ?
- una remissione in pristino della legge sul falso in bilancio, dai suoi collaboratori ridotta ad una vera e propria presa in giro ?
- lodo Schifani, legge Cirielli …….e via di seguito ?
- la proposta di legge Gentiloni che dovrebbe finalmente porre mano su tutta una serie di leggi monopolistiche in tema di comunicazioni?
- e una lunga via di ………..via discorrendo.
E’, quindi, del tutto comprensibile la sua impellente necessità di dover tornare, costi quel che costi, sul ponte di comando non per amor di patria ma solo per spazzare d’un sol colpo tutte queste nubi pendenti sul suo capo; farla cioè ancora e per sempre franca, come si usa dire nei sobborghi delle città in mano ai malandrini.
Risultati vani i suoi continui tentativi di spallate per sconvolgere l’attuale situazione politica, l’unica via che gli è rimasta oramai è quella in cui è effettivamente un maestro:
l’improperio verso i suoi avversari, il racconto di storielle con morale capovolta a suo uso e consumo, l’abile prestidigitazione, come se fossero mazzi di carte, degli eventi passati e presenti, in maniera di trasformare i suoi in demeriti altrui e viceversa con i meriti.
Tra queste manovre è mimetizzato quello che lui ritiene un suo asso vincente, nascosto nella manica per rispuntare fuori in momenti ben calcolati: alludo alla sua crociata contro il broglio elettorale, divenuta oramai ai più come una pedante e noiosa diatriba.
Iniziata sin dal tempo del periodo pre – elettorale, un come mettere le mani avanti in caso di sconfitta per lui impensabile e ripresa subito quando ancora i dati non erano definitivi, essendo ancora in corso lo spoglio delle schede.
Da irriducibile combattente qual’ è, contro i mulini al vento , gli rimane dopo l’ennesima infruttuosa spallata, una sola via d’uscita, quella della ripresa propagandistica del voto taroccato per riconfermare come la sua sconfitta, sia pure per qualche manciata di voti, sia stata determinata solamente dai ricorrenti brogli elettorali orchestrati dalla sinistra.
Tanto, affermano dei buontemponi di contrario avviso, ancorché battaglioni di “giovani azzurri” (l’azzurro era il colore della P2) reclutati, sapientemente indottrinati e quindi sparpagliati in tutta Italia per assumere il ruolo di rappresentanti di lista, fossero presenti in tutti i seggi installati, anche in quelli dei più remoti paesini di montagna, in uno ai militanti di AN, UDC, DC ex e post fascisti, padani, autonomisti, piazzisti di vario tipo etc etc…ed altri nullafacenti tra i quali anche qualche pensionato in cerca di nuove avventure nei paradisi promessi dal cavaliere, candidato Premier.
Ci si domanda come poteva essere possibile alterare i risultati delle votazioni seggio per seggio, se a dire di colui che era al tempo Presidente del Consiglio con tanto di suo ministro dell’Interno in presenza di questi nuovi tutori della legalità elettorale, presentati al mondo intero come il fior fiore delle speranze della nuova destra italiana, il futuro dell’Italia: i furbetti dei seggi-olini.
Certo la sua Italia è adesso ancora un’opera incompiuta rispetto a quella che lui l’avrebbe voluto con l’applicazione totale del suo disegno politico (rectius - quello della P2 spacciato come proprio), ma il compimento dell’opera gli era stato illegalmente impedito proprio a causa di queste inutili elezioni; un vero peccato, bastava, per concludere il ciclo che l’Italia facesse solamente un piccolo passo avanti; se ben ricordate, detto da fonti terze che non avevano alcun interesse a propinarci delle balle l’Italia, tra deficit dei conti pubblici ed altro, si trovava già sull’orlo del baratro e bastava solo un lievissimo tocco per farla precipitare giù.
Le apposite Commissioni parlamentari, dal nostro pretese, stanno pazientemente riesaminando una ad una le schede e, guarda caso, secondo le prime notizie date alla stampa sembrerebbe che ancora non siano emerse clamorose anomalie ma solo che i voti contestati ed annullati, seppur validi, apparterrebbero in maggior numero a quelli dati dall’elettore in favore all’Unione!
Preoccupato da tale circostanza, continuando ad insistere sui brogli, parrebbe che Berlusconi si sia rivolto agli specialisti in materia che in USA, per ben due volte consecutivamente, erano riusciti a far vincere le elezioni presidenziali a Bush; anche se non ci è dato di sapere il seguito di questa ricerca di aiuto-soccorso, appare tuttavia alquanto verosimile che gli abbiano detto di non premere più su questo tasto alquanto stonato e di mettersi il cuore in pace una volta per tutte.
Profondamente deluso dall’infruttuoso aggancio americano, il cavalier nostrano, quale ultima speranza, proprio quella che è ultima a morire, si è deciso di mettersi nelle mani di un notissimo esperto italiano in materia di falsi e brogli.
Qualcuno è riuscito a documentarsi su questo ulteriore risvolto pietoso della politica italiana:


Sembrano battute sarcastiche ma in realtà non lo sono; queste toghe rosse, sempre in agguato e pronte a colpire.
Ma se si ritiene innocente non è meglio per lui e per tutti che la sua completa estraneità ai fatti contestatigli lo riconosca con tanto di sentenza ( non di prescrizione) una Corte d’Appello e non sia solo il frutto di una sua penosa auto assoluzione o dei suoi legali deputati, con il conforto solidale della solita schiera servizievole dei politici di casa sua ?
Ah, scusate, dimenticavo; per lui questi giudici sono delle toghe rosse: l’ha di già riconfermato.
E, all’unisono pro e con lui, come ci riferisce nel suo solito modo divertente Sebastiano Messina su La Repubblica di ieri, i suoi amici hanno così, in proposito, dichiarato:
- SCHIFANI con moto collerico: “Persecuzione giudiziaria”;
- BONAIUTI : con amarezza:“Persecuzione giudiziaria”;
-TAJANI: in preda al panico “Persecuzione giudiziaria”;
- BONDI: prudentemente “Persecuzione politico giudiziaria”- senza trattino;
- CROSETTO: in maniera molto cauta: “Persecuzione politico-giudiziaria” – con trattino;
ed infine, dulcis in fundo, in maniera alquanto moderata
- CICCHITTO: “Aggressione politico-giudiziaria”.
Stranamente, rileva Messina, dopo che ognuno tra i capi gruppo, vice capigruppo, portavoci, coordinatori, avvocati e peones, non c’è traccia alcuna della dichiarazione del capo-gruppo di Forza Italia alla Camera, ELIO VITO.
Ipotizza il giornalista che gli si sia inceppato il fax o bloccato il cellulare ovvero ancora che anche lui sia stato colpito da una “Persecuzione – aggressione politico giudiziaria”.”.
Teste vuote, oramai non più autosufficienti che non sanno fare altro che fungere da partners inerti al sommo ventriloquo.

Chi vivrà vedrà cosa ne uscirà fuori.

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