lunedì, agosto 03, 2009

Allegria, allegria

SU COL MORALE, E LA VITTORIA

SARA’ PIU’ VICINA

E’ questo il titolo di un articolo, una specie di metafora a beneficio di chi non voglia intendere, scritto da

PIETRO OTTONE.

L’Italia oggi non è certamente un modello di etica e di morale per tutte le altre nazioni civili dove vige, per alcune anche da qualche secolo, una vera democrazia verso la quale si resta fedeli chiunque vada al governo.

Dopo le recenti scoperte di atteggiamenti non proprio improntate al ruolo istituzionale che oggi riveste il nostro Premier, anche i “fatti privati” a quel rango diventano pubblici, l’Italia viene trattata, nonostante alcune apparenze del tutto transitorie, non bene dalla stampa estera che poi mette tutti noi alla berlina, mischiando maggioranza ed opposizione in una unica accozzaglia.

Su quanto scritto da Ottone c’è da molto meditare e trarne poi, in piena libertà di giudizio, le dovute conseguenze.

Ecco il testo:

“ Gianni Agnelli diceva: la Juventus mi porta fortuna, quando la squadra vince vanno bene anche gli affari.

La sua era una battuta, ma io invertirei i termini:

direi piuttosto che la Juventus vinceva quando andava bene la Fiat, che era la sua madrina.

E mi spiego.

Mi rendo conto, pur non essendo un esperto, che una squadra di calcio ha bisogno di tante cose per vincere le partite.

Ha bisogno, ovviamente, di buoni giocatori: meglio se sono, come si suol dire, dei fuoriclasse.

Bisogna poi che i giocatori siano in forma, che siano ben allenati: e qui entra in gioco l’allenatore, ma sarebbe giusto definirlo piuttosto il leader, il capo, il dittatore, e potremmo aprire un capitolo interessante per spiegare che tutto dipende dal capo in ogni circostanza della vita, nella famiglia e nella scuola, nella politica e negli affari, in pace ed in guerra, ma di questo ne parleremo un’altra volta.

Infine dobbiamo sperare che i giocatori vadano a letto presto la sera, e conducano vita castigata.

Tutte queste sono premesse che vanno rispettate se si vogliono vincere le partite.

Ma non bastano: il fattore decisivo, alla fine dei conti, è lo stato d’animo, il morale.

Non si vince se non c’è la volontà di vincere e la certezza che si vincerà.

Il che è vero in ogni frangente della vita.

Credete forse che Napoleone vincesse tutte quelle battaglie perché aveva un’arma segreta ?

Certo che no: vinceva perché era sicuro di vincere e perché trasmetteva quella certezza, magicamente, ai suoi soldati.

Poi incominciò a perdere, quando lo stato d’animo, il suo e di conseguenza quello del suo esercito, cambiò.

Torniamo al calcio.

La Juventus vinceva i campionati quando aveva alle spalle l’industria più importante d’Italia, gli affari di quell’industria andavano bene e gli uomini che a quell’industria appartenevano erano convinti di essere il top della vita nazionale.

Non era dunque la squadra a portare fortuna: la squadra vinceva perché l’ottimismo regnava alle sue spalle.

Non voglio adesso allargare il discorso ad altre squadre italiane, per non scivolare verso il terreno politico, giacchè nella vita politica il patron di qualche squadra è immerso.

Mi limiterò a ricordare che un periodo magico della nostra nazionale di calcio, anni fa, coincise con un periodo in cui credevamo – sia pure a torto – di essere la prima nazione del mondo.

Così si spiega perché la nazionale di calcio, adesso, gioca male e perde delle partite.

La squadra nazionale perde perché siamo tutti depressi”.

A parte qualche inesattezza circa i risultati positivi della nostra nazionale in epoca Lippi – un titolo mondiale – e la dimenticanza di un certo Moggi che ebbe ad influire, così parrebbe da una indagine giudiziaria napoletana,ritengo che in linea generale le considerazioni di Ottone siano materia su cui meditare.

Anche il nostro Premier ripete di continuo di avere fiducia che tutto, prima o poi, si rimetterà in sesto.

Detto da qualcun altro, forse, ci si potrebbe fare su un pensierino e sperare, anche se chi di speranza campa disperato muore.

Sono i numeri negativi che risultano in tutti i campi a farci disperare: il crescere della disoccupazione, il calo del PIL, la crescita del passivo dei conti pubblici che ha raggiunto una cifra record, ecc…non ultima una coda di 32 chilometri lungo il passante veneziano !!!

Ma come si può avere fiducia su un personaggio che ha incominciato la sua carriera pubblica con una condanna per spergiuro, falsa dichiarazione sotto giuramento in un processo penale !

A parte il gravoso seguito sino ad oggi !

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