mercoledì, agosto 19, 2009

Lotta alla mafia ?

IN NOME DEL PADRINO

DELLO AMICO DEL PADRINO

E

DEL QUEL SANTO SPIRITO DI MANGANO

Berlusconi

Vorrei passare alla storia per aver sconfitto la Mafia

Ieri il premier in Tunisia ha incontrato Ben Ali

La politica di casa, dai festini a Villa Certosa fino alle riforme e all'inno di Mameli, ieri è restata a Roma, affidata alle pagine del settimanale di famiglia, 'Chi'.

In Tunisia, dove il premier è volato ieri per incontrare in forma strettamente privata il 'vecchio amico' Zine Al-Abidine Ben Ali, Silvio Berlusconi accenna solamente alle questioni casalinghe per sottolineare l'impegno del governo contro Cosa nostra.

Dopo il colloquio con il presidente tunisino e un tour tra antiquari e rigattieri, Berlusconi trova il modo di rivelare un suo sogno da premier:

"Io vorrei passare alla storia come il presidente del Consiglio che ha sconfitto la mafia",

ha annunciato il Cavaliere visitando il set tunisino che ha ospitato le riprese di 'Bagheria', ultimo film di Giuseppe Tornatore che aprirà il Festival di Venezia, co-prodotto da Medusa e da Tarak Ben Ammar che accompagnava il premier.

"Il mio governo ha dichiarato lotta dura alla mafia",

ha aggiunto Berlusconi ricordando che le carceri italiane

"sono piene di mafiosi".

Berlusconi è arrivato sul set di Jebel Jeloud nel pomeriggio dopo aver trascorso oltre quattro ore in una delle ville presidenziali con l'amico Ben Ali. Una visita privata che il premier ha voluto mantenere tale, come già in occasione della sua trasferta del 2007 sempre a Tunisi.

Nel colloquio tra i due leader non si sarebbe accennato ai fatti di politica interna italiana, mentre si sarebbe fatto il punto sulla questione mediorientale e sulle tematiche al centro del G8.

In particolare, a quanto si riferisce, Ben Ali avrebbe espresso apprezzamento per l'organizzazione del summit e per il ruolo svolto all'Aquila dall'Unione africana rappresentata da Gheddafi.

Dopo la visita, Berlusconi non ha rinunciato a un piccolo tour tra antiquari e artigiani tunisini del quartiere di Soukra: lì il Cavaliere ha visitato laboratori e botteghe, rimanendo particolarmente impressionato da una statua di bronzo raffigurante Giovanna D'Arco.

Ha poi ricevuto da alcuni artigiani una statuetta creata su disegno di Salvador Dalì come riconoscimento in quanto "amico della Tunisia".

Prima di rientrare in Italia, a Milano, il premier ha inoltre fatto visita alla sede della Nessma Tv, la prima televisione satellitare panaraba che si vede in tutta l'area del Maghreb, di proprietà dell'imprenditore-amico Ben Ammar.

Ai lavoratori della tv Berlusconi, a quanto riferisce chi lo accompagnava, ha voluto augurare un in bocca al lupo "per un lavoro importante.

E' bello vedere - avrebbe detto - una tv che trasmette in tutto il Maghreb e unisce popoli diversi.

I vostri programmi entrano nelle case di quattro Paesi diversi e questo è un segnale di libertà".

BREVE COMMENTO

Parrebbe a prima vista alquanto difficile comprendere se quello che Berlusconi va dicendo in giro per il mondo siano o meno le solite stupide barzellette da vecchio comico superato dai tempi incalzanti.

Io, in un primo momento, mi sono fatto quattro risate nel leggere il testo di cui sopra pubblicato da APCOM.

Ma mi sono venute in mente le parole della moglie, ancora per poco per quel che io sappia, Veronica:

“Mio marito è un uomo ammalato, fatelo curare”.

Lei intendeva ammalato, in quanto letteralmente posseduto, da altre manie ma che poi, alla fin fine, sono tutte originate dalla psiche dell’uomo in parola.

Lasciamo stare le prime e esploriamo le seconde che, pur diverse tra loro, investono un solo campo: quello del vero e del falso.

Al punto in cui si trova appare a tutto tondo che Berlusconi, a forza di dire balle, non riesce più a distinguere il vero dal falso.

Un credibile testimone di quanto vado affermando lo troviamo nella persona di Indro Montanelli nel momento in cui ci spiega in un suo scritto che

Berlusconi, a forza di raccontare balle, le crede a lungo andare come sacrosante verità; le parole dello scrittore non sono proprio queste ma il senso è questo.

Ma ritorniamo alla sparata sulla lotta alla mafia; a parole ci si potrebbe anche credere ma nei fatti ?

Si tratta di un pessimo testimonial.

Le carceri sono piene di mafiosi, sarà vero ?

Ma non per merito suo bensì per l’opera di molti magistrati, che lui non trascura mai di dileggiare, alcuni dei quali hanno sacrificato la loro vita mentre altri conducono, assieme alla propria famiglia, una vita civile limitata in ogni loro movimento.

Per merito suo e del suo amicuzzo siculo, invece, di loro, parlo di mafiosi, ne è pieno il Parlamento, senza parlar ancora di Fondi ed altre misteriose vicende ancora tutte da chiarire.

Per finire, non è certamente un monopolista della comunicazione a poter parlare di libertà.

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