giovedì, agosto 20, 2009

Robba vecchia

L’ALTRO IERI, IERI, OGGI

La musica, pur nel susseguirsi dei tempi, ricalca sempre lo stesso spartito allorchè vien composto da un padrone tiranno.

Dovrebbe essere il popolo a convincersene per non cadere in trappola; ma, si sa, quando il “potente” ha in mano i poteri della comunicazione, è assai difficile che si accorga di quanto accade anche a sè stesso.

Nascevano e nascono tuttora, come per incanto, coloro che un tempo venivano definiti i

“cantori della libertà”

che, in tempi antichi, con la cetra, poi con la penna, oggi con tutti i mezzi a loro disponibili – pochi per la verità - tentano di risvegliare animi fiaccati da mille avversità e dallo strapotere del comandante di turno.

Roma, in due secoli diversi, ebbe la fortuna di annoverare due di questi cantori

Gioacchino Giuseppe BELLI (1791-1863)

e

Carlo Alberto SALUSTRI (1871- 1950)

Quest’ultimo passato alla storia con il suo pseudonimo

TRILUSSA

l’anagramma del suo cognome.

Oggi voglio proporvi, a riprova di quanto scritto nella mia introduzione, un sonetto di quest’ultimo; a me sembra scritto ieri ed a Voi ?

Dalla serie “ROBBA VECCHIA”

ER VENTRILOCO

Se credi a questo, sei ‘no scemo, scusa:

Po’ sta’ che un omo parli co’ la gente

Come se nella panza internamente

Ciavesse quarche machina rinchiusa ?


Nun credo che in un’epoca che s’usa

D’aprì la bocca senza dì mai gnente

Esista ‘sto fenomeno vivente

Che dice tante cose a bocca chiusa !

Parla còr ventre! O questa sì ch’è bella !

Sortanto er poveraccio che nun magna

Se sente fà glu-glù ne le budella:

Io stesso, speciarmente a fin de mese,

Me sento che lo stommico se lagna….

Ma sai ched’è ? La voce der Paese !

°°°°°°°

A buon intenditor poche parole !

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