PULCINELLA
-1-
Si racconta che Pulcinella dicesse la verità ridendo e scherzando.
E più si sbellicava in risate o indugiava in una serie di riverenze nei confronti del personaggio di turno che prendeva di mira e più pesanti diventavano le sue battute ed i suoi doppi sensi.
Oggi desidero raccontarvi due barzellette, che barzellette poi non sono davvero, per fare un confronto tra due epoche contrastanti tra loro solamente in linea teorica ma, nei fatti, alquanto indicative circa la somiglianza di questo nostro periodo con quello che fu nell’Unione Sovietica ai tempi di Stalin.
Barzelletta n. 1
Siamo a Mosca nel bel mezzo della famosa Piazza Rossa.
Un tizio, incavolato di brutto, mentre camminava urlava:
“Ladri, farabutti, assassini, delinquenti, affamatori dei popolo”, ed altro dello stesso tenore. Viene avvicinato da tre esponenti del KGB e portato di gran carriera davanti ad un magistrato per essere processato per direttissima.
Il reato contestato dall’accusa ?
Vilipendio delle Autorità!
L’incauto urlatore si giustifica affermando che lui queste Autorità non l’aveva nemmeno nominate.
Ma il giudice ribatte:
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Si racconta che Pulcinella dicesse la verità ridendo e scherzando.
E più si sbellicava in risate o indugiava in una serie di riverenze nei confronti del personaggio di turno che prendeva di mira e più pesanti diventavano le sue battute ed i suoi doppi sensi.
Oggi desidero raccontarvi due barzellette, che barzellette poi non sono davvero, per fare un confronto tra due epoche contrastanti tra loro solamente in linea teorica ma, nei fatti, alquanto indicative circa la somiglianza di questo nostro periodo con quello che fu nell’Unione Sovietica ai tempi di Stalin.
Barzelletta n. 1
Siamo a Mosca nel bel mezzo della famosa Piazza Rossa.
Un tizio, incavolato di brutto, mentre camminava urlava:
“Ladri, farabutti, assassini, delinquenti, affamatori dei popolo”, ed altro dello stesso tenore. Viene avvicinato da tre esponenti del KGB e portato di gran carriera davanti ad un magistrato per essere processato per direttissima.
Il reato contestato dall’accusa ?
Vilipendio delle Autorità!
L’incauto urlatore si giustifica affermando che lui queste Autorità non l’aveva nemmeno nominate.
Ma il giudice ribatte:
“E’ vero che non sono state da lei nominate ma le ha perfettamente descritte”.
Ma veniamo in Italia, ad Acerra (NA) per la precisione.
Berlusconi si è recato in quella città per decantare una delle sue innumerevoli “bufale”, l’ecoballa del termovalorizzatore che afferma funzionante ma è fermo da un mese, precisamente dal 26 marzo scorso, giorno della suo battesimo ufficiale.
Due abruzzesi gli intimano di non tornare in Abruzzo perché con i suoi interventi in loco lo sta rovinando.
Scatta la DIGOS, con tanto che avrebbe da fare altrove, identifica i due e perché ?
Un bis di quanto accaduto in Tribunale a Milano anni addietro quando un tizio gli diede del “buffone fatti processare”.
Il tizio venne assolto in Cassazione e Berlusconi costretto a pagare le spese di giudizio.
Qui da noi è un “sovversivo” chi gli scrive contro ed un pericoloso soggetto chi gli si rivolgere per porgergli un invito a fare o a non fare un qualcosa.
Si va appalesando sempre più una tacita soppressione del diritto di critica, di dire la nostra sia in bene che in male, senza che si trascenda.
Sembra apparire all’orizzonte un nuovo ed incomprensibile, dati i tempi ed il soggetto invitato ad astenersi a ritornare in un certo luogo, reato: quello di
“Lesa Maestà”
le cui origini risalgono all’anno 8 Ante Christum natum, introdotto dalla
Lex Iulia maiestatis
da Augusto.
Integrava questo tipo di reato, tra gli altri comportamenti, gli
oltraggi alla memoria degli imperatori defunti;
oltraggi a statue o altre immagini imperiali;
e, soprattutto,
· il rifiuto di riconoscere l'imperatore come divinità.
Passano i secoli ma guai a contraddire i “potenti” o anche chi si crede di esserlo.
Domani la seconda barzelletta.
Ma veniamo in Italia, ad Acerra (NA) per la precisione.
Berlusconi si è recato in quella città per decantare una delle sue innumerevoli “bufale”, l’ecoballa del termovalorizzatore che afferma funzionante ma è fermo da un mese, precisamente dal 26 marzo scorso, giorno della suo battesimo ufficiale.
Due abruzzesi gli intimano di non tornare in Abruzzo perché con i suoi interventi in loco lo sta rovinando.
Scatta la DIGOS, con tanto che avrebbe da fare altrove, identifica i due e perché ?
Un bis di quanto accaduto in Tribunale a Milano anni addietro quando un tizio gli diede del “buffone fatti processare”.
Il tizio venne assolto in Cassazione e Berlusconi costretto a pagare le spese di giudizio.
Qui da noi è un “sovversivo” chi gli scrive contro ed un pericoloso soggetto chi gli si rivolgere per porgergli un invito a fare o a non fare un qualcosa.
Si va appalesando sempre più una tacita soppressione del diritto di critica, di dire la nostra sia in bene che in male, senza che si trascenda.
Sembra apparire all’orizzonte un nuovo ed incomprensibile, dati i tempi ed il soggetto invitato ad astenersi a ritornare in un certo luogo, reato: quello di
“Lesa Maestà”
le cui origini risalgono all’anno 8 Ante Christum natum, introdotto dalla
Lex Iulia maiestatis
da Augusto.
Integrava questo tipo di reato, tra gli altri comportamenti, gli
oltraggi alla memoria degli imperatori defunti;
oltraggi a statue o altre immagini imperiali;
e, soprattutto,
· il rifiuto di riconoscere l'imperatore come divinità.
Passano i secoli ma guai a contraddire i “potenti” o anche chi si crede di esserlo.
Domani la seconda barzelletta.
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