lunedì, novembre 26, 2007

Il volere o volare ovvero il dicktat

IL VOLERE O VOLARE
DEL CAPO
DA EDITTO AD EDITTO:
ma che democrazia è, forse d’Egitto ?

Un mio caro amico, al quale era pervenuto via e-mail questo scritto da parte di un qualcuno di cui non ricordava esattamente il nome, sicuramente di fantasia, me lo ha girato giorni addietro.
Una lunga serie di domande che, credo, se le siano poste anche milioni di italiani, più dei 10milioni di firme( questo è l’ultimo dato sfornato da qualche narratore…di frottole) raccolte sia presso i gazebo del cavaliere che via internet.
Di queste ultime un giornale non di famiglia nè appartenente al gruppo dei lecchini ha scritto su una nota che, pur essendo abbastanza sintetica, dimostra come anche in quella che era la casa ieri demolita , divenuta oggi la casa (di proprietà) del popolo – la casa comunista per antonomasia), siano stati inviati alcuni voti “strani e sospetti”, come quelli che Il Giornale ha chiamato voti truffaldini in favore del PD.
Ma di questo ne parleremo a parte.
Ecco il testo di quanto inviatomi:

“Piacerebbe sapere se dentro al molto agevole (e condonato) condominio di Forza Italia abiti almeno una persona, un uomo o una donna, un giovane, un anziano, un leader o un funzionario, un militante, un onorevole deputato, un senatore, un capo area, un capoufficio, un direttore marketing, un segretario di Circolo non rosso di capelli o addirittura un semplice adornato, che possegga una sua personale (indivisibile, eccentrica, discutibile, diversa) opinione sulle opinioni del Capo. I desideri del Capo. I capricci del Capo. Se ci sia qualcuno (insomma) che dichiari di NON essere d’accordo (poco, molto, abbastanza) su quello che il Capo ha appena deciso e bontà sua comunicato alle plebi, non esattamente dettagli, ma la chiusura del vecchio partito-condominio per aprirne uno nuovo, con una nuova politica, nuove alleanze, una nuova legge elettorale. Concedendo – per garanzia e gentilezza democratica – un numero illimitato di dibattiti e forse persino una consultazione popolare per decidere insieme (finalmente insieme) niente meno che il nuovo nome del nuovo partito e forse il nuovo colore delle nuove tappezzerie. E piacerebbe sapere come mai questo risibile colpo di scena – dopo molte sconfitte e i clamori della rissa a destra - impegni da 72 ore i maggiori politologi dei maggiori giornali (di carta e di etere) gli analisti, i cronisti, i retroscenisti, senza che neppure uno di loro si alzi dal personale calamaio per dire: “Scusate, mi viene da ridere”.
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Un giorno un Re disse dar palazzo
Io so io e voi n'un sete un Cazzzoo !
(giuseppe g. belli)

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