da la Repubblica del 27 gennaio 2005
AUSCHWITZ
Le leggi razziali in Italia sono state "una vergogna, una vergogna assoluta".
E a sessant'anni dalla liberazione del lager nazista, simbolo dell'orrore e dello sterminio, parla di "dovere" della memoria:
"Alle nuove generazioni bisogna insegnare ad amare gli altri, ad amare se stessi e a conoscere ciò che è successo, perchè non si possa più lontanamente arrivare a situazioni come quelle che si sono verificate con il nazismo ed il comunismo".
Per Berlusconi ad Auschwitz si è consumata una tragedia "incredibile", verso la quale ha detto di provare un "senso quasi di incredulità".
Incredulità per il fatto che "si possa essere arrivati a ciò che sappiamo che è successo, che è tutto il contrario della ragione, dell'amore e di ciò che è l'uomo".
Poi, il riferimento al triste contributo dato dall'Italia, durante il ventennio fascista alla persecuzione degli ebrei. A quelle leggi razziali che in Italia, dice il premier, "sono state una vergogna assoluta".
fine dell’articolo
Parlando il 24 gennaio scorso ai suoi sostenitori – il popolo beota - a Nuoro, durante un comizio per il candidato ombra Cappellacci del Pdl alla presidenza della Regione Sardegna, il premier ha raccontato, tra gli applausi dei presenti, una barzelletta su un kapò che dava una comunicazione ai prigionieri di un lager nazista.
Un commento che per l'Aned e la Fondazione memoria della deportazione non solo "non fa ridere", ma "fa pena, tanto più alla vigilia del giorno della Memoria".
Questa la ignobile barzelletta:
“ Il kapò raduna tutti gli internati e comunica in tutta allegria: debbo darvi due notizie, una buona e l’altra cattiva.
La prima è che la metà di tutti voi rimarrà qui mentre l’altra metà – facendo il segno per indicare dalla cintola in giù – verrà trasportata altrove”.
Nel luglio del 2003, invece, nella sede dell'Europarlamento, sempre Berlusconi, parlando dell'europarlamentare tedesco Martin Schulz (Spd), lo definì perfetto per il ruolo di kapò in un film sui lager nazisti.
Lascio a voi in piena libertà di giudizio come definireste questo individuo che si vanta d’aver dato in tutto il mondo all’Italia un prestigio che mai nessuno in precedenza era riuscito a dare.
Infatti per questo i giornali esteri lo definiscono come “IL PADRINO” e gliene dicono davanti e di dietro di tutti i colori.
Dimenticavo:
ripreso da una TV italiota il nostro ometto assume un atteggiamento compunto, quasi piagnucoloso e balbetta:
“Sono rimasto colpito da quello che ho visto.
Questa estate ritornerò qui assieme ai miei figli e per questo prenoterò subito un albergo”.
Sono trascorsi da allora tre anni ed ancora lo stanno attendendo.
Che il colpo che a suo dire ha avuto gli abbia fatto perdere le memoria ma anche quel senno che dovrebbe contraddistinguere un vero e degno capo di governo ?
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