lunedì, gennaio 12, 2009

I reati aumentano alla faccia del piano sicurezza

LO SA MA NON LO DICE
I delitti aumentano ma tutto va bene signora la marchesa.



Diminuiscono solamente i casi di rapine in banca ma non per merito del c.d. “Piano sicurezza” approntato dal Governo attraverso il quale si attendeva eliminare del tutto il fenomeno dell’immigrazione, piano condito a mo’ di rinforzo coreografico dalla visita del nostro participio passato del verbo imputare effettuata presso il nostro grande amico Gheddafi.
Infatti è proprio dopo questa visita che gli sbarchi di clandestini è aumentato in misura esponenziale.
Delle strombazzate conquiste berlusconiane in terra libica non v’è traccia alcuna; anzi sembra proprio che il suddetto premier dell’italiana gente abbia preso una bella trombata.
Chi le fa le aspetti.
Ma ritorniamo, dopo questa pleonastica introduzione sin troppo somigliante ad una musica da tempo suonata, alle banche.
Preciso che una mattina di molti anni addietro, dovendo versare un assegno, mi sono recato nella filiale n.1 del Credito Italiano – allora si chiamava ancora così – sita in corso Italia nel palazzo della RAS.
Era entrato in uso un modulo nuovo ed ero intento a leggerlo bene onde evitare errori quando ebbi sentore di un battibecco che credevo si svolgesse tra due clienti per ragioni di precedenza ad uno degli sportelli.
Continuai all’esame del modulo allorché qualcuno mi toccò una spalla; mi girai per vedere chi fosse e mi accorsi allora che era una persona con il viso coperto da un passamontagna e che con la mano destra brandiva un borsone entro il quale, presumo, tenesse un mitra.
Mi disse testualmente:
“Non avere paura da te non voglio nulla, stai tranquillo ma vai dietro gli altri e lascia il tuo cellulare sul tavolo dove l’hanno già messo gli altri”.
Detto fatto, ci fecero entrare, eravamo in tutto una decina, dentro una specie di corridoio senza uscite dove rimanemmo pochi minuti.
I rapinatori si allontanarono in fretta lungo via Mulino delle Armi e di loro, in breve, non si rilevò traccia nonostante le molte Volanti di Polizia subito intervenute.
Non ho avuto paura perché il bandito addetto alle “pubbliche relazioni” parlava non da duro ma con tono più che suadente.
Si portarono via, logicamente, tutti i cellulari che però mi rimborsarono attraverso la stessa RAS, la loro compagnia d’assicurazione.
La filiale rimase, com’era in uso a quei tempi, chiusa per tre giorni in modo che gli impiegati potessero riaversi psicologicamente dall’eventuale spavento patito.
Venni convocato dopo qualche anno, assieme agli altri clienti presenti al momento della rapina, in Questura per identificare i rapinatori.
Avevano tutti il viso coperto e, almeno io, non ho potuto essere di grande aiuto e credo nemmeno gli altri; avevo potuto intuire che si trattava, almeno quello che mi aveva invitato ad alzarmi e di andare a nascondermi, di un meridionale con accento calabrese.
Li avevano presi in Veneto ed a loro erano imputate varie rapine, tutte con identico scenario.
Incominciarono ad apparire all’esterno delle filiali delle banche le guardie giurate ed all’interno gli impianti di telecamere e una tendenza a tenere pochi soldi in contante nelle loro casseforti e per prelievi di una certa consistenza era divenuto necessario prenotare la somma in anticipo con entrata ed uscita, dopo il prelievo, da una porta di servizio abilmente camuffata.
Crollano le rapine in banca ma aumentano quelle bei confronti di farmacie e supermarket; eppure sarebbe possibile farle diminuire se gli italiani, contrariamente a quello che avviene in tutto il mondo ad alto tenore di vita, usassero invece del denaro contante le carte di credito o quelle pago – bancomat; molti istituti emettono le loro carte con tutte e due le funzioni.
In Italia almeno il 90% dei pagamenti delle famiglie avviene in contanti mentre in Francia solamente il 59% usa ancora banconote.
Però c’è da noi una certa ritrosia ad accettare pagamenti non cash; anche località turistiche del sud dove vado a passare i mesi estivi presso una villetta ereditata dai miei; ti guardano male come guarderebbero uno che tenta di fregarli.
E’ pur vero che per gli esercenti rappresenterebbe un costo a loro carico, specie con le carte di credito, ma ne guadagnerebbero in sicurezza ed anche, abili come sono in questo giochetto, scaricherebbero questo ulteriore balzello sui loro clienti.
Ma anche le banche dovrebbero ridimensionare le loro competenze per siffatte operazioni.
Arriviamo al 2007 allorchè per incrementare la loro protezione l’ ABI
– l’Associazione degli Istituti bancari – costituisce un centro di ricerca sulla sicurezza anticrimine, l’Ossif, con il duplice scopo di sensibilizzare il personale e di analizzare i fenomeni criminosi riguardanti il comparto.
In dieci anni le rapine in banca dal 7,8 % che erano sono calate al 5,9 %, i rapinatori identificati erano nel 2004 il 36% mentre nel 2007 si è arrivati al 44 %; e la lotta di resistenza continua.
E’ ovvio che i delinquenti vadano altrove e la Federdistribuzione, atteso che i pericoli sono gli stessi che tempo addietro penalizzavano le banche, ha avviato di recente una collaborazione con l’Ossif.
Osservo che l’aumento delle rapine ai supermarket è più pericoloso perché ai soliti rapinatori professionisti si accompagnano sempre più rapinatori improvvisati, spesso giovani che hanno reazioni inconsulte in caso di resistenza.
Per concludere, le banche, a quel che leggo, spendono 700milioni di euro all’anno di cui:
- la metà per dispositivi anti-rapina quali telecamere, sistemi biometrici di controllo, metal detector, vetri blindati, vigilanza armata;
- il resto per la prevenzione dei raid e la tutela del trasporto valori.
Aggiungo anche, che per quanto mi riguarda, come la circostanza dissuasiva per eccellenza sia quella del poco contante tenuto in cassa; mediamente non più di 20mila euro.
Il rischio, mettendo assieme tutte le altre misure antirapina e l’alto rischio di essere identificati, fanno si che, prendendo in uso un certo detto popolare, sia pure adattato al tema de quo, si possa affermare che
“la rapina in banca non vale la candela”

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