venerdì, gennaio 02, 2009

Sgarbi, il pluricontestato

L’ITALIA DI OGGI
Un permeare continuo di capovolgimenti di ogni valore:
- pregiudicati in Parlamento assieme ad altri che se la sono cavata solamente con l’ausilio di apposite leggi confezionate su misura ad unam personam;
- la menzogna prevale sulla verità;
- la disonestà sull’onestà.
Il risultato ?
Coloro che hanno il coraggio di esternare il loro sdegno, come dicono in Sicilia,
CORNUTI E MAZZIATI.
La Casta comanda ed i servi schiocchi eseguono.
Ma siamo giunti alla saturazione di ogni immaginabile sopportazione.
E’ quindi oramai normale che ogni tanto qualcuno si ribelli a questo stato di cose e, siccome i nostri media nella loro stragrande maggioranza stanno proni in continua genuflessione ai piedi del nostro gran capo, ricorra a gesti eclatanti, seppur pacifici, di contestazione nei confronti di chi siede al tavolo di un qualunque consesso.
C’è un precedente con protagonisti Picca, Sgarbi ed un tizio che difende quest’ultimo davanti il comune di Milano, in piazza della Scala: Picca urla varie volte "pregiudicato" a Sgarbi, aggiungendo "ecco che i pregiudicati comandano a Milano".
Ne segue un lungo battibecco che, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, ci mostra di quale pasta sia la faccia dell'assessore Sgarbi che ricambia a Picca l'epiteto a lui rivolto.
E’ di questi giorni la volta di un giovane, Giuseppe Gatì, che si è reso colpevole di un “gravissimo reato”:
quello d’aver accolto ad Agrigento, all’interno di una biblioteca, il sindaco di Salemi, il noto critico d’arte che risponde al nome di Vittorio Sgarbi, al grido:
W CASELLI, W IL POOL ANTIMAFIA
SGARBI PREGIUDICATO
A carico di quest’ultimo una cosetta da nulla, una sentenza passata in giudicato che lo condanna per truffa aggravata e continuata nei confronti dello Stato e con ancora pendente un processo, concluso in primo e secondo grado con una condanna non ancora definitiva per un ricorso in Cassazione, per diffamazione nei confronti del Dr. Caselli e del pool antimafia.
Già condannato in sede civile dal Tribunale di Milano per diffamazione nei confronti dei magistrati, indicati come assassini, Navigo, Greco e Gherardo Colombo del pool “Mani pulite”.
Ma ecco il recentissimo caso, una specie di bis di quello avvenuto a Milano, in p.zza della Scala, davanti al Palazzo comunale:
Grida: «Sgarbi pregiudicato», viene portato via !
di Pier Paolo Flammini
L'ITALIA DELLA VERGOGNA
Un ragazzo siciliano ha contestato una visita del popolare critico d'arte, opinionista e politico, urlando «Viva Caselli, viva il pool antimafia»: la polizia municipale l'ha allontanato e chiuso in una stanza.
Testimonianze dalla Rete.
C'è da rimanere senza parole.
Evidentemente, l'Italia vuole diventare (oltre quanto lo è già) un paese per nani e ballerine, per altro di infimo livello.
Un modo per iniziare con tanta rabbia questo 2009 che, subito, non mostra differenze rispetto al 2008.
Con buona pace del direttore Gianni Riotta che, solo pochi minuti fa, al Tg1 delle 20, si è autoincensato per il suo modo di fare informazione.
Evidentemente tacendo bellamente quello che può accadere ad Agrigento - ma potrebbe essere anche casa nostra - e mostrando invece una minuziosa attenzione per certo immondezzaio mediatico assolutamente inutile in un servizio pubblico. Scandaloso, al riguardo, l'esecuzione dell'ordine nel finale del video, quando Sgarbi intima di "togliere quella macchina" alla ragazza che riprendeva il tutto, e qualcuno, ha eseguito quanto voluto all'istante.
Povera, povera Italia.
Dal blog Beppegrillo.it riporto integralmente
Un ragazzo siciliano ha gridato: "Viva Caselli, viva il pool antimafia!" durante un'esibizione periferica del condannato in via definitiva Sgarbi.
E' stato allontanato dalla forza pubblica, sequestrato e rinchiuso in una stanza.
Le persone che hanno assistito alla scena, tranne rare eccezioni, sono rimaste a guardare.
E' un'Italia rovesciata.
L'onesto è il disonesto. Il giudice è il ladro. Il pregiudicato è il parlamentare.
Per capire come comportarsi è sufficiente dire il contrario della verità.
La stella polare dell'italiano è il rovescio del diritto.
Non può sbagliare. Chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni e chi si fa i suoi e i nostri diventa presidente del Consiglio.
Se il ragazzo avesse esclamato:
"Mangano eroe!"
sarebbe stato invitato a cena dalle autorità con babà e cannoli.
Dire il contrario della verità paga in un Paese di mentitori.
Nessuno tocchi il ragazzo. E' un piccolo eroe, un fiore raro.
Gli altri, i presenti che non sono intervenuti in sua difesa, sono invece italiani veri. Quelli che tengono sia famiglia che capobastone.
Campobello di Licata - 31/12/2008 13:22
Caso Sgarbi, parla il giovane "contestatore"
di Carmelo Vella


L'autore della contestazione al sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi durante la presentazione del suo libro ad Agrigento, è un giovane ventenne di Campobello di Licata. Si chiama Giuseppe Gatì ed è il figlio del coordinatore cittadino del Partito democratico, Giacomo.
Ieri Gatì ha fornito la sua versione dei fatti:
"Io con altri amici - ha spiegato il giovane - ci siamo recati alla biblioteca La Rocca per assistere alla presentazione dell'ultimo libro di Sgarbi, e per ricordare agli intervenuti le sue vicissitudini giudiziarie.
Abbiamo, infatti, detto che Sgarbi è un pregiudicato.
Durante la contestazione, io e la mia amica, che tra l'altro riprendeva tutto con una telecamera - aggiunge Giuseppe Gatì - siamo stati aggrediti, strattonati e presi a calci e pugni.
Sono inoltre stato fermato dalla polizia, la quale mi ha tenuto per più di un'ora in una stanza, dove mi hanno identificato più volte, tolto il telefonino, perquisito, perché volevano ad ogni costo la videocamera con le immagini chieste da Sgarbi. Alla mia richiesta di un avvocato, mi hanno risposto che non meritavo niente, e dovevo anzi ringraziarli per non avermi portato a passare la notte in questura.
Alla fine, mentre mi lasciavano andare, si sono giustificati dicendo che 'non si può mica contestare uno come Sgarbi, che è stato onorevole e ministro' ". La vicenda avrà un seguito a livello giudiziario perché la Procura della Repubblica di Agrigento ha avviato un'inchiesta.
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Ricordo che la Corte di Cassazione con due recentissime sentenze ha confermato che non può considerarsi reato dare ad un sindaco che non ha mantenuto le promesse l’epiteto di “buffone”.
Ricordate il
“buffone, vai a farti processare”
rivolto a Berlusconi
lungo i corridoi del palazzo di Giustizia di Milano.
Anche in questo caso la Cassazione ha annullato la sentenza che anche in grado d’Appello aveva condannato il “fine dicitore”.
Giuseppe Gatì ha solo detto la verità ed è stato vittima di un sorpruso.
E poi dicono che l’Italia……..

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