mercoledì, gennaio 28, 2009

Fatemi capire

Gradirei che qualcuno mi spiegasse su quali elementi si fondi quell’antipatia universale
 nutrita nei confronti del neo ministro

BRUNETTA

Comprendo  come rispetto ad altri i politici alti fisicamente come Berlusconi sembri piccolo, piccolo come deve essere un neo, sebbene cattivo ma non maligno.

Che sia solamente la gran massa di fannulloni che, almeno a suo dire, ha messo a posto tanto che questa sua campagna contro abbia dato subito i suoi frutti tanto da sfiorare negli uffici pubblici il “pieno” quasi assoluto.

I numeri sono numeri certo ma quello che rimarrebbe da chiarire è certamente il poter capire e controllare cosa facciano durante le ore di lavoro i dipendenti pubblici, per esempio quelli dei vari ministeri.

Parrebbe che sia ancora un mistero.

Per motivi istituzionali mi sono dovuto recare spesso a Roma sia presso il ministero dell’Interno che in quello della Difesa.

Salendo i gradini del primo – l’ascensore era guasto – ho notato un andirivieni di impiegati che salivano e scendevano dalle scale con borse della spesa; dei ben informati ebbero a schiarirmi le idee spiegandomi che all’interno del ministero dell’Interno c’era uno spaccio dove si poteva acquistare a buon mercato quasi tutto.

Dovevo recarmi dal Segretario della Commissione Centrale per la Finanza Locale  onde presentare la Pianta Organica dell'Amministrazione comunale della cui Giunta cui facevo parte; ho dovuto attendere quasi un’ora in corridoio, seduto assieme a due dirigenti del Comune che mi accompagnavano, su un divano posto nel corridoio perchè il viceprefetto era impegnato in una riunione.

Ad ogni piano c’erano enormi scrivanie ma dei “titolari” di questo servizio, i c.d. uscieri,  non vi era traccia alcuna; poco prima d’entrare nella stanza del Viceprefetto, vidi da lontano arrivare due signore, che avevo notato scedere per le scale che io stavo in quel momento salendo, con tanto di borse piene che ritornavano lemme lemme e chiacchierando alla grande, presumo, nel loro ufficio.

Si erano date un'ora di svago a vantaggio dei propri affari e non della collettività.

Questi fatti sono la lampante riprova che la presenza fisica di una qualsiasi persona vale zero se il lavoro esplicato è pari a zero.

Presso il ministero della Difesa ero invece andato in un ufficio dislocato nei pressi della Farnesina per stipulare un accordo onde poter utilizzare i giovani condannati, perché renitenza alla Leva, in alcuni uffici del mio comune.

Un tizio, essendo la stanza vuota, ebbe la cortesia di dirmi che i due addetti a quell’ufficio erano andati a prendere il caffè; che doveva essere molto lungo atteso che ho dovuto aspettare molto tempo.

Con aria strafottente che sapeva tanto da presa in giro mi chiesero il motivo di una tale richiesta, facendomi altresì intendere come il richiedente comune non fosse all’altezza del compito che voleva assumersi.

Risposi sorridendo che il ministro della Difesa pro tempore era nato proprio nel paese da dove provenivo io anche se allora abitava  a Pavia.

Come le molle di un divano che, rompendosi, scattano fuori dalla copertura per giunta imbottita, così i due maldestri funzionari si precipitarono a definire la pratica in un battibaleno.

Volevo inviare una lettera al ministro ma non lo feci però glielo raccontai in occasione di una sua venuta in occasione della celebrazione di una festa civile.

I due militari assegnatici furono impiegati uno al Centro Giovani e l’altro alla Biblioteca comunale dove teneva lezioni a chi non sapeva ancora usare i pc.

Al termine del loro servizio civile non volevano andare via ma, purtroppo, non ci era stato possibile assumerli perché le nuove assunzioni erano state bloccate dalla legge finanziaria così come il turnover.

Per finirla qui, caro signor ministro, cosa posso dirle se non che faremo i conti con lei a fine mandato ?

Però debbo riconoscerl tuttavia che ha compiuto, dati i tempi, un atto eccezionale.

Quello che è giusto è giusto e debbo darle atto che, dopo aver forse letto qualche articolo sullo scandalo delle oltre 650.000 auto blu circolanti in Italia, Ella ha deciso di rifiutare quella a Lei assegnata per diritto di casta e se n’è  andato a comprare  una tutta per lei e solo per lei sebbene, per distinguerla dalle altre in circolazione, ha voluto che fosse dotata di una targa personalizzata.

L’hanno fotografata sul retro ed ironia della sorte, toh! quella che le è capitata, ma non mi è stato concesso di sapere se si sia trattato di una coincidenza casuale o voluta.

Chissà che effetto che fa girare con una tale autovettura, ma non aggiungo altro; lei che è molto intelligente capirà il perchè-

Talis pater talis..........biga.

Mi permetto di suggerirle, ad evitare sollazzi tra i suoi oppositori oggi inferociti più che mai, di ritornare all’auto blu. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie