venerdì, novembre 28, 2008

Negato ad Enzo Biagi l'Ambrogino d'oro
Sondaggio de L’ESPRESSO
Milano nega a Biagi l'Ambrogino d’oro
Milano non darà la sua medaglia d'oro a Enzo Biagi, scomparso il 6 novembre 2007.
Per l'opposizione è l'estremo sgarbo di Berlusconi al grande giornalista cacciato dalla Rai, per il centrodestra
"Biagi aveva già avuto tutto".
Secondo voi:
Risultati
(siamo ancora agli inizi del sondaggio)
Ha ragione il sindaco di Milano Letizia Moratti: un premio alla memoria è ridondante, visto che l'aveva già preso da vivo ed è appena stato iscritto al Famedio come grande milanese
41 voti
Ha ragione Dario Fo: negare l'Ambrogino a Biagi umilia l'intera cittadinanza
222 voti
Ha ragione la famiglia Biagi: se Enzo fosse ancora vivo, rifiuterebbe il riconoscimento
197 voti


Credo che pochi milanesi ricordino che nel 1979 Enzo Biagi abbia ricevuto, in vita, una medaglia d‘oro, come ha precisato qualcuno, negandogli così questa onorificenza da morto.
Ad essere sottili a me pare che questa vergognosa presa di posizione della destra altro non sia che la riedizione dell’editto bulgaro che fece cacciar via questo nostro grande giornalista dalla RAI - un servizio pubblico dominato da un privato - reo di dire la sua su certi avvenimenti che riguardavano tutti noi.
E’ una vita dura il dover raccontare , secondo una etica professionale irreprensibile, la verità in un regime di informazione totalitaria voluta da uno che ha in mano il monopolio di tutte le fonti che dovrebbero informare nel bene e nel male tutti i cittadini.
Ho conosciuto personalmente Enzo Biagi in maniera del tutto casuale.
Lavoravo a Milano in corso Italia e nella pausa d’intervallo solevo fare, a digiuno, nei pressi una passeggiatina.
Ci eravamo incrociati tante volte ed un bel giorno lo salutai; lui era assorto nei suoi pensieri ma mi rispose con un sorriso che considerai come un abbraccio affettuoso. Una persona semplice ma traboccante di tanta umanità; si considerava uno di noi e non faceva mai pesare la sua grande qualità di giornalista e scrittore.
Siamo andati avanti così per tanto tempo, non tutti i giorni, ma spesso.
Un giorno, mentre ero assorto a guardare una vetrina, mi sentii toccare su una spalla, mi girai e lo vidi col solito sorriso e mi salutò con un gratificante, per me, CIAO.
Poi andai in pensione e non ebbi più alcuna occasione di rivederlo.
Ma, ciò nonostante, il ricordo di questo grande personaggio è stato sempre vivo in me. Amava la gente, soprattutto quella comune; lui tentava di aiutarla con i suoi articoli, i suoi libri ed anche con i suoi sorrisi.
Ma glielo hanno impedito
Sono certo che In tanti lo ricorderanno così: semplice e schietto come sono tutte le persone che amano la libertà e la verità.
Milano ha perso una grande occasione in maniera alquanto ignobile.
Un altro editto bulgaro stavolta camuffato in un piatto di risotto alla milanese condito non con lo zafferano ma con l’odio di una destra schifosamente di parte.

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