giovedì, novembre 13, 2008

Il nostro premier ha un sassolone nella scarpa, aih !

UNO DEI TANTI SASSOLINI NELLA SCARPA
DEL
CAPATAZ
parte prima
La P2 aveva formulato un piano per impossessarsi del potere in maniera possibilmente incruenta.
E’ interessante dargli anche una breve scorciatina per capire, al di là delle vecchie e recenti indicazioni del “venerabile” Licio Gelli che indica proprio la persona di Berlusconi come l’essere umano (?) in grado di poter attuare integralmente il Piano della setta massonica in parola, la Propaganda 2.
Setta clandestina che lavorava nell’ombra con il fine di abbattere nel nostro Paese il regime democratico instauratosi, per volere del popolo italiano, nel nostro Paese alla fine della seconda guerra mondiale.
Una conseguenza naturale della vittoria della nostra Resistenza, i cui combattenti ebbero l’alto valore civile e morale di affiancare, sino alla Liberazione totale dell’Italia, le truppe alleate contro il regime nazi-fascista imposto per un ventennio da un dittatore schiavo di Hitler.
Una setta, la P2, che, nonostante scrivesse il contrario, dell’eversione fece il suo scopo irrinunciabile.
Tutto taceva, nessuno la conosceva se non per sentito dire da chi a sua volta l’aveva avuta come notizia vaga e non proprio credibile.
Un venticello che piano piano si stava estendendo lungo lo schienale della nostra penisola ma di prove sulla sua effettiva esistenza e sui nominativi dei suoi adepti non ce n’erano proprio.
Sino ad un certo punto.
Però il diavolo fa le pentole ma non i coperchi
E fu così che un “incidente di percorso” del tutto casuale (un'indagine su Sindona), parafrasando il dantesco Conte Ugolino ,
del mistero ci squarciò il velame.
Il marciume che covava e cospirava contro la nostra libertà conquistata con il sacrificio ed il sangue di migliaia e migliaia di combattenti e di civili incolpevoli venne fuori, alla luce del sole, in tutta la sua interezza.
Ci racconta la cronistoria della scoperta di tutti i documenti base della P2 e di altri alquanto interessanti, nella sua brillante maniera, in un suo articolo pubblicato nel 2001, un giornalista di chiara fama:
Gianni Barbacetto.
E’ il suo scritto una vera e propria “summa”, abbastanza lunga tanto che la riporterò su più post a partire da oggi, anche perché illustrerò tutti i punti contenuti in questo stramaledetto
“PIANO di RINASCITA”
che, poi, altro non è stato che il programma prima di Forza Italia e poi del Popolo della Libertà sia pure con qualche aggiunta innovatrice per far spazio, dato l'evoversi nel corso di tempi , ancor prima che divenisse Premier, di alcune sue situazioni personali :
Lo stesso Gelli,


lo ha espressamente individuato come il suo erede.
Per chiudere questo primo post riporto quella parte del Piano dove si fa riferimento alle misure da prendersi, quale
“emergenza a breve termine”,
nei confronti del Sindacato in quanto secondo il Venerabile maestro si era verificato
“ lo spostamento dei centri di potere reale dal Parlamento ai sindacati” …….
“ 3) Per quanto concerne i sindacati la scelta
prioritaria è fra la sollecitazione alla rottura, seguendo
cioè le linee già esistenti dei gruppi minoritari della CISL
e maggioritari dell'UIL, per poi agevolare la fusione con
gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari
entità i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo
di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale
trimurti.
Gli scopi reali da ottenere sono:
a) restaurazione della libertà individuale nelle
fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli
di fabbrica con effettive garanzie di segretezza del voto;
b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del
sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quello
illegittimamente assente di interlocutore in vista di decisioni politiche
aziendali e governative.
Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva
integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini
dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno
clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la
bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei
lavoratori.
Anche in termini di costo è da prevedere un impiego di
strumenti finanziari di entità inferiori all'altra ipotesi “.
Questo è quanto Berlusconi tenta di fare sin dal 2001
senza tuttavia riuscirci, almeno sino ad ieri, con la preziosa collaborazione di Confindustria che amica dei lavoratori non è mai stata né ieri, né oggi e né lo sarà mai in futuro per le sin troppo ovvie diversità esistenti tra la classe del padronato e quella dei lavoratori.
La riunione, definita per gli allocchi come “privata” – forse solo perché si teneva a palazzo Grazioli e non a palazzo Chigi – con una tale numerosa partecipazione di personaggi degni ed indegni – scegliete voi chi appartiene ad una delle due categorie di cui sopra – con uno divenuto rosso come una rapa – la sua testa – che negava il vero - parrebbe che abbia avuto un carattere del tutto diverso: fior di ministri, la Marcegaglia ed i due sindacati benevolmente predisposti al "signorsì" !
La CGIL era, e lo è tutt’oggi, quel grande sindacato che raccolse tutti quei lavoratori che difesero a costo della loro vita le fabbriche - l'Alfa Romeo milanese in testa - in cui lavoravano dalla furia nazi-fascita che durante la ritirata, incalzata dalle forze alleate e dai partigiani, faceva di ogni cosa terra bruciata, seminando anche un gran numero di vittime tra i civili .
Una strage globale.
Vi chiederete giustamente: “ ma i padroni dov’erano ?”.
Se l’erano data a gambe, chi in Svizzera chi altrove, seguendo l’esempio di un re che più che un sovrano era divenuto una macchietta in mano ai fascisti.
Di questi operai, dei veri eroi, non se n’è più parlato ma credo che questa sia stata la buona occasione per parlarne, anche da parte di Epifani per farla intendere ai suoi colleghi segretari ( o ex ?) e a chi sta tentando di comprarseli.
Giusto perché si sappia in quanto in questo Paese dove l’informazione “pulita”, non addomesticata, è quasi del tutto scomparsa a causa di questo ometto che uscito dalle nebbie di un passato assai discusso per le sue scalate, intende oggi rifare quello che altri non riuscirono a fare per l’opposizione di alcuni partiti che trovarono il giusto conforto nel voto popolare.
Oggi è diverso perché metà del popolo italiano è stato messo in stato di plagio.
Occorre una nuova Resistenza, guardate che non esagero.
Io oramai le ho viste tutte, potrei anche fare una vita da “non imbecille o da non coglione”.
Ho scritto anni addietro, dopo l’avvento dell’ometto di Arcore e dei voltagabbana che l’hanno seguito, alcuni addirittura inseguito, questa frase che molti amici ebbero a riportarla sui loro siti :
“L’uomo ricco potrà comprare di tutto ma mai la dignità di un uomo onesto”.
segue

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