domenica, aprile 13, 2008

Lo strillo di Appaltone

APPALTONE LANCIA UNO STRILLO
ed io lo raccolgo subito

Quello che sto per proporvi me lo ero, col tempo, scordato.

Lo pubblico subito perchè ritengo che siano molti quelli che, come me, non lo ricordano più e che il numero di coloro che non l’hanno mai letto o sentito raccontare sono milioni e milioni di italiani, specie i giovani.
Ricordo però che Berlusconi ebbe a dire di recente che Montanelli era velenoso nei suoi confronti perché era invidioso di lui.
Non specificò cosa invidiasse in lui: la sua leggiadria, non credo, nemmeno la sua cultura, forse la ricchezza ?
Ma non era il tipo perché ne aveva abbastanza del suo; e di cosa allora ?
Il potere ? Nemmeno quello perché lui ne aveva un altro ancor più micidiale, quello della sua penna.
Non lo invidiava per nulla anzi Montanelli era arcicontento di essere un uomo diverso da lui.
Ma ecco quanto postato da Appaltone:

"L'Italia berlusconiana è la peggiore delle Italie che io ho mai visto.
E dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime.
L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze.
L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta.
Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo. (...)
Non sono spaventato: piuttosto sono impressionato, come non lo ero mai stato.
Va bene, mi dicevo, succede anche questo: uno dei tanti bischeri che vengono a galla, poi andrà a fondo.
Ma adesso sono davvero impressionato, anche se la mia preoccupazione è molto mitigata dalla mia anagrafe.
Che vuole, alla mia età preoccuparsi per i rischi del futuro fa quasi ridere. (...)
È strano: io non avevo mai preso parte alla campagna di demonizzazione: tutt'al più lo avevo definito un pagliaccio, un burattino.
Però tutte queste storie su Berlusconi uomo della mafia mi lasciavano molto incerto.
Adesso invece qualsiasi cosa è possibile"
(Indro Montanelli, intervista a Repubblica, 26 marzo 2001).

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