lunedì, aprile 21, 2008

Ancora sul dopo elezioni

IL RISULTATO ELETTORALE
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Alle lettere cui accennavo nel precedente post, le due pubblicate sul sito del PD che volevo sottoporre alla vostra attenzione, se n’è aggiunta una terza; quest’ultima è stata scritta da un lettore non anonimo, con tanto di indirizzo email – che però non posso indicare non avendo avuto, perché non richiesta, la sua preventiva autorizzazione - ed inviata al Corriere della Sera alla Rubrica tenuta da Beppe Servegnini.
Come poter abbandonare la lotta politica in questo momento storico che, da quel che si intuisce sin d’ora, parrebbe preludere ad un altro quinquennato che affosserà per sempre la nostra povera Italia, fagocitata da


Ci siamo capiti, dall’industria più potente esistente oggi in Italia,
“la Mafia S.p.A.”
con un fatturato annuale da capogiro:
90 miliardi di euro, pari al 7% del PIL ed a 5 finanziarie di grosso “calibro”
(Stima Confesercenti).
Solo gli stolti non l’hanno ancora compreso che questa società dalle enormi ramificazioni in tutto il mondo, Italia compresa, non poteva che appoggiare i candidatati che avevano dato prova di avere una certa “convenienza” nell’assicurare una certa accondiscendenza nel campo degli appalti, della sanità “privata”, nelle organizzazione del lavoro nei porti di maggiore importanza, nello smaltimento legale dei rifiuti, anche se poi…….li mandano altrove e non bruciati attraverso appositi impianti rispondenti ad ogni norma prevista a livello europeo.
Ricordare le parole del ministro berlusconiano delle Infrastrutture, Lunari, che ebbe il coraggio di affermare come con la mafia occorresse convivere e, purtroppo, convisse, diciamo quanto meno per quieto vivere.
E convivendo, convivendo, una galleria sulla Palermo – Messina, costruita da una ditta collegata adesso all’Italcementi, la Calcestruzzi, e stata chiusa per pericolo di crollo e posta sotto sequestro giudiziario non rispondendo, per quanto attiene agli elementi di sicurezza, a quanto previsto nel capitolato d’appalto.
Ma andiamo alle tre lettere
LA PRIMA
Scritta da un novantacinquenne famosissimo nel mondo della psichiatria infantile che risponde al nome di
GIOVANNI BOLLEA
Premio alla carriera del Congresso Mondiale di Psichiatria e Psicologia Infantile e dell'adolescenza 2004.
Nato a Cigliano Vercellese nel 1913, innovatore della neuropsichiatria infantile italiana del dopoguerra, si è formato a Losanna, Parigi e Londra ed è professore emerito presso l’Università La Sapienza di Roma.
Fondatore e direttore dell’Istituto di neuropsichiatria infantile dei Sabelli, primo presidente e direttore della Società italiana di neuropsichiatria infantile, promotore di innumerevoli iniziative in favore dell’infanzia, è noto al grande pubblico anche per i suoi interventi televisivi.

“Caro Walter,

oggi dopo la sconfitta, io sono tranquillo, se penso che il Partito Democratico chiude un secolo di storia molto discutibile. Un secolo pieno di difficoltà, che iniziava con la caduta della destra - sconfitta nel 1905/1910 con Giolitti, mai più ricostruita come forza vera moralmente accettabile, chiusa più che mai nel suo impegno neo-industriale e priva ormai del vero spirito morale di una destra-guida - per continuare con la lotta di Aldo Moro e della sua corrente, nella difficile marcia tra Vaticano e sinistra social-comunista.Io ho vissuto tutto il dramma, ma ad latere, chiuso in forma ossessiva nella mia Neuropsichiatria infantile, che dal 1945 non ho mai abbandonato.
Ma, sul piano politico, potevo liberamente pensare, attendere, soffrire, e sperare.Il tuo partito per me risolve dunque un’epoca e raggiungerà quella sintesi in cui speravo, ma che mi sembrava troppo coraggiosa in un’Italia che trattiene ancora in sé due anime positive controverse e una destra vera.Ecco perché ha vinto una destra che non è una destra!
E ha perso una sinistra che non è una sinistra armonica; intelligente sì, ma a cui i propri ideali non sono del tutto chiari.Conclusione: il Pd per la nazione Italia, che ha in sé due grandi verità in contrapposizione politica più che ideale, doveva ancora progredire.
Il Pd è il vero partito che vince e porta alla vittoria quella ricchezza contraddittoria italiana, rispetto agli altri Paesi, stretta tra Vaticano e mondo del lavoro.
Vaticano e spirito di attività e di volontà di dare, che è proprio del mondo impiegatizio-operaio.
Ma che la destra italiana non ha mai saputo capire nel suo lato positivo.Bisogna riflettere molto su questo punto, su ciò che è stato il dramma stesso della mia vita, che ho saputo sublimare solo nel dare al mondo scientifico della Neuropsichiatria infantile.

Dai miei 95 anni vedo una prossima vittoria tua e del tuo partito, se sarà capace di comprendere meglio il dramma positivo e negativo del secolo passato.La morale, per me, è nelle parole di mio padre che, portandomi a vedere a 8 anni la casa del Lavoro di Torino, che i fascisti avevano bruciato, mi chiedeva di non dimenticare.
Da quel tragico fuoco è nata tutta la mia lotta psicologica e politica.Tu, invece, che sei così giovane, lotta e non rinunciare.
Sei riuscito a ridurre l’enorme frammentazione a 2-3 partiti.
Hai fatto un lavoro straordinario e stupendo.
Ricordo ancora il tuo discorso nei giorni in cui eri diventato Sindaco di Roma: «...Ma io rimarrò in questo settore», quando ti risposi: «Sei troppo giovane per decidere della tua vita».
La frase che forse ti sembrò molto sibillina voleva dire: vai avanti e credi in quello che fai cocciutamente, ogni volta che decidi qualcosa.Sono sicuro che le tue idee, come supporto al tuo coraggio di costruire e prendere la guida del Partito Democratico, saranno la tua grande vittoria: un irrinunciabile plus valore per il nostro Paese.Un giorno, scherzando, ho detto a Fassino che volevo essere il numero 12 del Partito, perché lasciavo il posto agli altri undici molto più importanti di me!
Ed ora, a parte le battute, mantengo in forma ideale questo mio desiderio.
E avendo avuto la grande fortuna di captare le verità essenziali dei tuoi discorsi, ti dico: continua. Il Pd, come inizio di un’armonica costruzione fra le necessità e gli ideali italiani in una visione europea, deve continuare perché l’Italia è la nazione più ricca di contrasti, ma è depositaria di un vastissimo bacino di insospettabili, costruttive qualità caratteriali e culturali. La sconfitta deve quindi insegnare a capire molto di più di quanto è giusto, per discutere, costruire e proporre il giusto all’Italia che tutt’ora si interroga.Buon lavoro “.
Bollea a 95 anni è un personaggio che il mondo ci invidia per la sua alta professionalità nonché per la sua mente ancora lucida e lungimirante.
Si accompagna in questa schiera anche la nostra Rita Levi Montalcini che domani compirà 99 anni,
AUGURI DI TUTTO CUORE A QUESTA SCIENZATA
Premio Nobel 1986 per la medicina, senatrice a vita, più volte beffeggiata ed insultata in Senato dalla destra fascista, compresI i capipopolo forzisti, da lei lontani anni luce per personalità, correttezza, cultura ed umanità.
UNA GRANDE DONNA CHE HA NOBILITATO L’ITALIA.
Ogni volgarità detta nei suoi confronti altro non è stato che un atto di razzismo elevato alla massima potenza e di oltraggio nei confronti di tutte le donne.
Un vero complesso d’inferiorità appartenente alla destra da secoli e lo stesso Berlusconi ha esplicitamente detto che per lui il ruolo delle donne è dietro i fornelli.
Poi però, oggi, si avvalgono dei casi di donne aggredite e stuprate in questi gironi per loro scopi elettorali, pronti a ritornare come prima e peggio di prima nelle loro quotidiani deprecabili insulti nei confronti di tutte le donne, anche le loro – vedasi in passato le affermazione di Storace nei confronti della Mussolini.
Che gentaglia !
Ieri la Montalciniha detto testualmente che
“ Accetto questa età senza fatica , non mi vergogno delle mie doppie protesi acustiche, dei miei occhi che non vedono quasi più. Voglio andare avanti. Non sono stanca di vivere. E non cerco la morte. Arriverà. Forse tra un mese, forse tra due anni, chissà: Le mie colpe sono di scarsa entità. Spero di avere pochissimo fa farmi perdonare”.
Una persona oramai malmessa nel fisico causa l’età oramai prossima al centenario che dimostra a noi tutti cosa significhi la gioia di vivere e di fare ancora qualcosa per il suo prossimo.
Come si può lasciar perdere sino a che se ne hanno ancora le forze, sia pure alquanto ridotte rispetto a quelle che si possedevano ancora in un recente passato, e non partecipare attivamente all’affermazione del nuovo nostro Partito come realtà insopprimibile ed insostituibile ?
Le altre due lettere le posterò domani.
segue








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