martedì, settembre 04, 2007

I sonetti di Belli - 3


I Sonetti
di
GIUSEPPE GIOACCHINO BELLI
3 -
LI CAVAJERI
E a voi da bravi ! Cavajeri jeri,
cavajeri oggi e cavajeri domani !
E sempre cavajeri: e li sovrani
non zanno antro che fa che cavajeri.
Preti, ladri, uffizziali, cammerieri,
tutti co le crocette a li pastrani.
E oramai si le chiedono li cani,
dico che je le dànno volentieri.
S'incavajerà mò qualunque vizio...
vojo ride però, co tanto sguazzo*
de cavajeri, ar giorno der giudizio.
Quanno che Gesù Cristo, arzanno er braccio,
dirà: “Signori cavajeri der ca(Z2)o,
ricacàte ste croce, e all'infernaccio”.
*abbondanza
21 aprile 1834
Il Belli romano ed il Carlo Porta milanese furono i portavoce del popolo che in tal modo divenne il vero protagonista della stessa storia.
Storia di stenti e di sofferenze che, a lungo andare, diventano come di casa, un'abitudine che abbatte ogni sorta di reazione in quanto va a prevalere una forma di rassegnata passività nei confronti del potente di turno.
Se non ci fosse la satira, la "vox populi" !
Storie antiche ? Mah ! I cicli si ripetono nel corso degli anni, i periodi neri si alternano a quelli buoni per tutti noi miserelli; ma da qualche anno in Italia è sorto un personaggio che fa eccezione alla regola di questa altalenante sorte perchè per lui il barometro economico si è bloccato sul bel tempo.
E' il “cavaliere” per antonomasia il personaggio cui mi riferisco ed al momento del giudizio universale, allorchè nostro Signore chiamerà questo nocchiero, assieme alla sua ciurma, per render conto del suo operato mi chiedo come reagirà.
Credo che per la prima volta rideranno tutti i mortali con un'unica eccezione, sempre lui, il cavaliere destinato all'infernaccio.
“E' più facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei Cieli”.
E' il Vangelo che ce lo dice e la parola del Vangelo è Verità.
Ma, purtroppo, quei cattolici o pseudo tali, che si sono intrufolati dopo varie capriole nello schieramento politico del centrodestra dopo l'affondamento della loro barca, l'hanno dimenticato, anzi arraffano a più non posso anche loro, e di tutto, onori e danari
.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Inserisco qui sotto la corretta trascrizione del sonetto "Li Cavajeri" secondo l'edizione BUR (Milano, 1991).

Cordiali saluti.

Paolo Bottini (Cremona)

* * *

LI CAVAJERI

E a voi da bravi! Cavajeri jeri,
Cavajer oggi e cavajer domani!
E sempre cavajeri: e li sovrani
Nun zanno antro che ffà che cavajeri.

Preti, ladri, uffizziali, cammerieri,
Tutti co le crocette a li pastrani.
E oramai si le chiedeno li cani,
Dico che je le dànno volentieri.

S'incavajèra mo qualunque vizzio:
Vojo ride però, co ttanto sguazzo
De cavajeri, ar giorno der giudizzio.

Quanno che Gesucristo, arzanno er braccio,
Dirà: «Siggnori cavajer der cazzo,
Ricacàte ste croce, e a l'infernaccio».

Giuseppe Gioachino Belli

21 aprile 1834