Prima di ritornare su questa tematica con le mie conclusioni ho voluto rifletterci sopra ancora un po’ in quanto mi sono reso conto della confusione generale che si era creata per il sovrapporsi di due ipotesi di provvedimenti mai chiarite da fonti ufficiali.
Ognuno di noi si è lasciato trascinare dai “si dice che” e dai “parrebbe” delle fonti giornalistiche e dai conduttori di tutti i telegiornali sì che in molti hanno tratto conclusioni affrettate e poco ponderate.
Il c.d. “pacchetto sicurezza”, ipotizzato in una riunione limitata solamente ad alcuni ministri, contro la criminalità organizzata e la microcriminalità – quest’ultima per fatti, commessi da singole persone, previsti dalla legge come reati e come tali puniti sulla base di specifiche norme contenute sia nel Codice Penale che in altre leggi riguardanti materie particolari, non ha nulla a che vedere con l’ordinanza emanata dall’assessore fiorentino Cioni, con il benestare del sindaco Dominici, presidente dell’Associazione Italiana Comuni Italiani (ANCI).
Come al solito, tra Istituzioni ed i cittadini c’è quasi sempre un difetto di comunicazione dovuto, da un lato, perché questo pacchetto è solo una ipotesi di alcuni ministri con deleghe che attengono direttamente od indirettamente alla “sicurezza” e, dall’altro, a causa di una improvvida risposta del ministro Amato il quale, rispondendo ad una domanda rivoltagli da un giornalista, ha ritenuto, a mo’ di esempio, unificare il due problemi.
Improvvida perché il ministro dell’Interno sa benissimo quale sia in teoria e nella pratica la differenza che intercorre tra i “criminali” ed i “lavavetri, venditori di fiori, accattoni”.
Ma quello che adesso interessa in questa è l’ordinanza fiorentina anti-lavavetri e simili.
“Regolamento di Polizia Urbana”
e di alcune ordinanze specifiche regolamentanti la viabilità ed i cartelli stradali da immettere, i mercati rionali, il commercio, uso del suolo pubblico, ecc…
Il primo, una volta approvato dalla Giunta, viene portato in Consiglio Comunale per la sua approvazione o meno.
Dopo essere stato approvato viene affisso sull’Albo Pretorio sì che ogni cittadino ne possa prendere visione; in ogni caso è la stessa Amministrazione che, pur non essendone obbligata, dovrebbe inviarne copia ad ogni capofamiglia ed alle varie Associazioni civili e religiose esistenti in città.
Questo regolamento prevede, tra le altre norme, anche specifiche sanzioni pecuniarie in caso di accertata violazione di alcune norme comportamentali, per esempio: lo scarico di rifiuti al di fuori dei luoghi previsti, abbandono sul suolo pubblico di materiale residuo di demolizioni, sparo non autorizzato di mortaretti, schiamazzi notturni, indebita occupazione del suolo pubblico con bancarelle e simili, disturbi della quiete pubblica- ritengo che il rigore contro i lavavetri e gli altri a loro accomunati siano stati fatti rientrare in questa fattispecie – e così via.
Oltre a ciò l’evento accertato potrebbe configurarsi anche come reato penalmente perseguibile; in tal caso è dovere di un Pubblico Ufficiale ma anche di ogni cittadino che ne ha pagato le conseguenze, procedere, a seconda dei casi, ad una denuncia o ad un atto di querela all’ Autorità giudiziaria.
Sarà poi quest’ultima, una volta raccolte le prove sul fatto,
a stabilire se procedere penalmente od archiviare il caso.
Val la pena qui riportare una dichiarazione del sindaco Dominaci riportata dall’agenzia di stampa del Corriere della Sera, l’AGR:
ROMA - "Non capisco perche' dovremmo sentirci in difficolta' per aver fatto un provvedimento che, secondo alcuni sondaggi, ottiene tra il 60 e l'80 per cento del consenso della gente". Cosi' il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, intervistato dall'Unita', commenta l'ordinanza contro i lavavetri. "L'ordinanza - spiega Domenici - non dice che va in galera chi fa il lavavetri, prevede solo una denuncia per chi non la rispetta. C'e' un articolo del codice penale che lo prevede". "Non e' vero che affrontando il tema della sicurezza, cercando di dare delle risposte si fa una politica di destra", sottolinea il sindaco. (Agr)
Tutto qui.
Ognuno è però libero, purchè ragioni in perfetta buona fede, di pensarla come vuole.
F I N E
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