giovedì, settembre 13, 2007

Il caro prezzi

SPIGOLATURE SETTEMBRINE

13 SETTEMBRE
SCIOPERO della PASTA

Detta così, come riportata dal titolo dato alla notizia da parte di alcuni quotidiani, parrebbe che a scioperare sia la pasta, stanca di essere divorata da noi italiani.
In realtà dovremmo essere noi ad accogliere l’invito lanciato da alcune Associazioni dei Consumatori ed addirittura anche dalla Coldiretti.

“Settembre, andiamo. É tempo di migrare.

Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori

Lascian gli stazzi e vanno verso il mare:

Scendono all'Adriatico selvaggio

Che verde è come i pascoli dei monti “.

Così scriveva Gabriele D’Annunzio inneggiando alla sua terra d’Abruzzo ma oggi, sul mese di settembre, cosa scriverebbe, atteso che la maggior parte dei pascoli è stata selvaggiamente e criminosamente bruciata dai piromani e che colorate di verde sono solamente le tasche della stragrande maggioranza degli italiani onesti ?
Un rito che si perpetua da anni quello dell’aumento dei generi alimentari e non solo di quelli, come pane e pasta, il cui elemento essenziale, almeno si spera, è il grano.
Un ritornello stonato che era di moda già prima, sia pure in misure ridotte, che entrassimo nell’area dell’euro; ma adesso di anno in anno le percentuali di aumento hanno raggiunto cifre impensabili, senza voler poi sottolineare che in Italia stipendi e salari, rapportati ai valori di livello europeo, sono i più bassi in assoluto.
Salvo le prebende dei nostri parlamentari che, in barba a tutti noi, continuano a lievitare in maniera superiore a quella che dovrebbe rapportarsi, così come avviene per tutti noi, alla svalutazione programmata dai vari governi che non corrisponde poi mai a quella reale.
Grazie sig. Berlusconi di quel “Io non ci posso fare nulla” per calmierare i prezzi; se allora non ebbe il coraggio di spiegarci il vero motivo del raddoppio dei prezzi ce lo spieghi oggi e ci dica come mai tutti gli altri governi dei Paesi che avevano aderito all’area dell’euro questo fenomeno negativo per tutti i cittadini non si è verificato sia perché sono stati raggiunti accordi bilaterali ed anche perché gli stessi commercianti, a cominciare dai grandi supermercati si erano imposti di propria iniziativa il controllo dei prezzi.
Gli UNIEURO, infatti, tutto al costo di un euro, sono nati nei Paesi scandinavi e non in Italia dove la lobby legata al commercio ha potuto fare quello che ha voluto.
Lasci perdere la solita sua gran balla, sostenuta anche da quel burlone che è Tremonti, e cioè che la parità tra lira ed euro doveva essere fissata a £. 1.500 e non a £. 1.936,27 (corrispondente alla media del valore della lira rispetto all’ECU nel decennio antecedente all’entrata in vigore della nuova moneta europea ) o, ancor peggio, all’incapacità delle nostre donne spendaccione per non saper calcolare al mercato il costo reale del prodotto e che, pertanto, la colpa fu del governo precedente al suo, quello di Prodi.
E che si potesse fare sin d’allora qualcosa lo dimostrano le “lenzuolate” di Bersani che è riuscito a far togliere quei maledetti 20 euro, un vero e proprio “pizzo” da pagarsi sulle ricariche dei cellulari vigente in Europa solo da noi.

Gli aumenti in euro dei generi c.d. “primari”:

· Kg. 1 di farina nel 2006 = 0,80 nel 2007 = 0,89 aumento pari al + 11%;
· Kg. 1 pasta corta (penne) nel 2006 = 0,90 nel 2007 = 1,10 aumento pari al + 22%;
· Kg. 1 pasta lunga (spaghetti) nel 2006 = 0,90 nel 2007 = 1,14 aumento pari al 27%;
· Kg. 1 di pane nel 2006 = 2,10 nel 2007 2,46 aumento pari al 17 %.
Rispetto allo scorso anno il prezzo del grano è aumentato solamente dello 0,05% mentre i prodotti da esso derivati vantano un aumento medio del 20%.
Dov’è l’inghippo ?
L’opposizione dirà colpa delle tasse, che peraltro c’erano di già e nella stessa misura allorché al timone del vapore c’erano loro; allora non le pagavano come del resto molte altre categorie.
Oggi, che di riffa o di raffa le debbono pagare, le fanno ricadere sulle nostre teste senza scrupolo alcuno.

Ma al di là della speculazione da parte dei commercianti, la cui gran parte ha sino ad ieri evitato di emettere gli scontrini fiscali quando riteneva, per il tipo di cliente o in un determinato orario mattutino o serale, sta il fatto che in Italia esiste una catena parassitaria di passaggi di ogni tipo di merce, dai medicinali, ai prodotti per la casa, ma soprattutto nel campo ortofrutticolo; ad esempio 1 kg. di pomodori viene pagato agli agricoltori 0,05 centesimi mentre al mercato costa 1,50 euro.
E’ da qui che bisogna partire, incominciando a valutare alcune ipotesi di vendita diretta da agricoltore a consumatore; la conseguenza sarà quella che costringerà i venditori a darsi una severa regolata.
Comunque, oggi saltiamo il primo piatto e chi non possa farlo mangi il riso.




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