Parte prima
Riporto integralmente da
CONTROCORRENTESATIRICA
In campagna elettorale il centro sinistra aveva promesso di cancellare le leggi vergogna di Bellachioma. Tra le tante c'era la vergognosa depenalizzazione del falso in bilancio.
Da qui comincio io.
Posso anche concordare, sia pure con qualche distinguo, su quanto scritto su questo sito web cui sono arrivato casualmente, ciccando un po’ qui ed un po’ là.
Per non essere in prosieguo frainteso premetto subito che per me un conto è la criminalità, sia quella micro che tocca o potrebbe toccare direttamente un qualsiasi cittadino sia in casa propria che in luoghi pubblici od aperti al pubblico – furti, scippi, borseggi – raggiri, ecc..- che quella formata da vere e proprie organizzazioni criminali che incidono negativamente su tutta la comunità, spesso direttamente – vedasi per esempio le richieste del “pizzo” ai commercianti – che indirettamente, talmente silente che se non fosse per la catena di omicidi, che poi è il mezzo più spiccio per regolarsi tra di loro i conti, non ce ne accorgeremo nemmeno della sua esistenza.
Eppure è da sempre che non c’è metro, tanto per fare un esempio, dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria che non abbia dovuto sottostare a regole non approvate dal Parlamento ma da alcuni operatori al di fuori della legge.
Fa specie che i cittadini, anche coloro che continuano a dire d’amare l’Italia, non facciano mai accenno a questo problema e di moltissimi altri ancora di questo tipo che non sono solo dei politici, dei giudici, delle Forze dell’Ordine, ma di noi tutti.
Sino a che un qualcosa non accade alla propria persona, chi se ne frega, ma allorché capita un qualche inconveniente al menefreghista di professione, ecco scatenarsi il finimondo.
Il problema criminalità è certamente di rilevante importanza in quanto ha assunto dimensioni notevoli, tanto quanto il decadimento morale della nazione.
Ma è ovvio, e qui concordo con l’autore del pezzo che ho riportato più sopra integralmente, che non riguarda alcun tipo di criminalità quello dei lavavetri e dei nuovi accattoni – non parlerei dei barboni quelli veri, che muoiono per indigenza o nelle fredde notti milanesi mentre dormono, avvolti nei giornali, nei parchi, nei sotterranei della stazione Centrale, sotto i portici della galleria di piazza Duomo ovvero in qualche stanza semi diroccata di qualche fabbrica dimessa ed abbandonata assieme ai topi.
Però anche quello dei lavavetri e di quelli che chiedono l’elemosina per le vie, è un problema, specie nelle nostre città d’arte frequentate da turisti stranieri; non è certo un bel assistere a scene di reazione anche violente, specialmente allorché è una donna alla guida dell’auto, quando la loro “assistenza” venga rifiutata: spesso e volentieri ci si rifiuta perché chi ti appare davanti l’auto è il quarto se non addirittura il decimo che ti si presenta via via arrivando ad un semaforo ovvero non apri il finestrino per paura nemmeno per esternare il “gran rifiuto” ovvero ancora perché in passato qualcuno il parabrezza te l’ha sporcato più che pulito, se non addirittura rigato.
La maggioranza di questi lavavetri è nelle mani di alcune organizzazioni con a capo dei loro stessi connazionali ed alla sera se non raggiungono il plafone stabilito sono guai, anche corporali.
Sono dei rompipalle ma non certo dei criminali, un po’ come i nostri sciuscià napoletani nell’immediato dopoguerra.
Occorrono soluzioni a livello sociale per loro così come per i questuanti donne che vagano per le strade, sui metro con neonati in braccio o per i bambini alti due spanne ma muniti di una tenacia incredibile nel seguirti per molti metri con una mano tesa col palmo all’insù e con una continua litania elencante il proprio stato di povertà.
Viviamo oggi sotto un continuo stress e con due diverse personalità a seconda se si è un passante o un conducente; nel primo caso inveisci contro l’automobilista che mentre attraversi sulle strisce pedonali ti sfiora per non essersi fermato mentre nell’opposta situazione inveisci contro il pedone che si è permesso di tagliarti la strada.
Alla guida sei un insofferente, allorché scatta il giallo sul semaforo rivolto verso la via che incrocia la tua marcia e non parti subito senti dietro di te qualcuno che strombazza urlandoti dietro di tutto, l’intero scibile, in pochi attimi, degli insulti.
Ecco perché il lavavetri ti disturba, al di là di casi particolari come quelli accennati più sopra, per definizione.
segue
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