Parte II^
i RICCHI ed i POVERI
Per non creare confusione in coloro che a suo tempo, mi riferisco al periodo andante dalla fine degli anni 60 sino al 1980, hanno avuto l’occasione di ascoltare più volte le canzoni allora di moda, preciso subito che non mi riferisco al famoso quartetto ligure dei
“ I Ricchi e Poveri” ,
Alludo proprio alle persone ricche dalla nascita e rimaste ricche nonché ai ricchi divenuti poveri, ai poveri divenuti ultraricchi con trucchi anche illeciti di mestiere ed ai poveri in canna da sempre e che tali rimarranno vita natural durante.
Nella fascia degli anni da noi tutti vissuti sotto il segno dell’uomo di Arcore l’evento più eclatante, in negativo purtroppo, è stato l’allargarsi del solco già esistente tra i vari ceti sociali che ha determinato di fatto, anche a discapito di quella che era un tempo la nostra borghesia, la loro riduzione ad una dicotomia: i ricchi da un lato ed i poveri dall’altro, l’un l’altro contrapposti in perenne conflitto.
Un’opera napoleonica, senza alcun dubbio; nessuno in passato, pur avendo fatto molti tentativi per ottenere un analogo risultato, c’era riuscito.
Ecco perché il nostro protagonista di questa impresa ebbe a paragonarsi, fra gli altri grandi della storia, anche a Napoleone Buonaparte, corso di nascita ma di origine italiane, venete per la precisione.
Certo fu bravo a depredarci molti capolavori artistici, avendo poi il coraggio di affermare che gli italiani erano tutti ladri; al che qualcuno gli rispose con prontezza: “Maestà, tutti no, buona parte si”.
Ma, ritornando al nostro uomo, appare cosa giusta e saggia congratularsi con lui per alcuni primati che ha fatto raggiungere all’Italia durante la sua governance; non è da tutti arrivare a tanto, infatti.
Ma ecco alcuni dati che dovrebbero riaccendere a molti il lume dell’intelletto:
L’Ufficio Statistico della Comunità Europea
Eurostat, che esamina prima i fenomeni a livello comunitario europeo per poi scendere nei particolari di ogni singola nazione, su questa tematica snocciola alcuni
dati che si riferiscono all’anno 2004
anno questo dell’ultima rilevazione.
Premettendo che vengono considerati come
“poveri”
coloro che guadagnano meno del 60% del reddito medio del Paese in cui risiedono, l’Eurostat ci fa sapere che:
in Europa
· ben 72milioni di persone erano a rischio di povertà;
· la media delle famiglie in stato di povertà era del 16%;
· la media relativa alla spesa pubblica in favore della famiglia,della casa e dell’esclusione sociale era pari al 3,4% del Prodotto Interno Lordo.
in Italia
· ben 2milioni e 674mila famiglie vivevano in condizione di povertà;
· la media delle famiglie in stato di povertà era del 19% ( lo 0,9% in più rispetto al 2003);
· la media relativa alla spesa pubblica per il pacchetto “sociale” era pari all’1% del PIL.
Un vero e proprio record europeo in negativo; questo è il tanto decantato lustro dato al nostro Paese dall’italico pseudo Napoleone; è riuscito a condurre per mano molti italiani, agevolandone il percorso in parte con i sui provvedimenti ed in parte con i mancanti interventi atti ad evitare questo sfacelo, verso la soglia della povertà per farli poi precipitare dentro onde poter dare una ben selezionata compagnia a coloro già da tempo poveri e che lo erano diventati nel frattempo ancor di più.
QUESTO SI’ CHE SI CHIAMA ALTRUISMO !
SANTO SUBITO
Con l’aria che tira nello Stato della Città del Vaticano l’ipotesi non appare poi proprio del tutto peregrina.
Ma chi sono questi nuovi poveri?
Alludo:
· a coloro i quali, nelle vesti di piccoli risparmiatori, hanno perso tutto il gruzzolo, accumulato durante tanti anni di fatica per garantirsi una vecchiaia meno pesante finanziariamente, in quanto investiti dal ciclone di alcune truffe finanziarie: bond argentini, fallimenti Cirio , Parmalat, tanto per citare tra i molti quelli più sconquassanti;
· a quei lavoratori dipendenti ed ai c.d. lavoratori atipici i quali, spremuti come limoni con stipendi e salari più bassi d’Europa hanno visto diventare il loro corrispettivo economico sempre meno competitivo a causa dell’esagerato aumento dei prezzi che non potevano, come hanno fatto altre categorie, scaricarlo a loro volta su altri;
· a chi lavorava in settori del comparto manifatturiero (abbigliamento, pelli, calzature) letteralmente travolti, assieme agli imprenditori, dalla concorrenza di alcuni Paesi produttori con basso costo di manodopera.
E qui l’accusa andrebbe rivolta anche a quelle grandi imprese che hanno chiuso le loro fabbriche in Italia per trasferirle in Cina od in India, così aumentando nel nostro paese la disoccupazione.
I NUOVO RICCHI
ovvero
LE SANGUISUGHE
Si staccavano una volte rimpinzatesi a dovere col sangue umano; ma allora non c’erano a disposizione né medicine specifiche né altri trattamenti per curare l’ipertensione.
Si racconta anche che venivano applicate alle donne per purificarne il sangue e per far loro sparire i “cattivi” umori; favole ? Non saprei.
Tempi antichi ?No di certo!
La medicina americana le ha reintrodotte a partire degli anni ‘70 perché la loro attività è stata ritenuta come un vero toccasana per ripulire il sangue, per agevolare la ripresa della circolazione sanguigna negli arti appena trapiantati nonché per ripulire profonde ferite a rischio di cancrena per la mancanza di una rapida rimarginazione.
Questo negli USA ma da noi ?
Abbiamo avuto in regalo dall’Unto una colossale invenzione, quella delle
SANGUISUGHE VIRTUALI
una miserabile sottospecie di quelle reali ma che hanno la caratteristica di essere più pericolose delle prime; appena si attaccano ad un essere umano appartenente alla casta dei poveri non lo mollano più sino alla sua morte.
Le sanguisughe reali si riempiono di sangue in una ventina di minuti, quelle virtuali sono insaziabili, mai appagate, e mollano la loro preda solo quando questa non ha più nulla da poter dare.
Secondo l’Istituto di Studi Politici Economici e Sociali
EURISPES
sono coloro che sono stati in grado di stabilire liberamente i prezzi delle merci in vendita, senza alcun controllo, di modo che sono riusciti nell’impresa di scaricare su altri soggetti – i clienti – ogni spinta inflazionistica, con ciò contribuendo ad aumentarne il tasso a scapito degli utenti, aggiungo io.
In testa a tutti i proprietari della grande distribuzione dei prodotti ed i commercianti in genere sia all’ingrosso che al dettaglio nonché tutti i liberi professionisti
i fornitori di servizi (TV, Telecomunicazioni, Informatica ed altro) nonchè le Agenzie pubblicitarie
nonché, dulcis in fundo, i proprietari, manager ed azionisti di tutte le aziende che agiscono ancor oggi in regime di totale o quasi monopolio.
Io ne aggiungerei altri, sfuggiti più o meno casualmente, alle statistiche ufficiali:
· i componenti, soprattutto quelli che usano portare i colletti bianchi, di alcune grandi famiglie siciliane, calabresi, pugliesi, campane, operanti in tutta Italia con il più o meno tacito consenso di alcuni politici locali;
· gli strozzini e gli sciacalli;
· i furbi, furbini e furbetti.
Il quadro di questa situazione, che più che desolante lo definirei allarmante, è stato dipinto a poco a poco nel corso di un quinquennio da quell’uomo acclamato dai più, non solo da don Baget Bozzo, don Gelmini e don Verzè ed altri consimili, come quello della Provvidenza.
Ma la definizione datagli è monca in quanto non hanno avuto il coraggio di aggiungere tre paroline latine che, pur nella loro sintetica espressione,hanno un immenso significato:
PRO DOMO SUA!