martedì, luglio 03, 2007

Sul "porcellum"

LE FURBATE DEL CAVALIERE
senza ritegno
Ieri il sig. Berlusconi, oltre alle varie scurrilità che oramai gli escono dalla bocca in ogni occasione ed in ogni dove, ha concluso la sua giornata presso la Scuola di Formazione politica di Formigoni affermando che fu Ciampi, "uomo di sinistra", a volere che la nuova legge elettorale - ideata e votata dal solo centrodestra - fosse congegnata, a proposito del premio di maggioranza al Senato, in modo da agevolare il centrosinistra.
Credo che oramai abbia superato ogni limite della decenza



ed a riprova della falsità di tale affermazione riporto qui di seguito il testo integrale di un articolo, a firma di Luca Ostellino, pubblicato su Il Sole 24 Ore in data 23 dicembre 2005.

Scommetterei che il Cavaliere senza ritegno arriverà ad affermare come anche il quotidiano di Confindustria rientri nella sfera del monopolio della stampa di sinistra !

LEGGE ELETTORALE

23 dicembre 2005
Il visto di Ciampi sul proporzionale di Luca Ostellino

La nuova legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza, voluta dalla Cdl, ha superato anche l'ultimo passaggio. Otto giorni dopo l'approvazione del Senato, ieri sera Carlo Azeglio Ciampi ha firmato il provvedimento che manda in soffitta il " mattarellum", chiudendo la stagione del maggioritario all'italiana.All'esultanza del centrodestra, Silvio Berlusconi in testa, che ha accolto la notizia con grande soddisfazione e un certo sollievo — dopo le voci di dubbi e possibili rinvii da parte del Quirinale circolate fino all'ultimo — fa da contraltare la delusione del centro sinistra: pur rispettando la firma di Ciampi, gli esponenti dell'opposizione avvertono che i dubbi sulla costituzionalità del nuovo sistema di voto restano tutti. A partire dall'esclusione del voto della Valle D'Aosta per la determinazione del premio di maggioranza alla Camera, il premio di maggioranza regionale al Senato e la stessa funzionalità del testo.Quella del Colle « era una decisione attesa, anche se non scontata » , ha spiegato Sandro Bondi. Una decisione, aggiunge il coordinatore di Fi « che dimostra ancora una volta l'imparzialità e l'indipendenza del capo dello Stato, che ha rifiutato di farsi strattonare da alcuni partiti, in particolare dalla gaffe di cui si è reso responsabile Prodi » . Come sottolineano in molti, anche se da punti di vista e con valutazioni differenti, per Bondi il via libera alla riforma « apre una fase politica e storica radicalmente nuova » . Che, a giudizio controcorrente del vicepresidente del Senato Domenico Fisichella, comporterà « una faticosa transizione con una fase di precarietà politica ».
.Felice per la firma del presidente della Repubblica è il ministro delle Riforme Roberto Calderoli, uno dei " padri" della nuova legge, che ha espresso la sua gioia « per avere scoperto, diciamo così, di non aver scritto un testo incostituzionale... » . I più soddisfatti sono senza dubbio gli esponenti dell'Udc, il partito che ha spinto con maggiore insistenza per il ritorno al proporzionale, " patrimonio genetico" degli ex dc. « È un regalo di Natale da parte del presidente della Repubblica. Con il suo atto, il capo dello Stato consente agli italiani di recarsi alle urne, alle prossime elezioni, con una legge che dà una maggiore libertà di voto » , ha detto il capogruppo centrista alla Camera Luca Volontè. Contrariamente a Bondi, che non la dava affatto per scontata, Ignazio La Russa, presidente dei deputati di An, spiega di non aver mai avuto dubbi sulla decisione di Ciampi: « D'altra parte è la legge più democratica: così vince chi ha più voti » , sostiene La Russa, contraddicendo la tesi di quanti, Roberto D'Alimonte tra gli altri su queste pagine, sono convinti che tra le conseguenze negative dell'assegnazione del premio di maggioranza per il Senato prevista dalla legge ( su base regionale e non nazionale) ci sia proprio la possibilità per una coalizione di avere la maggioranza dei voti ma non dei seggi a Palazzo Madama.
Si tratta di uno dei punti su cui il centro sinistra, che arriva a ipotizzare con Dario Franceschini un pronunciamento della Consulta a sfavore del testo, solleva dubbi di costituzionalità. In realtà, nel scegliere di attribuire il premio di maggioranza su base regionale,
i tecnici della Cdl hanno dato un'interpretazione restrittiva e formalistica dell'articolo 57 della Costituzione che vuole appunto il Senato eletto su base regionale, proprio per non incorrere nel rischio di incostituzionalità.
Come sottolinea il leader dell'Udeur Clemente Mastella « ho sempre ritenuto questa legge priva dello spirito di governabilità ma non ho mai creduto che fosse incostituzionale » . Proprio l'ingovernabilità sembra infatti essere il rischio più evidente che il premio di maggioranza produrrebbe in un Senato con maggioranze risicatissime e potenzialmente diverse da quella della Camera.

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