ACCADEVA UN TEMPO
che
che
alcuni nullafacenti si riunissero di tanto in tanto per discutere su tutto quanto destasse il loro interesse.
Ognuno, in questi singolari contraddittori, enunciava le proprie idee e poi cercavano assieme di trasformarle in teorie comuni.
Qualche altro preferiva, invece, parlare con se stesso ed organizzava un ideale convegno in cui domande e risposte ai molti problemi , anche metafisici, venivano esposte da personaggi immaginari; un vero e proprio dialogo con se stesso attraverso interposte persone virtuali.
Alcuni risultati di questi convivi reali e di mera fantasia ci sono stati tramandati da altri che dei pensieri altrui ne ebbero a trarre vantaggi sia nella vita pubblica che in quella privata attraverso l'applicazione di alcuni principi ritenuti come fondamentali e, quindi assolutamente indispensabili, per favorire una convivenza civile.
Questi principi potremmo definirli oggi, a distanza di secoli, le fondamenta della vera democrazia.
A seguito della entrata in vigore della legge Mastella sulla parziale riforma della GIUSTIZIA
mi intratterrò su questo tema, anticipando sin d'ora che occorreva ben altro per risolvere i mille problemi ancora irrisolti, primi fra tutti la riforma dei codici di procedura civile e penale sulla quale, a breve, dirò la mia.
Ma adesso è mia intenzione parlare dei principi fondamentali della giustizia in senso lato e cioè sul vivere ed operare da parte dell'uomo politico giusto, usando le stesse parole dei fannulloni di turno:
“la giustizia è una prerogativa del più forte e consiste nel fare del bene agli amici e del male ai nemici”
afferma provocatoriamente tal Polemarco, suscitando le ire di Socrate che, per contro, ribatte a questa teoria che bolla come falsa:
“ innanzi tutto occorre sapere ben distinguere i veri amici ed i veri nemici da coloro che sembrano tali ma non lo sono e poi chi danneggia rende sempre peggiore il danneggiato e ciò non pare possa essere l'obiettivo del giusto... Il vero uomo politico non mira ai propri interessi ma a quello dei suoi sudditi e non accetta di governare per ricevere un compenso.....”
Forse è per questo che Berlusconi dichiara spesso di non essere un uomo politico.
Ognuno, in questi singolari contraddittori, enunciava le proprie idee e poi cercavano assieme di trasformarle in teorie comuni.
Qualche altro preferiva, invece, parlare con se stesso ed organizzava un ideale convegno in cui domande e risposte ai molti problemi , anche metafisici, venivano esposte da personaggi immaginari; un vero e proprio dialogo con se stesso attraverso interposte persone virtuali.
Alcuni risultati di questi convivi reali e di mera fantasia ci sono stati tramandati da altri che dei pensieri altrui ne ebbero a trarre vantaggi sia nella vita pubblica che in quella privata attraverso l'applicazione di alcuni principi ritenuti come fondamentali e, quindi assolutamente indispensabili, per favorire una convivenza civile.
Questi principi potremmo definirli oggi, a distanza di secoli, le fondamenta della vera democrazia.
A seguito della entrata in vigore della legge Mastella sulla parziale riforma della GIUSTIZIA
mi intratterrò su questo tema, anticipando sin d'ora che occorreva ben altro per risolvere i mille problemi ancora irrisolti, primi fra tutti la riforma dei codici di procedura civile e penale sulla quale, a breve, dirò la mia.
Ma adesso è mia intenzione parlare dei principi fondamentali della giustizia in senso lato e cioè sul vivere ed operare da parte dell'uomo politico giusto, usando le stesse parole dei fannulloni di turno:
“la giustizia è una prerogativa del più forte e consiste nel fare del bene agli amici e del male ai nemici”
afferma provocatoriamente tal Polemarco, suscitando le ire di Socrate che, per contro, ribatte a questa teoria che bolla come falsa:
“ innanzi tutto occorre sapere ben distinguere i veri amici ed i veri nemici da coloro che sembrano tali ma non lo sono e poi chi danneggia rende sempre peggiore il danneggiato e ciò non pare possa essere l'obiettivo del giusto... Il vero uomo politico non mira ai propri interessi ma a quello dei suoi sudditi e non accetta di governare per ricevere un compenso.....”
Forse è per questo che Berlusconi dichiara spesso di non essere un uomo politico.
Nessun commento:
Posta un commento