martedì, luglio 31, 2007

L'eccellenza premia


Con l'augurio che questo provvedimento possa giovare a molti bloggisti ancora studenti.


L'eccellenza premia: crediti ed incentivi agli studenti più brillanti

Con tre provvedimenti, emanati nell’arco di una settimana, il Governo vuole dare nuovo slancio agli studi e premiare l’impegno scolastico, incentivando l’eccellenza, garantendo a tutti pari opportunità.
D’ora in poi un buon curriculum scolastico sarà un credito spendibile per accedere alle facoltà universitarie a numero chiuso: è questo uno dei punti qualificanti dello schema di decreto legislativo approvato oggi (27 luglio 2007) dal Consiglio dei ministri, su proposta dei ministri Fioroni e Mussi.
Il provvedimento prevede fra l'altro che, nel punteggio massimo di 105 punti per l'ammissione ai corsi universitari, 80 saranno assegnati sulla base del risultato del test d'ingresso e 25 punti saranno dati agli studenti che abbiano conseguito risultati di eccellenza a scuola e in materie propedeutiche a quelle oggetto del corso di laurea.
Dal prossimo anno scolastico, la scuola premierà e incentiverà i risultati di eccellenza degli studenti italiani del triennio delle superiori. Il certificato di eccellenza darà accesso non solo ai crediti formativi ma anche e soprattutto a incentivi che andranno dai benefici di tipo economico all'ammissione a tirocini formativi, dai viaggi di istruzione e visite a siti specialistici ai benefit e accreditamenti per l'accesso a biblioteche, musei e altri luoghi di cultura. E' quanto prevede il decreto legislativo approvato nel Consiglio dei Ministri del 20 luglio 2007 su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni
Incentivando i risultati di eccellenza si vuole promuovere un innalzamento dei livelli di apprendimento degli studenti nelle diverse discipline e garantire a tutti pari opportunità per vedere valorizzate le proprie capacità. Con queste finalità nasce l'Albo nazionale degli studenti eccellenti, previsto da una Direttiva firmata il 26 luglio 2007 dal Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni.
Gli studenti - che abbiano ottenuto risultati di eccellenza - saranno inseriti in un Albo nazionale, a disposizione delle università, delle istituzioni di Alta cultura, delle comunità scientifiche ed accademiche e delle imprese interessate. Nell'Albo saranno inclusi anche gli studenti vincitori di competizioni scolastiche di livello particolarmente elevato quali le Olimpiadi nelle varie discipline scolastiche, certamina e competizioni nazionali. Inoltre, agli studenti che conseguono 100 e lode agli esami di Stato verranno inoltre assegnati buoni da utilizzare per l'acquisto di libri e altri sussidi scolastici, testi universitari e riviste scientifiche. Per quest'anno, l'entità degli importi dei buoni verrà stabilita con un provvedimento successivo.

da "Il governo informa"

lunedì, luglio 30, 2007

L'odierno oracolo reticente


L'ORACOLO RETICENTE

Un giovane romano era stato reclutato per andare come legionario in una delle tante guerre di conquista scatenate dalla Roma imperiale.
Ben presto la gioia per l'avvenuto arruolamento si trasformò, nell'attesa della partenza, in un vero e proprio tormento perchè non gli era dato di conoscere se il suo futuro ritorno a casa fosse avvenuto da vivo o da morto.
Decise così di consultare l'oracolo, predecessore dei nostrani cartomanti e fattucchiere, per avere svelato l'arcano.
L'oracolo gli rispose in tutta fretta, naturalmente in latino, rammentandogli però che avrebbe dovuto sistemare lui la frase, specialmente la particella negativa:
“Ibis redibis, non morieris in bello”
Andrai, tornerai, non morirai in guerra

che, con il suggerimento avuto, poteva divenire, con lo spostamento del non
Andrai, non tornerai, morirai in guerra.
E' così che il detto “Ibis redibis ....” entra nel nostro linguaggio corrente per definire la risposta, perchè vaga od incompleta, che non risponde ad una precisa e secca domanda.
Come le risposte che spesso e volentieri dava e dà Berlusconi






ante e post trapianto; quindi non è questione di lana caprina.
Richiestogli come Forza Italia, visto l'atteggiamento degli alleati che hanno lasciato ai propri deputati la libertà di votare secondo la propria coscienza,
avesse votato a favore o contro la richiesta del GIP Forleo circa l'utilizzo tra gli altri mezzi di prova delle conversazioni telefoniche in cui uno degli interlocutori è un parlamentare, ha candidamente risposto:
“Forza Italia voterà NO !Questi sono principi fondamentali per uno Stato liberale, noi restiamo fermi su questi principi
anche se oggi riguardano dei competitor.....”. !!!!!
Soggiunge poi che per lui le intercettazioni dovrebbero essere fatte, per tutti ovviamente, solamente quando la magistratura indaga su reati che prevedono una pena edittale dai 10 anni in su.
E' un mettere le mani avanti ? Se non erro è parallelamente in corso anche l'istruttoria sulla scalata della RCS, editrice del Corriere della Sera, manovrata da personaggi ombra di tutta rilevanza.
Ma ritorniamo al NO in favore degli avversari politici, definiti “competitor”; e qui calza a pennello l'ibis redibis...di cui sopra.
Il gran furbacchione non dice che vi sono nelle intercettazioni anche le voci di tre dei suoi tra i quali un certo
ROMANO COMINCIOLI


senatore forzista eletto nel collegio di Lodi, suo carissimo amico, compagno di liceo, agente pubblicitario, dirigente Finivest, che ha avuto in passato contatti di affari con alcuni personaggi siciliani non esenti da macchie.
Un uomo da salvare a tutti i costi, costi quel che costi !
Il suo NO così ha un senso, altro che agevolare i suoi competitor sui quali sputa veleno da anni, specie su quel comunista di un Fassino che non farebbe del male neanche ad una mosca.
Questi comunisti di colpe ne hanno una enorme; aver, sia pure indirettamente, favorito il suo costante arricchimento a discapito di noi tutti.
Siamo riusciti a bloccarlo noi al momento giusto, bocciando col referendun istituzionale la c.d. “devolution” che, prevedeva tra le altre “porcate” l'istituzione del
“PREMIERATO FORTE” .
Se così non fosse stato oggi avremmo in Italia, fatte le dovute proporzioni, un vero e proprio dittatore dal pugno di ferro, una specie di mangia ministri e Camere intere avendo ipotizzato la riunione di tutti e tre i poteri dello Stato nelle sue intrufolanti mani.

domenica, luglio 29, 2007

Accadeva un tempo

ACCADEVA UN TEMPO
che

alcuni nullafacenti si riunissero di tanto in tanto per discutere su tutto quanto destasse il loro interesse.
Ognuno, in questi singolari contraddittori, enunciava le proprie idee e poi cercavano assieme di trasformarle in teorie comuni.
Qualche altro preferiva, invece, parlare con se stesso ed organizzava un ideale convegno in cui domande e risposte ai molti problemi , anche metafisici, venivano esposte da personaggi immaginari; un vero e proprio dialogo con se stesso attraverso interposte persone virtuali.
Alcuni risultati di questi convivi reali e di mera fantasia ci sono stati tramandati da altri che dei pensieri altrui ne ebbero a trarre vantaggi sia nella vita pubblica che in quella privata attraverso l'applicazione di alcuni principi ritenuti come fondamentali e, quindi assolutamente indispensabili, per favorire una convivenza civile.
Questi principi potremmo definirli oggi, a distanza di secoli, le fondamenta della vera democrazia.
A seguito della entrata in vigore della legge Mastella sulla parziale riforma della GIUSTIZIA
mi intratterrò su questo tema, anticipando sin d'ora che occorreva ben altro per risolvere i mille problemi ancora irrisolti, primi fra tutti la riforma dei codici di procedura civile e penale sulla quale, a breve, dirò la mia.
Ma adesso è mia intenzione parlare dei principi fondamentali della giustizia in senso lato e cioè sul vivere ed operare da parte dell'uomo politico giusto, usando le stesse parole dei fannulloni di turno:
“la giustizia è una prerogativa del più forte e consiste nel fare del bene agli amici e del male ai nemici”
afferma provocatoriamente tal Polemarco, suscitando le ire di Socrate che, per contro, ribatte a questa teoria che bolla come falsa:
innanzi tutto occorre sapere ben distinguere i veri amici ed i veri nemici da coloro che sembrano tali ma non lo sono e poi chi danneggia rende sempre peggiore il danneggiato e ciò non pare possa essere l'obiettivo del giusto... Il vero uomo politico non mira ai propri interessi ma a quello dei suoi sudditi e non accetta di governare per ricevere un compenso.....”
Forse è per questo che Berlusconi dichiara spesso di non essere un uomo politico.

sabato, luglio 28, 2007

Eventi del tempo che fu

EVENTI di ALTRI TEMPI
che
ritornano di moda


I vecchi si sentiranno, volando nel passato, sempre più giovani senza necessità di assumere pillole od altri medicamenti ovvero sottoporsi, come usa fare con una certa e sospettosa continuità un ben individuabile uomo politico nostrano, a trattamenti chirurgici.
Ma a costui questo ritorno al passato non interessa perchè:
- non va a Messa, quindi potrebbero anche celebrarla in mandarino;
- non userà mai la Fiat 500 in quanto, come ci hanno raccontato alcuni quotidiani si è di recente comprato due aerei per uso personale, di cui uno da combattimento
e,
dulcis in fundo
- di Veltroni, che peraltro ha sempre attaccato sin da quando il sindaco di Roma era direttore de L'Unità perchè non era un laureato come lui, se ne fa un baffo.
Anche se il Veltroni ha rifilato severe lezioni elettorali ai concorrenti destrorsi che si sono confrontati con lui nelle competizioni elettorali amministrative, non ha mai scambiato Paolo di Tarso con un filosofo greco e non ha ribattezzato il fratello di Romolo col nome di Remolo.
Come dar torto all'autore di questa vignetta di Calandi postata su
LA DOSE

Io da oggi mi risento, artrite, artrosi a parte ed il resto, un ventenne !

giovedì, luglio 26, 2007

Ma quello di Visco è proprio un caso ? II^ parte


VICENDA
VISCO – SPECIALE – PADOA SCIOPPA
Atto secondo
Ci eravamo lasciati con un breve accenno sui risultati ottenuti in un anno dall'attività anti-evasione fiscale svolta dalla Guardia di Finanza dietro la regia degli attuali ministri competenti; vedremo adesso di completarla con alcuni dati ufficiali già pubblicati sulle riviste specializzate nonché sui quotidiani sia pure con commenti diversificati a seconda della loro connotazione politica.
Tentando di fornire a questa disamina un taglio il più oggettivo possibile, occorre dire che i risultati eccezionali, per l'Italia, ottenuti relativamente alle entrate tributarie sono la logica conseguenza di vari fattori e non solo, come verrebbe da pensare a causa delle molte tasse applicate, come da tendenziose affermazioni di molti esponenti dell'opposizione nonché da alcuni economisti, non propriamente disinteressati al tema, sulla stampa ostile a questo governo, .
A dirla breve, l'efficenza nella raccolta tributaria nel nostro Paese è per la prima volta in linea con il livello degli altri paesi europei; quello che non è possibile oggi prevedere è se tale livello avrà vita duratura o meno perchè il tutto dipenderà dalla situazione politica che, attualmente, è alquanto precaria.
Questo fenomeno della lievitazione delle entrate tributarie, ripeto, ha avuto cause diverse, ma in primo piano porrei la determinazione dimostrata dai ministri competenti nella lotta all'evasione fiscale che ha convinto i contribuenti, non avendo più la certezza di poter continuare a farla ancora franca, ad adempiere l'obbligo costituzionale del pagamento di quanto dovuto all'Erario senza ricorrere a sotterfugi non propriamente leciti; questa consapevolezza di dover senza indugi assolvere il dettato costituzionale dell'obbligo della contribuzione fiscale viene chiamata dagli economisti
tax compliance”
traducibile come il livello di adesione agli obblighi fiscali, oltremodo anomalo in Italia sino ad ieri rispetto alle quote raggiunte negli altri Paesi europei.
Fatta questa premessa di carattere comportamentale delle varie tipologie di contribuenti è d'obbligo stabilire le altre e diversificate cause del risultato positivo delle entrate tributarie.
Ripeto come le cause siano state molteplici e, chiarisco subito, che il volano che ha messo in moto questo meccanismo non è stato il millantato, dall'opposizione, aumento di numero e di aliquote delle tasse messo in atto da questo governo.
Esaminiamo i dati più recenti disponibili che attengono al primo quadrimestre 2007 raffrontandoli con lo stesso periodo del 2006.
Le entrate tributarie statali sono state in questo periodo del corrente anno pari a 109.687milioni di euro con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2006 del
+ 6,4 % - pari a 6.639milioni di euro :
- il gettito dell'IRPEF, la più importante imposta del sistema erariale, è stato di 47.766milioni di euro con un aumento rispetto sempre al primo quadrimestre 2006 del 4,2 %, pari a + 1.905milioni: gran parte di questo importo è dovuto alle ritenute operate dai datori di lavoro sui dipendenti non statali- frutto della caccia al lavoro in nero – e dal lavoro autonomo;
- il gettito dell'IVA, imposta che può essere definita come il termometro della temperatura dell'economia e che per il suo vasto campo di applicazione rappresenta per importanza del suo gettito la seconda imposta italiana, ha generato un incasso totale di 30.546 milioni, con un incremento del 3,7 % pari 1.089 milioni rispetto al 2006.
Tale aumento è spiegabile in gran parte con la crescita economica , con la circostanza che molti grandi contribuenti , avendo esaurito i loro crediti d'imposta nei confronti del Fisco, prima oggetto di compensazione tra l'avere ed il dare, hanno dovuto ricominciare ad onorarla con i dovuti versamenti.
L'ira di questa tipologia di contribuenti è spiegabile se si considera che la maggior parte delle partite IVA sono concentrate nel Nord-Est, feudo leghista, ed nelle province di Caserta e dei comuni vesuviani dove l'evasione fiscale era la norma.
- il gettito dell'IRES (
IMPOSTA SUL REDDITO DELLE SOCIETA’), ha registrato un gettito di 1.203 milioni con un incremento del 17,3 % pari a + 177milioni;
il gettito delle imposte indirette, è stato pari a 54.269 milioni, il 5,3 % in più rispetto al quadrimestre 2006, pari a + 2.708milioni di euro.
Sommando gli importi degli incrementi registrati da queste sole imposte nel quadrimestre 2007 abbiamo un maggior gettito rispetto al 2006 di ben 11.519 milioni di euro, in un solo quadrimestre !
Ritorniamo sui compiti istituzionali della Guardia di Finanza ed in particolare a quello relativo al
prevenire, ricercare e denunziare le evasioni e le violazioni finanziarie
e chiediamoci se per caso qualcosa al suo interno non abbia funzionato, non certo per fatto e colpa di coloro che debbono sottostare agli ordini dei propri superiori in grado ma, forse, di questi ultimi che a loro volta dovevano ubbidire, dipendendo gerarchicamente dal ministro pro tempore delle finanze, a delle precise disposizioni in materia di lotta all'evasione.
Ricordiamoci dell'affermazione del capo del governo di allora allorchè presenziò ad una cerimonia all'interno della scuola della GdF !
In qualsiasi società privata il deficit di un bilancio fallimentare lo pagano i pezzi da 90, amministratore delegato, direttore generale, non certo i fanti, cioè gli impiegati.
Oltre non voglio andare perchè dal giorno del primo pezzo ad oggi gli eventi sono precipitati con tanto di querele a ministro e ad un quotidiano.
Ne parlerò nella seconda parte de Il parlare a vanvera disorienta.....
FINE

Memorandum

RINFRESCHIAMOCI LA MEMORIA
Nel marzo 2001, prima delle ultime elezioni politiche, circolava anche via internet un volantino propagantistico, redatto da mano ignota, reclamizzante, alla stregua di una nota marca di vasellina, alcune delle performances del Cavaliere ottenute nel corso del suo precedente governo a s-vantaggio degli italiani.
Parla solo di sé per fare intendere che ha trasformato il Paese in un bengodi ad uso e consumo per tutti gli italiani; cita una sola parte per intendere il tutto.
Rileggiamocelo a futura memoria
ed aggiorniamocelo con il seguito del suo arricchimento.
“Amico elettore, amica elettrice,
grazie al tuo voto ho potuto raggiungere l'obiettivo concreto di raddoppiare il mio patrimonio in soli 2 anni.
Ecco come:
1) grazie alla legge Gasparri, nel solo anno 2004 la pubblicità per Mediaset è aumentata del 3,8% (circa 1 miliardo e 200 milioni di euro all'anno).
2) l'appalto concesso dal Governo alla Banca Mediolanum, senza asta, per potere utilizzare i 14.000 sportelli delle Poste Italiane, mi ha reso 1 milardo di euro all'anno.
3) nel 2001 la Presidenza del Consiglio (governo Prodi) aveva commissionato solo 1 milione e 750 mila euro di spot a Mediaset, nel 2002 la Presidenza Berlusconi ha commissionato 9 milioni e 250 mila euro, ed ha aumentato ogni anno fino agli oltre 10 milioni di euro dell'anno scorso (fonte Economist-London).
4) come assicuratore avrò vantaggi per miliardi di euro dalla nuova legge sulla previdenza assicurativa, già con una serie di norme a mio favore ho incassato qualche centinaia di milioni di euro all'anno in più.
5) ho risparmiato dalla riduzione delle tasse diversi milioni di euro (e con me hanno risparmiato mia moglie, mio fratello e i miei figli, tutti titolari di qualche fetta della mia grande redditizia torta).
6) uno dei produttori italiani di apparecchi per ricevere il digitale terrestre è un'impresa controllata, attraverso la finanziaria Pbf srl, da mio fratello Paolo Berlusconi, e giustamente usufruisce dei contributi statali per il digitale terrestre. (fonte Washington Post).
7) il decreto salva calcio mi ha fatto risparmiare 240 milioni di euro, e la riduzione delle plusvalenze (Tremonti 2002) ha fatto risparmiare a Mediaset 340 milioni di euro.
Caro elettore, cara elettrice,tutti dicono che c'è crisi ma grazie a questo governo, ora io sono il 25esimo uomo più ricco del mondo.
Pensa, nel 2001 ero solo il 48esimo! La crisi è chiaramente una menzogna dei comunisti.
Ti chiedo il voto per altri 5 anni e così anche il nostro Paese potrà dire che un italiano è tra i primi 10 uomini più ricchi del pianeta.
Forza Italia!
La forza di un sogno
Silvio Berlusconi
Mi viene in mente la poesiola “ad acta” di Benigni ma è troppo “forte” per passarla su questo blog.

mercoledì, luglio 25, 2007

Parlare a vanvera...


IL PARLARE O LO SCRIVERE A VANVERA DISORIENTA GLI ASCOLTATORI ED I LETTORI.
OCCORRE FARE CHIAREZZA
prima parte
Due sono i casi oggi in evidenza sui quali una certa parte politica, cercando di tirare l'acqua per il proprio mulino, va emettendo giudizi privi di ogni fondamento logico e giuridico; una continua e sempre più accanita mistificazione della verità con l'aggiunta dell'uso di parole del tutto estranee ad una corretta interpretazione di opinioni altrui sì da farle apparire lontane, se non addirittura contrarie, dagli intendimenti di chi le ha pronunciate.
L'importante è spararle alla grande, tanto poi la quasi totalità dei lettori o dei telespettatori non va a controllarne l'esattezza e la pertinenza al caso concreto di quanto ascoltato o letto.
C'è da sempre una certa tendenza a credere su quanto scrivono i giornali vicini o di proprietà della destra che quelli vicini al centrosinistra non hanno mai avuto.
Spari ad alzo zero, quindi, facenti parte di un piano da tempo preordinato, sin dall'epoca della P2, con l'intento di delegittimare la loro parte avversa.
Con la verità e fatti specifici inoppugnabili non ci sono riusciti e da anni ricorrono ad usare un'arma micidiale, quella della contro informazione.
Tenete conto come nelle passate ed odierne dittature il personaggio che reggeva e regge ancora i regimi totalitari è la persona che dirige l'informazione, oggi in Italia questo ruolo viene rivestito dal maggior proprietario esistente nel campo dei media il quale è riuscito anche a ripulire la TV pubblica dai personaggi che potevano creargli fastidio.
I casi in questione:
1- le due ordinanze del GIP di Milano Clementina Forleo con le quali viene richiesta alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica, come per legge, l'autorizzazione di poter introdurre nel processo Antonveneta - Unipol, quali elementi di prova, anche quelle intercettazioni di telefonate – in tutto 68 - in cui risultano come interlocutori 3 deputati DS(D'Alema, Fassino, La Torre) e 3 senatori di Forza Italia(Cicu,Comincioli,Grillo).
2- querela per diffamazione aggravata presentata dal gen. Speciale nei confronti del ministro Padoa Schioppa avanti la Procura della Repubblica di Roma e da questa girata al Tribunale dei ministri.
Per ora ci interesseremo del primo caso, rimandando l'altro ai prossimi giorni.
La prima vicenda

dr. Clementina Forleo
Laureata in Giurisprudenza a Bari con 110/110 e lode
già in Procura a Milano nel pool Mani Pulite, poi GUP ed ora
GIP
GIUDICE INDAGINI PRELIMINARI
Premetto che non mi si potrà tacciare d'avere preconcetti negativi nei suoi confronti in quanto, relativamente al caso degli extracomunitari presunti terroristi in parte assolti ed altri rinviati per competenza territoriale a Brescia ed a Cremona, maturai la convinzione, leggendo e rileggendo la nostra legge emanata in tutta fretta dal Parlamento a maggioranza centrodestra che, ignorando e disattendendo i preziosi e competenti suggerimenti del CSM, non lasciava spazio ad altre soluzioni.
La prima legge su questa delicatissima tematica entrata in vigore in Europa, quella inglese, dopo la prima assoluzione – sentenziò il giudice, ricordando che la storia ci insegnava come i guerriglieri di oggi potevano divenire i patrioti del domani – a causa della sua genericità, venne poi rifatta in maniera meno approssimativa della prima.
La nostra fu approvata in tutta fretta e peccava anch'essa, relativamente alla descrizione dell'azione costitutiva del reato che si voleva punire, di una eccessiva genericità tanto da rappresentarsi come contraria al principio costituzionale della “tassatività della fattispecie oggetto del reato”.
Indicazione precisa dell'azione criminosa senza lasciare al giudice di merito alcuna possibilità di interpretazione anche in via analogica.
Con queste argomentazioni la nostra Corte Costituzionale ebbe nel 1981 a cancellare dal nostro ordinamento giuridico l'art. 603 del Codice Penale che prevedeva e puniva il reato di “Plagio”.
Venne rifatta, dopo,anche la nostra con meno approssimazione per cui venne facile, in un secondo momento, applicarla senza che sorgessero impedimenti in capo ai giudicanti di turno.
Fatta questa premessa tenterò di spiegare come, a mio non solitario parere, la dr.ssa Forleo sia incorsa nella specie in un madornale guazzabuglio giudiziario.
Protagonisti delle fasi preliminari di un procedimento penale sono tre soggetti:
a- la polizia giudiziaria;
b- il Pubblico Ministero;
c- il GIP, cioè il Giudice per le Indagini Preliminari.
Questa prima fase del procedimento si conclude con le richieste del Pubblico Ministero che può richiedere al GIP o l'archiviazione degli atti, ove ritenga la non colpevolezza del sottoposto alle indagini preliminari ovvero, formulando il capo d'imputazione, il rinvio a giudizio di quest'ultimo nel caso opposto.
A decidere sulle sorti del processo è il GIP che, per sommi capi:
1- può chiudere il procedimento con un decreto di archiviazione;
2- respingere con ordinanza la richiesta di archiviazione rimettendo il fascicolo al PM perchè articoli il capo di imputazione;
3- disporre il rinvio a giudizio dell'indagato, fissando contemporaneamente la data dell'udienza preliminare nel corso della quale avviene la discussione della causa penale in esito della quale può disporre il decreto di archiviazione o la sentenza di rinvio a giudizio presso il giudice competente per il dibattimento di primo grado del processo.
Nel caso Antonveneta- Unipol siamo ancora all'udienza preliminare che però, avendo depositato tra gli atti del procedimento le trascrizioni delle telefonate intrattenute con dei parlamentari, trascrizioni già date in visione ai difensori degli imputati, non può proseguire senza la preventiva risposta di autorizzazione o di diniego del loro uso delle rispettive Camere.
Nelle due ordinanze il GIP, forse per convincere i destinatari a dare un parere favorevole al loro uso, descrive i parlamentari interessati, peraltro non indagati e mai interrogati in fase di indagini assai minuziose operate dalla Procura di Roma, come “consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata in una logica di manipolazione e lottizzazione del sistema bancario e finanziario nazionale..”
appare più che un parere una pesante sentenza di condanna a carico di personaggi rimasti del tutto estranei al processo in quanto mai fini sotto il tiro degli inquirenti.
Ma allora perchè non tirare in ballo anche i componenti di quegli organismi istituzionali di controllo che mai si sono sognati di stigmatizzare alcuni atti di cui oggi si intende incolpare i “complici degli attuali imputati” ?
Che il GIP, almeno in questa fase del processo sia andato oltre il suo compito, scavalcando addirittura i Pubblici Ministeri appare chiaro e tondo.
Ma mi assale tuttavia un dubbio sulla finalità di questo suo improponibile argomentare; che si sia voluta preparare il terreno per una sicura istanza di ricusazione nei suoi confronti nell'eventualità in cui, nell'evolversi del procedimento, venga imputato anche qualcuno di questi parlamentari, oggetto IN ANTEPRIMA ASSOLUTA
di una vera e propria sentenza di condanna.

lunedì, luglio 23, 2007

Il ricordo del passato è la memoria per un migliore domani

STORIE MODERNE
Un quinquennio, quello andante dal 2001 al 2006, iniziato male
e malamente cessato, da non scordare mai.
Giova alle volte, leccandoci le ancora recenti ferite, rinfrescarci la memoria; errare è umano ma diabolico sarebbe il ricadere nello stesso errore.
Dovevamo porci subito, dopo tutto quel can can di trasmissioni fiume, interviste, opuscoli di propaganda elettorale illustranti vita e miracoli di quest'uomo, inviatoci dalla Provvidenza, una precisa domanda:

può questo comune mortale, di bassa statura ad imitazione di Napoleone, compiere quell'infinità di miracoli promessi ?
In molti ci sono cascati come polli novelli ed hanno detto si - purtroppo ne sono rimasti in tanti di costoro a crederci ancora - mentre io, assieme a moltissimi altri, ebbi a dire di no perchè quanto propagandato poteva avvenire solo nel mondo delle favole, o delle “mille balle blu”, sciorinate giornalmente, come leccornie, dall'organizzazione mediatica berlusconiana.
Ma, diranno certi personaggi smisuratamente servizievoli, come la mettiamo con la disoccupazione reale scesa in quel periodo aureo al 3 % !
Lo disse anche l’uomo disceso sulla terra per trasformare la nostra nazione da minItalia a maxItalia, alla stregua dei famosi parchi giochi per i bambini.
Ma eccovi la storia da me ricostruita.
Narrano i sacri Vangeli che Gesù, invitato ad un banchetto nuziale, compì a Cana il primo miracolo, trasformando l’acqua in vino (Giovanni 2,1).
Ne seguirono molti altri tra i quali, uno dei più portentosi, è quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci onde consentire ai propri discepoli di sfamare la moltitudine di persone accorse lungo quella parte della costa del mare di Galilea, meglio nota con il nome di Tiberiade, per ascoltare la sua predicazione (Giovanni 6,1-15).
A distanza di oltre 2000 anni, per la precisione nel 1936 P.C. prese a svilupparsi su un lembo di terra, oggi infelicemente denominato Padania da alcuni strani ed alquanto singolari personaggi, discendenti da un miscuglio di etnie longobarde, un embrione che, trasformatosi in un neonato, venne alla luce su questo territorio che, nonostante tutto, faceva ancora parte, a dispetto di costoro, di una nazione chiamata Italia.
Sin dal primo vagito questo prodigio venuto dal nulla si dimostrò un buon venditore delle più disparate mercanzie ma anche e soprattutto di sogni e di eventi virtuali.
Noi, tanto per intenderci, nel prosieguo di questo racconto lo chiameremo con una formula matematica, creata appositamente per questo grande personaggio: il nostro sarà per sempre il signor “SB1 – P2”.
Per una semplice e felice coincidenza, peraltro del tutto irrilevante, proprio su questo suolo italico, anche se a quei tempi il nome era diverso da quello attuale, l’apostolo Pietro ebbe ad edificare, così come disposto da nostro Signore, la Chiesa cattolica.
Divenuto da grande, dopo la vocazione canora mai abbandonata ma solamente accantonata, si improvvisò illusionista e quindi in un imprenditore che, oberato da molti debiti, fu costretto ad improvvisarsi in un ruolo completamente diverso: in quello di uomo politico.
Per salvare l’Italia raccontò a destra ed a manca ma, in breve tempo, risultò evidente quale fosse stato il suo vero scopo, quello di salvare le sue imprese nonché la sua stessa persona da una valanga di procedimenti penali aperti a suo carico da alcune Procure della Repubblica italiane e da un temerario giudice spagnolo a nome Garzon.
Con l’avvallo di un noto prelato (?), di una specie di notaio raccattato in un vespaio, da alcuni suoi servitori e da un famoso cavallo, discendente da quello di Caligola, si autoproclamò il nuovo Messia.
Dopo alterne fortune, costellate da ascese e cadute, prese decisamente in mano, sullo scadere del secolo scorso, le redini del potere politico; il seguito, quello che ne seguì cioè, è storia di ieri ma anche di oggi perchè gli effetti di questa sua discesa in campo sono ancora alla portata di ogni essere umano che riesca ancora a ragionare con il proprio cervello.
Il tempo spesso attenua la memoria degli uomini e nella paventata ipotesi che qualcheduno, anche una sola persona, per un qualsiasi motivo avesse col tempo dimenticato gli antefatti che ebbero a costituire un ruolo determinante sulla seconda ascesa al potere di “SB1 – P2”, tenterò di rinfrescargli i ricordi, sottoponendo qui di seguito in visione un celeberrimo documento passato alla storia con la denominazione di
“IL CONTRATTO CON GLI ITALIANI”.

Sin da un siffatto titolo si poteva intuire che tutta la sceneggiata con la quale ci veniva presentato questo documento, sia pure sulla TV pubblica, altro non era che una delle tante fictions propinateci ad ogni piè sospinto dalle reti Mediaset; una vera e propria presa in giro in quanto per la stipulazione di un contratto occorre il consenso di due o più persone mentre il sunnominato documento era nella realtà un soliloquio, una specie di offerta al pubblico, tale e quale quella cui ricorrevano un tempo gli imbonitori nel tentare di vendere ai “merli” l’elisir di lunga vita.
Un errore madornale cui non sarebbe incorso neanche uno studente laureatosi in giurisprudenza con uno striminzito 66, figuriamoci poi se a commetterlo è un genio del diritto che, come ci raccontano, ebbe ad addottoratosi con 110 e lode e pubblicazioni.
Una vera e propria barzelletta giuridica poi è la circostanza che tale “contratto” sarebbe divenuto valido ed esecutivo solamente con il voto degli italiani da esprimersi nel maggio 2001.
In ogni caso questa specie di atipico “contratto” con gli italiani rappresentò la base storica sulla quale, oltre ai milioni di manifesti presenti in ogni spazio utile, “SB1 – P2” ebbe ad edificare il suo “ programma elettorale; ma eccovi questo documento nella stessa veste in cui apparve sul sito di Forza Italia:
Partiamo dal punto 4 del “contratto – promessa”.
Formato il secondo governo “SB1 – P2”, il premier, sulla base del programma abbozzato proprio della P2 incominciò ad attaccare i sindacati e, con il beneplacito del Presidente pro tempore di Confindustria, tale D’Amato, imprenditore napoletano, per ben due anni di seguito tentò di far abrogare quello che per lui rappresentava un freno, anzi un vero e proprio impedimento allo sviluppo dell’economia italiana: alludo all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori che prevedeva la reintegrazione nel posto di lavoro del lavoratore licenziato senza una giusta causa o giustificato motivo!
Per loro famigerato perché, in buona sostanza, impediva di fatto alle imprese con un numero di dipendenti superiori a 15 il licenziamento in tronco di chi non andava di garbo ai padroni.
Come se non bastassero già i fallimenti, sia quelli veri che quelli finti per ottenere aiuti statali, cioè soldi strappati dalle tasche dell’intera collettività, le delocalizzazioni, le chiusure di intere catene di produzione e così via.
Se il signor “SB1 – P2” mancò il bersaglio con la via diretta c’è però riuscito indirettamente con l’approvazione della legge incautamente denominata Biagi.
Tutti i contratti di lavoro in essa previsti hanno portato da un lato la precarietà del lavoro soprattutto per quello giovanile e dall’altro nessun benefico effetto per le imprese, tranne quelle del Premier, per la mancanza di validi piani industriali e di imprenditori lungimiranti che, scaricando le loro colpe su altri, hanno in breve tempo fatto regredire l’Italia agli ultimi posti delle c.d. potenze industriali.
La percentuale di disoccupazione si contrasse lievemente non tanto in termini reali ma perché si era notevolmente abbassato, specie nel sud, il numero delle iscrizioni negli uffici di collocamento perché oramai snervati da attese ultra quinquennali di un posto di lavoro.
La realtà era che mese dopo mese le grandi industrie, rami della meccanica e tessile in particolare, ebbero a perdere in un sol colpo quasi 25.000 unità lavorative.
Per contro, il fenomeno dell’aumento dell’occupazione, sia pure in percentuali minimali, era da ricondursi da un lato alla regolarizzazione delle posizioni di molti extra-comunitari usciti dal sommerso e dall’altro dalla manipolazione dell’occupazione attraverso i nuovi contratti di lavoro così come felicemente dimostra la seguente vignetta che potrebbe anche far sorridere a prima vista ma che, invece, fa riflettere amaramente sull’attuale stato del lavoro che oggi ci ritroviamo per demerito del firmatario del pseudo contratto con gli italiani.
Ecco il miracolo !




La quadruplicazione dei posti di lavoro.
Prima del mio avvento c'era solo un solo un posto fisso ed ora, tocco magico, c'è posto per quattro - però in maniera precaria ed in prova -.
Negli anni 50 venne bandito un concorso pubblico per un posto nelle Forze di Polizia la cui proposta era così illustrata.
“Bando di concorso per un posto di sostituto vice ispettore in prova, aggiunto ed in soprannumero”.
Avrei voluto conoscere il vincitore per chiedergli quale fosse il suo ruolo effettivo all'interno dell'organizzazione statale.
Ma un altro lavoro venne privilegiato dal nostro mentore su tutti gli altri possibili ed immaginabili, creato su due piedi per fare un favore ad un suo grande e caro amico americano che, adesso, fortunatamente, se la sta passando anche lui proprio male.



domenica, luglio 22, 2007

A proposito di......

A PROPOSITO DI CAPELLI
e delle stragi di Capaci e di via D'Amelio


“Dopo le stragi sembrò che questo puzzo potesse finalmente scomparire.
Oggi, invece, lo si sente di nuovo.
Vi sono politici, imprenditori, operatori economici, medici che ancora intrattengono proficui rapporti, d'affari e di scambio, con mafiosi.
Queste vergognose complicità dovrebbero far rizzare i capelli intesta a tutti.
Invece, quelli che si indignano sono sempre di meno.
Meglio turarsi il naso, fingendo di non sentire il puzzo”.
Gian Carlo Caselli ,Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino
il 19 luglio 2007, 15°anniversario della strage di via D'Amelio

Lo stile alquanto lapidario usato in questa triste occasione dal Dr.Caselli non sminuisce la gravità del problema che pone all'attenzione di tutti noi ma, al contrario, rende in tutta la sua evidenza l'attuale stato di degrado etico-politico in cui versa oggi l'Italia intera per fatti e colpe di alcuni personaggi.
Mi ritorna in mente una frase, pronunciata da un ministro dell'ex governo del centrodestra, che era tutto un programma:
“con la mafia bisogna convivere” !
Era un atto d'arresa od una proposta di pacifica convivenza, non importa se fosse stata o meno concordata, avendo percepito come la lotta contro le cosche mafiose, non solo siciliane,fosse persa in partenza ?
C'era al comando l'uomo del Ponte sullo Stretto che sin dalla sua fase progettuale aveva scatenato gli appetiti da parte di alcune famiglie yankees ancora legate a tutto campo con i loro paesi di origine.
Cose nostre da far rizzare i capelli a tutti, anche a coloro che non li avevano più ma che poi se li sono fatti miracolosamente ricrescere; probabilmente i bulbi capillari trapiantati non erano adatti al raddrizzamento della chioma, nemmeno a fronte di fatti così tragici o della loro rievocazione annuale.

sabato, luglio 21, 2007

Memorandum pro corti di memoria


MEMORANDUM PRO CORTI DI MEMORIA
ORGANIGRAMMA
dei
VERTICI
della
CDL
(Comitato di Liberazione)
dalle tasse
)

e
della
PUBBLICITA' REGRESSO

mirata alla svendita del patrimonio artistico, immobiliare statale, spiagge comprese con allegata suocera mentre prende il sole sotto un ombrellone;
il partito dei sogni di tutti gli italiani che non pagano le tasse
alla faccia di coloro che, invece, le onorano da sempre.
Siamo nel mese di marzo 2006, poco dopo Pasqua; a Berlusconi ed al suo giocoliere cartaio -


che, per un certo periodo, ha avuto le spalle coperte da tal Siniscalco, - ministro molto ma molto pro-tempore - viene imputata dalla Confindustria e dalla Corte dei Conti la disastrosa situazione dei conti pubblici abbinata alla mancata crescita del PIL – prodotto interno lordo.Però aumenta a dismisura, tanto che afferma di non saper come spendere le cataste di euro accumulati in Italia ed all'Estero, il PIB, il Prodotto Interno Berlusconi, esentassato in tutto ed in parte da qualche de-cretino approvato dal CdM mentre il diretto interessato era in bagno.
Il Cavaliere, da quell'esperto economista che è, giustifica i disastrosi dati addebitandoli alla circostanza che gli italiani invece di lavorare se ne erano andati a trascorrere le vacanze pasquali al mare!
All'Assemblea di Confagricoltura promette con tono minaccioso il taglio dell'IRPA, dell'IRAP e dell'EDSV, l'erba delle sue ville, ma giammai dei cactus.
Michele Vietti, sottosegretario all'Economia sussurra timidamente . “Il dato non è catastrofico ma sarebbe FATALE non prenderlo sul serio o sottovalutarlo”.
Detto da uno con le mani in pasta, sia pure in tono minimizzante, come non crederci ?
Eppure il duo fece finta di nulla, continuando imperterriti con la loro “finanza creativa” di disastri, e che disastri, dei veri e propri dissesti.
Il ministro della “porcata”, che una volta Lega e l'altra Slega, il gran padano Calderoli, una volta tanto Slega, affermando:
”Se uno lavora tutto l'anno credo che si meriti di andare al mare durante le proprie vacanze e vorrei ricordare anche che in tal modo, sviluppando il turismo, produce un'opportunità economica per gli operatori del ramo”.
Ma cosa c'entra la Pasqua e tutte le altre feste comandate o civili; i dati ISTAT sono destagionalizzati in quanto i parametri vengono effettuati su periodi omogenei depurati dai giorni festivi.
Confindustria,
per bocca del vice-presidente Andrea Pininfarina:
Questi dati sono peggiori di quanto le nostre previsioni, peraltro già negative, si attendevano e sono inferiori anche ai dati dell'economia europea che pure è in rallentamento....
Pesa poi negativamente sui consumi e sugli investimenti il deterioramento del clima di fiducia di famiglie ed imprese, che è ai minimi storici”.
La Corte dei Conti
“La situazione dei conti pubblici è preoccupante, spetta al governo la scelta se intervenire con interventi di natura amministrativa, come il taglio delle spese,oppure ricorrere ad una manovra bis che potrebbe anche incidere pesantemente sui cittadini come aumenti delle tasse..”.
Il duo ha continuato a giocare di fantasia distruttiva sulla pelle dei cittadini; anzi nel corso della campagna elettorale ha minacciato di eliminare molte tasse, ICI compresa.
Poveri Enti locali, tanto che per tutta risposta il sindaco di Catania, medico personale del grande economista, per tutta risposta ebbe ad aumentare le aliquote dell'imposta comunale.
MA QUESTE PICCOLE STORIELLE SONO ORAMAI ACQUA PASSATA, POCHI LE RICORDANO; E CI SONO PERSONAGGI CHE VOGLIONO RESTAURARE QUELLA SITUAZIONE.
A LORO VANTAGGIO ED A DANNO DELL'ITALIA TUTTA.
Forse l'attuale Governo dovrebbe elargire gratuitamente, cioè senza pagamento di un ticket, un centinaio di scatole di
per ogni famiglia italiana e a chi ha la faccia di smentire e, per contro, accusare l'attuale maggioranza di eguali nefandezze u migliaio di Un tempo si usava l'olio di ricino ma, oggi, tira una brutta aria destrorsa e questa eloquente immagine ne dà una puntuale e decisiva testimonianza.



Art. 21

Art. 21
della
COSTITUZIONE

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
BENISSIMO

Ritengo, tuttavia, che un quotidiano con tiratura a livello nazionale, specie sulla sua “prima pagina “, possa autoimporsi un limite, quanto meno quello della decenza .
Esposta nella sua interezza sulla vetrina di un edicola potrebbe suscitare anche molte risate da parte di chi la pensa come il direttore di LIBERO ma c'è sempre un ma: che reazione hanno avuto i bambini vedendo questa scenetta ?


Debbo riconoscere che questa vignetta era molto azzeccata avuto riguardo a quel specifico momento politico sebbene attuale e valida per un giorno solo, quello della messa in minoranza del governo Prodi sulla politica estera.
Lo staff di LIBERO ed i suoi fedeli lettori, primo fra tutti il signore raffigurato come tappo, hanno brindato ma pochi giorni dopo hanno brindato gli altri perchè la situazione si è capovolta.
Onestà avrebbe voluto che la stessa vignetta, a parti invertite dei due protagonisti, fosse apparsa nuovamente sulla prima pagina di questo quotidiano perchè anche noi avremmo avuto il diritto di farci quattro risate.
Stento a credere che il dr. Feltri non conosca il detto secondo il quale
RIDE BENE CHI RIDE PER ULTIMO ?
Certamente, visto come stanno le cose, il direttore in parola avrà, anche se faccio gli scongiuri, altre occasioni per rispolverare questa vignetta ma mi auguro che venga pubblicata anche a parti invertite pur essendo consapevole che sarebbe per lui un lavoro alquanto pesante in quanto, nonostante le spallate,
schiamazzi da stadio e quant'altro è proprio il suo idolo ad essere il bersaglio preferito dai tappi, quotidianamente.

mercoledì, luglio 18, 2007

Il black-out mentale

IL SOLITO BLACK-OUT ESTIVO

Abbattuto ieri ogni record dei consumi di energia elettrica e di questo caldo ne avremo almeno altri tre giorni; se dovesse continuare così, clik, e tutti al buio nuovamente ?
Intanto si continua a parlare ancora di P2, di scandali, di Servizi Segreti e di inchieste giudiziarie in campo economico, politico, sociale.
Ma, finalmente, sono scattate le manette anche ai sanitari fannulloni, quelli che entrano in ospedale, timbrano e se ne escono per fare i loro comodi.
Comportamento questo che è assolutamente impossibile, tanto per fare solo alcuni esempi, da parte di chi lavora giorno dopo giorno in una catena di montaggio, in una miniera, o ai muratori che lavorano in cima ai tetti dei palazzi in costruzione.
La criminalità, organizzata e non, imperversa; ci sbattiamo contro senza che ce ne accorgiamo e se riusciamo ad avere la percezione della sua presenza non ci facciamo più caso perché per noi è divenuta, da eccezione che era, una norma.
Ci è oramai alquanto familiare, come la fisionomia di una persona conosciuta che ci allarma solamente quando il danno ci tocca personalmente.
Le solite menate italiane che oramai non impressionano più nessuno vista la loro costante normalità quotidiana; e questo è un grave pericolo perché, così facendo,
si allenta, anche ideologicamente, ogni misura personale di contrasto.
L’illecito, divenuto evento di tutti i giorni, va assumendo sempre più la connotazione di un lieve fastidio.
RICORDATE CHE L'ABITUARE UN POPOLO ALL'ILLEGALITA' O ALL'IMMORALITA' E' UNA DELLE FORME DI CONDIZIONAMENTO MENTALE.
UN VERO E PROPRIO BLACK.OUT DELLA CAPACITA' DI OGNUNO DI POTER RAGIONARE CON IL PROPRIO CERVELLO.
Ritornando al black-out " elettrico" che, fortunatamente
ieri non si è verificato; ma non per tutti poiché qualcuno è rimasto lo stesso al buio, sia pure temporaneamente.

martedì, luglio 17, 2007

La Sora Camilla e Albarosa

Sóra Camilla e Albarosa, la bella di Torriglia
accomunate, sia pure in epoche diverse, da una stessa sorte e da un identico detto:
"tutti le vogliono ma nessuno se le piglia".

La lingua italiana, non essendo più possibile “risciaquarla in Arno”, a causa dell’inquinamento dell’ex fiume d’argento nel quale, come da famosa canzone, si rispecchiava il firmamento, si va imbarbarendo con le continue e sistematiche introduzioni di termini recepiti dalla lingua anglosassone, specie nel campo scientifico ed informatico.
Peccato perchè la nostra lingua, a partire dall’epoca di Ciullo d’Alcamo, -poeta siciliano del 13mo secolo cui è attribuito il ruolo di fondatore, in volgare, della lingua italiana con la sua opera Rosa fresca aulentissima, ha avuto una evoluzione straordinaria sì da meritare molte lodi dal mondo intero, così sintetizzati in maniera succinta ma molto efficace dal seguente proverbio francese:

en italien on parle, in italiano si parla,
en français on chante, in francese si canta,
en allemand on crache, in tedesco si sputa,
en anglais on vomite, in inglese si vomita.

Merito, senza dubbio alcuno, dei nostri meravigliosi scrittori e poeti ma anche dalle più disparate frasi idiomatiche recepite dai nostri fecondi dialetti, come per esempio, incominciando dalla più antica, quella in dialetto romanesco:

“èsse come la sòra Camilla, che tutti la vònno e niuno se la piglia”.

Donna Camilla era la sorella di Sisto V°, “il Papa tosto” al secolo Felice Peretti, che aveva molti pretendenti, talmente tanti che nessuno di loro riuscì a conquistarne la mano, tanto che, oramai abbruttita dall’età, finì con il diventare monaca.

Ma, come suol dirsi, ogni mondo è paese, ed una anloga storia ebbe a verificarsi per ben due volte anche a Torriglia, ridente cittadina in provincia di Genova sita nell’Appennino ligure all’inizio della Val Trebbia, dove confluiscono due fiumi, il Trebbia e lo Scrivia.
Il primo percorre tutta la vallata – uno stupendo spettacolo della natura - per sfociare poi a Piacenza nel Po ed i secondo finisce nel lago di Brugneto, la riserva idrica di Genova.
Anni addietro si scatenò tra genovesi ed i trebbiesi una vera e propria guerra dell’acqua perché, giunto il lago quasi a secco, i primi deviarono il corso del Trebbia per far confluire gran parte delle sue acque nel Brugneto.
Ma ritornando alla nostra storia, Torriglia diede i natali, in epoche molto diverse, a due giovani donne di impareggiabile bellezza e leggiadria; una rispondeva al nome di “donna Celestina e l’altra “Albarosa” .
Ma nonostante ciò la loro vanità superava di gran lunga la loro bellezza sì che morirono “zitelle”, senza aver assaporato le gioie del talamo nuziale.
Passò alla storia la seconda col detto:
Albarosa, la bella di Torriglia, tutti la cercano ma nessuno se la piglia”.
Antiche storie di casa nostra alquanto differenti da quelle dei nostri giorni.








sabato, luglio 14, 2007

Che differenza !


LE DIFFERENZE ESISTENZIALI
in politica


IL 14 LUGLIO
in Francia ed in Italia

Oggi
SARKOZY

festeggia con tutti i francesi la
PRESA DELLA BASTIGLIA


mentre in Italia il nostro capo del Governo

ROMANO PRODI
deve, solo siletto,
PRENDERE UNA PASTIGLIA

che lo renda immune dai velenosi attacchi dei suoi avversari che ha in casa e fuori casa.

Il cervello del sig. B

MA COSA C’E’ DA RIDERE ?
Vedete un po’ voi

se quest’ometto ha ragione o no.

Tanto tempo fa un noto personaggio politico, prima dell’ormai famoso trapianto di bulbi capillari, si è dovuto sottoporre ad una TAC encefalica al fine di verificare se vi fossero eventuali controindicazioni all’effettuazione di un siffatto intervento.
L’esito di questo esame è stato favorevole e così si è proceduto al programmato trapianto.
Ma il referto sul quale si è basato il giudizio dei medici e chirurghi di fama mondiale è stato subito messo dallo stesso interessato sotto
SEGRETO di STATO
così come aveva fatto anche con la villa sardagnola dei cactus.
Ma qualche talpa appartenente ai Servizi Segreti, una volta trombato il gran capo del centrodestra italiano, ha ritenuto di tirarlo fuori dalle segrete cantine e, dopo averlo ben rispolverato, di passarlo a dei suoi amici giornalisti perché il mondo sapesse quel che frulla in testa a quest’uomo.



Adesso ognuno di noi potrà trovare ogni spiegazione sul comportamento dell’ex leader di casa nostra.

venerdì, luglio 13, 2007

Lettera aperta ai....


LETTERA APERTA A TUTTI I POLITICI
dell’attuale
CENTROSINISTRA

Visto il caos che regna da qualche tempo a questa parte nel vostro interno mi chiedo se vi siete mai posti una domandina facile facile, questa:
perché gli elettori hanno preferito noi e non hanno voluto rinnovare la loro fiducia nei confronti dell’ex maggioranza di centrodestra ?

Chiamiamola così sebbene di centro ci fosse di già ben poco sin dall’inizio della sua formazione, oggi ancor meno, poichè al suo interno c’è da sempre “un solo uomo al comando” – mitica frase che descriveva via radio una scalata solitaria di Coppi al Tour de France - .
Il suo leader si è sempre più dimostrato non solo concettualmente ma anche, e come !, praticamente un vero e proprio “padrone” avente al suo servizio una vasta schiera di politicanti dalla testa basculante: quando parla il loro capo la muovono in senso verticale in segno di assenso e quando parlano gli avversari in senso orizzontale in segno di diniego.
Una risposta me la sono data io subito dopo aver consultato i risultati di dieci seggi installati presso la scuola elementare vicino a casa mia.
Raggruppavano i votanti di un vasto quartiere da me ben conosciuti per una serie di motivi; uomini, donne, anziani, persone di mezza età e, soprattutto giovani, moltissimi figli di conoscenti ed amici.
La loro motivazione era per tutti quasi uguale; volevano una svolta della politica che in precedenza era stata rivolta tutta, a senso unico, in maniera clientelare a maggior tutela delle lobby più potenti, per meglio tutelare la posizione del loro leader, a penalizzare con una legge zoppa sul lavoro, la famosa legge denominata impropriamente come quella del Prof. Biagi a causa dei tagli degli ammortizzatori sociali previsti dal suo autore assieme al resto entrato in vigore.
Perché avevano vergogna delle “leggi vergogna”, ad personam e contra personam come, una tra le tante tra queste ultime, quella contro il Procuratore della Repubblica Caselli, dichiarata, a giochi oramai conclusi, incostituzionale dalla Consulta.
Ma ritorniamo a chi, me compreso, ha votato per voi.
Si comprendeva sin dall’inizio, a spoglio ultimato, che sarebbe stata improba l’impresa di comporre un Governo efficiente in grado di operare senza creare crepe all’interno della maggioranza e, per contro, rintuzzare le puntate mediatiche del padrone assoluto appena rombato: un fuoco ininterrotto di turlupinature sparato con ogni mezzo oggi disponibile, lecito ed illecito.
Qualcosa si è fatta, le lenzuolate sono servite a qualcosa, quanto meno a dimostrare che in Italia vegetano le lobby e che chi si lagna è stato sempre chi se la passava bene per via di molti privilegi accumulati nel tempo.
La lotta all’evasione fiscale, altro passo importante con risultati brillanti.
Il risanamento dei conti pubblici è ancora all’inizio ma il processo è ben avviato.
Tutto questo e ancor l’altro di buono fatto alla gente non basta perché per prima cosa vuole che la compagine governativa sia coesa e non litigiosa, oggi come non mai; non c’è peggior cosa per un politico di quella d’esser tacciato di poca serietà.
L’elettore non vota mai, la storia ce lo insegna, chi passa il tempo a litigare, dimenticando quali siano le reali necessità di chi soffre, di chi ce la fa a stento, di chi spera in un futuro migliore ma che, a conti fatti, si trova ancora con un pugno di mosche in mano.
Ho poche speranze che questo Governo, da me e dalla maggioranza degli italiani auspicato fortemente durante il passato quinquennio, duri ancora qualche mese qualora la situazione al suo interno non cambi radicalmente; ci sono troppi ministri che, invece di pensare al popolo italiano, pensa solo a se stesso o, al massimo, alla sua compagine politica.
Se dovessimo andare oggi a nuove elezioni, sappiate, che prenderemmo un bagno madornale anche se ci presentassimo con un programma eccezionale.
La fiducia nei vostri confronti sta scemando sensibilmente giorno dopo giorno, anche la mia che appartiene ad un uomo da sempre di sinistra; ma quello che più mi spaventa è la leggerezza con la quale si architettano vere e proprie ripicche; una compagine governativa deve essere, come ogni organo collegiale, coesa, gli eventuali panni sporchi, come afferma il proverbio, si lavano in famiglia e quando finisce il Consiglio dei Ministri l’eventuale dissenziente non deve precipitarsi a farsi bello vomitando subito la sua contrarietà a radio, Tv e giornali.
E’ un giuoco sporco che aumenta il discredito nei confronti di tutta la compagine governativa, anche nei confronti di quei ministri che si stanno ben comportando.
La gente, ricordatevelo, fa presto a fare di tutta l’erba un fascio.
Già il fascio, ma stavolta littorio, grande attrazione di quell’uomo che si dichiara un non politico ma che vuole governare ad ogni costo la polita nostrana: come mai ?
C’entra per caso un altro giudice a nome Garzon ?
Ma questo giudice ha competenza in Spagna e in quel Paese non esiste immunità parlamentare che tenga.
Scusate, dimenticavo, forse è la Legge Gentiloni che lo preoccupa ed è di questi giorni che la UE ne ha sollecitato la discussione in aula.

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mercoledì, luglio 11, 2007

a ufo


MANGIARE AD "UFO"
ovvero
“gratis”

Vi siete mai chiesti da dove deriva questo modo di dire che sta per significare l’ottenere un qualcosa gratuitamente ?

Vi chiederete cosa c’entri su questo argomento il Duomo di Milano; c’entra, eccome, perché è proprio la Veneranda Fabbrica del Duomo – “la Fabbrica del Domm” – che ha dato origine a questo detto.
La prima pietra per la costruzione del Duomo per antonomasia, almeno per noi italiani, è stata posta agli inizi del 1400 ma il suo completamento avvenne nel 1813, a distanza di quasi 400 anni.
Il materiale usato erano dei blocchi provenienti dal Lago Maggiore ma il materiale che più necessitava era la sabbia, quella del Ticino che veniva portata alla Darsena con i barconi lungo il Naviglio, ideato da Leonardo da Vinci.
Il percorso non era poi tanto lungo ma costoso perché ad ogni paese che si attraversava occorreva pagare dazio, una gabella alquanto alta.
Fu così che per alleviare i costi venne deciso all’unanimità da tutti gli amministratori dei paesi interessati che i barconi in servizio per la Fabbrica del Domm fossero esenti da qualsivoglia gabella.
Anche dopo la costruzione era la manutenzione a mantenere attivo ed essenziale il trasporto del materiale necessario
Ma come distinguerli da quelli che trasportavano la sabbia per i privati per la costruzione di case o palazzi ?
Tutti i barconi, per non doversi fermare al fine di dimostrare che il trasporto era per il Duomo furono autorizzati ad esporre un cartello recante la scritta
AUF
acronimo
di
AD USUM FABRICAE.

Da qui, per indicare la gratuità di un qualcosa, nasce il detto “a ufo” od “a uffo”.

La darsena,

che sino al secolo scorso era uno dei porti con il maggior volume di arrivi di merci adesso è sparita.
Alcuni tentativi di riabilitarlo, dopo anni di inattività che rese possibile il buttarvi dentro ogni sorta di porcherie e scarichi di liquidi puzzolenti – all’altezza di San Cristoforo – per destinarlo al turismo, facendolo percorrere con un “bateau mouche”, fallirono miseramente; veniva solo usato dai vogatori della Canottieri Olona e da quelli della Canottieri Milano per gli allenamenti ma anche quelli sono cessati da anni.
Ma qualcosa si è mosso di recente il “bateau mouche” è divenuto realtà per cui si può viaggiare gratuitamente due volte la settimana lungo tutto il percorso del Naviglio.
Non è la parigina Senna


né uno del famoso sistema di canali di Amsterdam


ma il Naviglio, fuori Milano, attraversa zone stupende.




Prima era una cloaca a cielo aperto !

Oggi è così.


Provare per credere.



domenica, luglio 08, 2007

La parabola del cassonetto

LA PARABOLA del CASSONETTO


che nottetempo viene spostato, sia pur di pochi metri, da un angolo all'altro della strada, come ho raccontato in un mio recente post.
Da chi ?
Da mani che si finge essere ignote ma ben conosciute da tutto il quartiere; e chi se no si prende la briga di manovrarli se non i vicini di casa che, specie d'estate, non vogliono sentire l'odore nauseabondo dei resti dell'umido che cuociono al sole ?
Morale.
E' fuori dubbio che il cassonetto è utile ma comporta per qualcuno molti inconvenienti; non potendolo fare sparire si sceglie la soluzione più comoda, quella di far subire al vicino ogni inconveniente derivante dal cassonetto.
Non siamo ancora alla
MORS TUA VITA MEA
ma ci siamo molto vicini.
Il direttore del settimanale OGGI, Pino Belleri, ha pubblicato un suo editoriale nel quale si fa cenno alla circostanza che ben il 75% degli italiani è molto favorevole alla realizzazione delle “grandi opere” - autostrade, gallerie, linee ferroviarie ad alta velocità, inceneritori di rifiuti, ponti, ecc.. - ma li vuole il più lontano possibile da casa sua e dal proprio paese.
Si scavi il tunnel sotto la vicina montagna, non nella nostra, pretendono gli interessati; lì il posto è migliore, l'alta velocità facciamola pure ma nella vallata vicina e così via.
Scrive il Belleri che un siffatto atteggiamento non è una esclusività del popolo italiano perchè anche altrove si verificano le stesse proteste e pretese; questo atteggiamento in Inghilterra viene denominato
NIMBY
dalle iniziali di
“not in my back yard”
NON NEL MIO CORTILE.
Io mi prendo tutti i vantaggi e tu gli svantaggi.
Una bella dimostrazione di puro egoismo.

sabato, luglio 07, 2007

La storia si ripete


CORSI e RICORSI STORICI
è proprio vero che la storia si ripete

durante il fascismo
nel corso della seconda guerra mondiale



Ieri, Berlusconi imperante



Ma l'interessato afferma di non aver mai dato indicazioni a Pollari, il presunto spione, né mai chiesto di spiare alcuni magistrati, uomini politici, generali e quant'altro; stavolta ha assolutamente ragione perchè lui, secondo il suo stile, ordina solamente o in prima o per interposta persona.
Ma tutto questo spionaggio

“cui prodest ?” ,

domanda che si pone doverosamente all'inizio di ogni indagine giudiziaria; perchè alcuni e determinati magistrati di Milano ? Perchè il generale Mosca Moschini, già silurato in precedenza ed oggi consigliere militare del Presidente della Repubblica ?
Però da parte della destra non si vuole fare chiarezza attraverso una opportuna commissione d'inchiesta parlamentare sul caso; temono qualcosa ? Anche quella sul G8 di Genova appare oramai necessaria.
Dopo le farse inscenate nella passata legislatura facciamone due serie.

giovedì, luglio 05, 2007

Ma quello di Visco è proprio un caso ?


Vicenda
VISCO – SPECIALE – PADOA SCHIOPPA
Atto primo
Pur non conoscendo gli atti processuali, noti solamente a Il Giornale di famiglia, e pur avendo solamente recepito quel poco che emerso, sentendo e leggendo qualcosa di qua e di là, voglio tuttavia dire qualcosa in merito a questa vicenda, atteso che sono emerse in maniera alquanto evidente alcune versioni contraddittorie sulle circostanze dei fatti, come è logico che sia tra maggioranza ed opposizione ma non su molti dati inoppugnabili forniti da fonti terze, cioè non coinvolte direttamente nella querelle.
Chi ha ragione c'è da chiedersi ?
La prima domanda che mi sono posto è stata quella se l’attuale minoranza abbia oggi un titolo etico-morale per autonominarsi garante della autonomia delle istituzioni tenuto conto di quanto ha combinato allorchè rivestiva il ruolo di maggioranza; allora è riuscita ad occupare lo Stato, ad eccezione della Presidenza della Repubblica in quanto il relativo Presidente venne eletto in precedenza; con una chiara e spiccata tendenza verso il clientelismo, specialmente nel Ministero dell’Economia e della Finanza retto proprio da Tremonti che spesso e volentieri assume oggi, in maniera impropria ed inopportuna, le vesti di un novello Catone il Censore; è proprio il caso di dire:
“da che pulpito viene la predica” .
Ma questo non vuol né significare né giustificare un eventuale ed ancor tutto da dimostrare comportamento analogo
da parte di uno o più membri dell’attuale governo.
Il punto focale, a mio modesto avviso, è la lotta all’evasione fiscale che sta scombussolando vaste aree favorevoli, per forza di cose, alla politica di accondiscendenza, in materia, del precedente Governo, con alla testa il nostro ex Premier.
Tra regali – vedasi la voce ravvedimento operoso - , condoni e quant’altro – tassi di favore per il ritorno nel nostro Paese dei capitali all’estero - lungi dal risanare le Casse dello Stato hanno fatto intendere che di occhi sulla evasione ed elusione delle tasse ne avrebbero chiuso non uno ma entrambi.
Oltre al buco clamoroso lasciato nei conti pubblici ha azzerato un vero e proprio tesoro costituito dall’avanzo primario accumulato dal precedente Governo di centrosinistra.
Oggi, dopo un solo anno, è risalito al 2% del PIL perché la musica è cambiata.
In via del tutto incidentale voglio aggiungere, perché si sappia, che, a fronte delle feroci critiche sull’elevato numero dei componenti del Governo, i contestatori di turno perché non spiegano questa storiella che nessuno di loro ha voluto raccontare.
Il ministro Tremonti, ex titolare del Ministero dell’Economia e Finanza, così accorpato per risparmiare – secondo il verbo della CDL – ma per voler accentrate in mano ad un fido servitore del premier tutto il comparto economico in modi da poterlo gestire a loro piacimento, aveva in pianta organica ben 450 persone, oltre 100 in più rispetto a quello previsto e con un incremento di spesa di 6 milioni di euro in rapporto al costo complessivo riguardante questi due ministeri – Finanze e Tesoro - prima dell'accorpamento.
Ritornando all'evasione fiscale, nonostante questo corposo organico l'Agenzia delle Entrate ebbe a stimarne la perdita causata all'Erario prodotta dal governo CDL
Comitato di Liberazione ...dalle tasse –
in una cifra attorno al 27% del PIL.
A fronte di questa contestazione, con la sua normale faccia di tolla, il ministro rispose che non aveva tempo, per il troppo da fare, per contare gli addetti del suo staff !
Ma, venendo al sodo, il solito racconta palle che risponde al nome di Berlusconi, scoppiata la polemica Visco – Speciale, con una certa spudoratezza ebbe a dichiarare:
“ Io mi domando, se fosse successo a noi....”
Era già successo a loro, precisamente nel 2001, allorchè Tremonti decapitò, con una epurazione che non aveva mai avuto precedenti nella nostra storia repubblicana, l'intero Stato Maggiore delle Fiamme Gialle :
il generale di Corpo d'Armata Alberto Zignani, comandante generale della Guardia di Finanza perchè ritenuto politicamente inaffidabile;
il generale Rolando Mosca Moschini, comandante della Guardia di Finanza;
il generale Giovanni Mariella, sostituito in meno di 24 ore.
Relativamente al Comando di Milano, il Comandante Regionale, quello Provinciale ed il Comandante Regionale del Nucleo di Polizia Tributaria.
Chi se lo ricorda ?
Nessuno perchè nessuno ebbe a sollevare obiezioni di sorta nonostante che vi fossero stati strani intrecci con le indagini su Mediaset e sulla circostanza che uno dei sostituti nominati fosse legato a Tremonti.
Nessuno intervenne e non venne tirato in ballo il Presidente della Repubblica, né alcuna Procura che sulle sostituzioni deve esserne dato avviso solamente nel caso vengano sostituiti elementi con la carica di ufficiali di polizia giudiziaria.
Ed infatti la
Legge 23 aprile 1959, n. 189
Ordinamento del corpo della Guardia di Finanza
così recita:
Il Corpo della Guardia di Finanza dipende direttamente e a tutti gli effetti dal Ministro per le Finanze....”
Il primo compito, dice la legge, è quello di
“prevenire, ricercare e denunziare le evasioni e le violazioni finanziarie...”
proprio quello che le venne impedito dal centrodestra.
E' questa la colpa di Visco, essersi attivato perchè la Guardia di Finanza, cosa che ha subito fatto, incominciasse a fare in modo che venisse rispettato
l'art. 53 della Costituzione che così recita:
“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”
I frutti di questo nuovo indirizzo politico si vedono di già in quanto rispetto ai primi 4 mesi dello scorso anno le entrate fiscali sono aumentate del 6,7%, pari a 109.687 milioni di euro.
Sono le ventilate 5milioni di persone che nelle intenzioni di Berlusconi e Bossi sono pronte a fare la marcia su Roma che hanno incominciato dopo 5 anni a pagare quanto da loro dovuto ?
segue

mercoledì, luglio 04, 2007

Non è vero che Ciampi volle....


CAVALIERE, CAVALIERE
al bugiardo occorre buona memoria
Debbo ritornare per amore della verità sul suo tema preferito, quello del reclamizzare le “stronzate” altrui, nascondendo però le proprie.
Ne vuole un esempio ?
Eccoglielo:
secondo lei, uscendo dalla sala dove aveva tenuto una “lezione” presso la Scuola di Formazione politica del governatore lombardo Formigoni, ha detto che la colpa del “porcellum”, che sta creando enormi problemi di governabilità, è da addebitarsi anche all'allora Presidente della Repubblica che volle, per quanto attiene l'elezione del Senato della Repubblica, attribuire il c.d. “premio di maggioranza” a livello regionale e non nazionale come era ed è stabilito per l'elezione della Camera dei Deputati.
Precisando come Ciampi, uomo di sinistra, volle così per favorire la sinistra.
Se una siffatta affermazione l'avessi fatta io a quest'ora sarei indagato per un cumulo di reati che non sto a precisarle per non allungare questo mio pezzo.
Non è per nulla vero questa sua affermazione in quanto tale fantastica idea venne proprio a voi della destra perchè il “porcellum” puzzava, come puzza ancora, di incostituzionalità - anche per via dello scippo del voto di preferenza - e temevate che il Presidente non firmasse questa ridicola legge elettorale qualora questo premio di maggioranza per il Senato, la cui elezione si basava su scala regionale, fosse stato applicato anch'esso su base nazionale.
La sua sortita di qualche giorno fa non era però inedita in quanto la stessa identica fandonia l'aveva raccontata di già al Corriere della Sera il 09 marzo u.s., fandonia che poi si era dovuto rimangiare pubblicamente nel corso di un suo pubblico intervento a Fiuggi in data 25 marzo 2007, in cui ebbe a precisare che:
“Il Quirinale non ci ha suggerito di frazionare il premio di maggioranza al Senato”
La Repubblica, 4 luglio 2007.
Raccontare bugie è per lei, dopo il calcio, il suo sport preferito ma anche in politica trarre in inganno con fantasiose storielle elettori e giovani apprendisti politici, sotto il sorriso beante di Formigoni, non mi sembra un comportamento da elogiare – ma lei l'ha mai letto Il Giornale di suo fratello ? - tanto più che in molti hanno chiuso le orecchie la prima volta ma adesso il reiterare questa storiella, sapendo di raccontare una notizia non vera, non poteva passare sotto silenzio.
Debbo riconoscere che in quanto a confezionare a suo vantaggio storielle inventate di sana pianta lei ha una enorme competenza; solamente che se scritte per un libro per bambini potrebbero passare per favole ma dette e ripetute ad un pubblico di grandicelli sono da considerarsi delle vere e proprie falsità sesquipedali.
Ed in materia lei ha, come ci raccontano quasi giornalmente le cronache, una recidiva specifica reiterata.

martedì, luglio 03, 2007

Sul "porcellum"

LE FURBATE DEL CAVALIERE
senza ritegno
Ieri il sig. Berlusconi, oltre alle varie scurrilità che oramai gli escono dalla bocca in ogni occasione ed in ogni dove, ha concluso la sua giornata presso la Scuola di Formazione politica di Formigoni affermando che fu Ciampi, "uomo di sinistra", a volere che la nuova legge elettorale - ideata e votata dal solo centrodestra - fosse congegnata, a proposito del premio di maggioranza al Senato, in modo da agevolare il centrosinistra.
Credo che oramai abbia superato ogni limite della decenza



ed a riprova della falsità di tale affermazione riporto qui di seguito il testo integrale di un articolo, a firma di Luca Ostellino, pubblicato su Il Sole 24 Ore in data 23 dicembre 2005.

Scommetterei che il Cavaliere senza ritegno arriverà ad affermare come anche il quotidiano di Confindustria rientri nella sfera del monopolio della stampa di sinistra !

LEGGE ELETTORALE

23 dicembre 2005
Il visto di Ciampi sul proporzionale di Luca Ostellino

La nuova legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza, voluta dalla Cdl, ha superato anche l'ultimo passaggio. Otto giorni dopo l'approvazione del Senato, ieri sera Carlo Azeglio Ciampi ha firmato il provvedimento che manda in soffitta il " mattarellum", chiudendo la stagione del maggioritario all'italiana.All'esultanza del centrodestra, Silvio Berlusconi in testa, che ha accolto la notizia con grande soddisfazione e un certo sollievo — dopo le voci di dubbi e possibili rinvii da parte del Quirinale circolate fino all'ultimo — fa da contraltare la delusione del centro sinistra: pur rispettando la firma di Ciampi, gli esponenti dell'opposizione avvertono che i dubbi sulla costituzionalità del nuovo sistema di voto restano tutti. A partire dall'esclusione del voto della Valle D'Aosta per la determinazione del premio di maggioranza alla Camera, il premio di maggioranza regionale al Senato e la stessa funzionalità del testo.Quella del Colle « era una decisione attesa, anche se non scontata » , ha spiegato Sandro Bondi. Una decisione, aggiunge il coordinatore di Fi « che dimostra ancora una volta l'imparzialità e l'indipendenza del capo dello Stato, che ha rifiutato di farsi strattonare da alcuni partiti, in particolare dalla gaffe di cui si è reso responsabile Prodi » . Come sottolineano in molti, anche se da punti di vista e con valutazioni differenti, per Bondi il via libera alla riforma « apre una fase politica e storica radicalmente nuova » . Che, a giudizio controcorrente del vicepresidente del Senato Domenico Fisichella, comporterà « una faticosa transizione con una fase di precarietà politica ».
.Felice per la firma del presidente della Repubblica è il ministro delle Riforme Roberto Calderoli, uno dei " padri" della nuova legge, che ha espresso la sua gioia « per avere scoperto, diciamo così, di non aver scritto un testo incostituzionale... » . I più soddisfatti sono senza dubbio gli esponenti dell'Udc, il partito che ha spinto con maggiore insistenza per il ritorno al proporzionale, " patrimonio genetico" degli ex dc. « È un regalo di Natale da parte del presidente della Repubblica. Con il suo atto, il capo dello Stato consente agli italiani di recarsi alle urne, alle prossime elezioni, con una legge che dà una maggiore libertà di voto » , ha detto il capogruppo centrista alla Camera Luca Volontè. Contrariamente a Bondi, che non la dava affatto per scontata, Ignazio La Russa, presidente dei deputati di An, spiega di non aver mai avuto dubbi sulla decisione di Ciampi: « D'altra parte è la legge più democratica: così vince chi ha più voti » , sostiene La Russa, contraddicendo la tesi di quanti, Roberto D'Alimonte tra gli altri su queste pagine, sono convinti che tra le conseguenze negative dell'assegnazione del premio di maggioranza per il Senato prevista dalla legge ( su base regionale e non nazionale) ci sia proprio la possibilità per una coalizione di avere la maggioranza dei voti ma non dei seggi a Palazzo Madama.
Si tratta di uno dei punti su cui il centro sinistra, che arriva a ipotizzare con Dario Franceschini un pronunciamento della Consulta a sfavore del testo, solleva dubbi di costituzionalità. In realtà, nel scegliere di attribuire il premio di maggioranza su base regionale,
i tecnici della Cdl hanno dato un'interpretazione restrittiva e formalistica dell'articolo 57 della Costituzione che vuole appunto il Senato eletto su base regionale, proprio per non incorrere nel rischio di incostituzionalità.
Come sottolinea il leader dell'Udeur Clemente Mastella « ho sempre ritenuto questa legge priva dello spirito di governabilità ma non ho mai creduto che fosse incostituzionale » . Proprio l'ingovernabilità sembra infatti essere il rischio più evidente che il premio di maggioranza produrrebbe in un Senato con maggioranze risicatissime e potenzialmente diverse da quella della Camera.

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