L’ITALIA ALLA ROVESCIA
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prima parte
PAESE CHE VAI CONDONO CHE TROVI
dove viene fregato il contribuente che paga le tasse
art. 53 della Costituzione della Repubblica Italiana
“ Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Da un po’ di anni a questa parte il suddetto dettato costituzionale non è più applicato in quanto la
Repubblica Italiana
figlia della
Lotta di Liberazione
è stata via via trasformata tacitamente, attraverso il modo di governare, nella
REPUBBLICA delle BANANE.
Con ciò si spiega come presso di noi nascano come funghi quei provvedimenti chiamati improvvidamente
CONDONI
Ma che, in realtà, rappresentano delle vere e proprie amnistie di natura economica, che non hanno nulla di sociale, in favore di una certa e risaputa cerchia di incalliti farabutti.
Sono sempre gli stessi i furboni con fior di capitali all’estero ma quello che fa cadere letteralmente le braccia è la circostanza che una cospicua maggioranza di fregati – coloro che le tasse volenti o nolenti le pagano tutte sino all’ultimo centesimo – premia costoro tra le cui fila c’è un tizio che dovrebbe rappresentarci tutti.
Un ministro appartenente negli stessi dicasteri da molti anni aveva strombazzato qualche annetto fa “urbi et orbi” che non avrebbero più fatto ricorso a questi provvedimenti di clemenza economica.
Ma per non smentire il proverbiale
“il lupo perde il pelo ma non il vizio”
mica per altro, cosa pensavate, questo nostro ministro, che per far colpo di monti ne impersona addirittura tre, ricade nella spirale dei condoni per i soliti noti, così definiti da un nostro grande giornalista.
E per gli altri non noti ?
Peste e corna !
Anche nei confronti di quel giornalista americano che, permettendosi di rinfacciargli la sua precedente dichiarazione dei
“mai più condoni”
è stato elargito, sia pure con molta discrezione, un titolo onorifico, quello di
“TESTA DI CAZZO “
Questo è il nostro governo che inveisce contro gli interessi di tutti gli italiani.
Ma come, vi chiederete; eccovi alcuni casi i quali pur di entità limitate fanno ben intendere l’andazzo denunciato dalla stampa più estera che italiana.
G.B. scrive:
“sabato ( 11 luglio) mi è arrivata una raccomandata dell’Agenzia delle Entrate dove mi si comunica che, per un errore di conteggio su una cifra percepita anni fa, debbo pagare una differenza entro 30 giorni dalla ricezione dell’avviso; caso contrario c’è una sanzione pari al 30 % dell’imposta, oltre gli interessi.
Leggo il giorno successivo su Repubblica che il governo sta preparando l’ennesimo scudo fiscale con una sanatoria per il falso in bilancio e bancarotta; non sono allibito perché da un governo come questo non mi aspetto nulla di diverso.
Voglio però dire la mia indignazione per trattamenti così diversi per chi paga regolarmente le tasse e chi, invece, altrettanto regolarmente le evade”.
segue
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