TOH!
MA GUARDA CHI SI RIVEDE !
Ci eravamo dimenticati per un attimo di lui,
del signor
CONFLITTO DI INTERESSI
facente capo all’attuale premier.
In una Repubblica, da quest’ultimo ridicolizzata in tutto il mondo con i suoi impropri comportamenti , è capitato è potrà capitare anche questo.
Ed in questo caso non c’è alcun “LODO” che tenga.
Un passo indietro, una specie di rimpatriata, per risvegliare molte menti divenute col tempo, complice il silenzio della stampa di regime, più che assopite.
Ritorna in altre sedi giudiziarie il caso relativo alla cessione
CIR – DE BENEDETTI –MONDADORI- FININVEST.
In violazione di un pregresso accordo stipulato tra gli Eredi Mondadori - Formenton e la CIR di De Benedetti , che controllava il Gruppo, alla fine del 1989, i primi cedono le loro azioni della casa editrice a Berlusconi.
De Benedetti fa ricorso ad un collegio arbitrale che nel giugno del 1990, dando ragione al ricorrente, riconsegna la Mondadori all’ing. Carlo De Benedetti.
Avverso tale decisione Berlusconi ed i Formenton ricorrono al Tribunale di Roma il cui giudice istruttore, Vittorio Metta, riconsegna inspiegabilmente la Mondadori a Berlusconi.
Legale di Berlusconi in questa vicenda è l’indimenticabile avv. Cesare Previti, pregiudicato, ora in perenne vacanza con tanto di interdizione perpetua dai pubblici uffici e che per lungo tempo è stato pagato con soldi nostri prima di essere espulso dal Parlamento; ma questa è solamente una parte secondaria e trascurabile dell’inghippo anche se dalla sua parte politica si sosteneva che un pregiudicato in più in quel consesso od uno in meno alla fine dei conti non produceva alcunché di scandaloso, anzi…..
Nel 1995, la Procura della Repubblica di Milano, invece di farsi gli affari suoi, va a mettere il naso su alcune dichiarazioni di una certa Stefania Ariosto, alias teste Omega, e scoprono che un vero e proprio fiume di denaro partiva dalla fonte Mediaset, si immetteva nelle tasche di alcuni suoi legale e da qui convergeva direttamente nelle tasche di un giudice romano, già l’avete capito, proprio quel giudice Metta il quale, a questo punto, assieme alla figlia Sabrina va a lavorare in uno studio legale.
Quale, vi chiederete; pensate un po’ che caso !
L’Albo degli avvocati di Roma pare il tomo di un’enciclopedia, tanto ve ne sono di iscritti, ma dove trovano rifugio i due succitati ?
Presso lo studio legale Previti, che a breve avrebbe ricoperto l’incarico di ministro della Difesa nel governo Berlusconi.
Un ripiego, certo, perché quest’ultimo avrebbe voluto proporlo come ministro della Giustizia ma il Presidente della Repubblica, allora Azelio Ciampi se mal non ricordo, si oppose decisamente a tanta sfacciataggine.
Ritornando alla Mondadori, la CIR dell’ing. De Benedetti non si diede per vinta e intentò una causa civile nei confronti della sola Mediaset per ottenere un imponente risarcimento danni; si parla di ben
468.882.841,02 di euro alla cui somma andranno ad aggiungersi, come per legge, interessi e svalutazione monetaria da calcolarsi a far tempo dal novembre del 1989.
2mila miliardi delle nostre vecchie lirette !
La causa civile, pendente avanti la Corte d’Appello di Milano, è stata rimessa a sentenza e tra un po’ di tempo, trascorso il periodo feriale, se ne conoscerà l’esito che appare scontato sulla base delle sentenze penali, già passate in giudicato, di condanna dell’ex giudice Metta mentre il sig. Berlusconi se l’è cavata con la solita prescrizione del reato a lui ascritto.
La sentenza della Cassazione in sede penale parla chiaramente come la sentenza con la quale la Mondadori fu assegnata a Mediaset sia il frutto della corruttela del giudice Metta.
Una pietra tombale per la holding berlusconiana.
Ma c’è anche un curioso e singolare aspetto di questa vicenda.
Il corrotto era un magistrato e, quindi, un impiegato dello Stato il quale, nelle vesti di datore di lavoro dovrà rispondere civilmente dei danni causati alla CIR.
Toccherebbe, quindi, al sig. Berlusconi tutelare gli interessi dello Stato a causa di un giudice corrotto da una sua società !
Sembrerebbe una barzelletta ma non lo è in quanto altro non è che una grave conseguenza del
CONFLITTO DI INTERESSI
che fa capo al capo.
Riderà tutto il mondo di noi, anche lo stesso Berlusconi che, penso, andrà ad escogitare un qualcosa per non sprofondare definitivamente nella melma.
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