PIANO ANTI ONOREVOLI PIANISTI
Il progetto potrebbe essere operativo già dopo Natale.
Costo stimato 400mila euro
Camera, impronte digitali contro i "pianisti"
La proposta potrebbe essere esaminata in questo mese dall'Ufficio di Presidenza. Con il nuovo metodo nessuno potrà votare al posto di un collega
(Adnkronos) - Impronte digitali, con un sistema che comunque rispetta la privacy dei deputati, per fermare i "pianisti", ovvero coloro i quali votano per i colleghi assenti.
E' questo, a quanto si apprende in ambienti vicini a Montecitorio,
il progetto messo a punto dal collegio dei Questori e dal settore informatica della Camera, dopo la sollecitazione del presidente Gianfranco Fini .
La proposta, che sarà sottoposta all'esame del prossimo Ufficio di presidenza, che potrebbe riunirsi in questi giorni, prevede che il meccanismo elettronico si sblocchi soltanto dopo il riconoscimento dell'impronta digitale, quindi ciascuno potrà votare solo per sè e soltanto dalla propria postazione.
Più in particolare, i deputati verranno dotati di un nuovo tesserino che conterrà un microchip all'interno del quale ci sarà un codice con una formula matematica riferita ai punti caratteristici delle impronte, garantendo però la loro privacy.
Esclusi i sensori ottici, per ridurre gli sprechi di energia, ma soprattutto perché necessitano di una manutenzione meno laboriosa per la loro pulizia.
Il deputato prima di votare dovrà quindi introdurre il tesserino nella sua postazione, come avviene già adesso, ma questo non sarà sufficiente per attivare il sistema elettronico di voto.
A quel punto dovrà infatti passare il polpastrello su una placca e se attraverso il microchip il tesserino riconoscerà le minuzie sarà possibile spingere il pulsante ed esprimere il voto.
Nessuna possibilità quindi di spingerlo al posto di altri in quel momento assenti, come fanno appunto adesso i "pianisti".
Se arriverà il via libera a questo progetto, avranno inizio le operazioni per l'installazione del nuovo sistema che potrebbe diventare operativo all'inizio del 2009, dopo la pausa natalizia.
Costi stimati, circa 400mila euro.
Finalmente soldi ben spesi che eviteranno in futuro il ripetersi di questa vera e propria piaga che, a ben vedere, altro non è che una vera e propria truffa ai danni della democrazia.
Se un dipendente, come avviene non raramente, timbra il cartellino di presenza di un collega che sta per arrivare in ritardo, commette una vera e propria truffa ai danni del proprio datore di lavoro e può essere perseguito penalmente ed anche, in caso di reiterazione del reato, licenziato.
Gli onorevoli invece da anni continuano imperterriti; un altro privilegio concesso alla c.d. “casta” ?
Speriamo che il progetto si concretizzi non solo alla Camera ma anche al Senato.,
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