martedì, luglio 08, 2008

Salviamo l'Italia

Nel prossimo fine settimana la petizione lanciata del partito democratico
contro le leggi ad personam, ma anche su salari, pensioni, scuola e sanità
Pd, via a
"Salva l'Italia"
Obiettivo 5 milioni di firme

ROMA - Alla vigilia della manifestazione di piazza Navona il Pd lancia "Salva l'Italia!", la petizione che il partito di Walter Veltroni ha promosso e che partirà dal prossimo fine settimana per concludersi il 25 ottobre, in occasione della manifestazione nazionale indetta dal partito. Una raccolta di firme che ha al centro due questioni: la difesa delle regole democratiche contro le forzature e le leggi sbagliate del governo; la lotta per far ripartire l'Italia, cominciando da stipendi e pensioni. Tra i primi firmatari, giuristi come Barbera, Mancina, Elia, economisti e protagonisti del mondo del lavoro come Ruffolo, Sangalli, Colaninno, Messori, Ichino, Baretta, Musi.
Stretto tra le polemiche con il governo da una parte e dall'attivismo di Antonio Di Pietro, il Pd prova così a trovare una via d'uscita. Cercando un modo di fare opposizione che non metta l'antiberlusconismo puro e semplice al centro dell'azione. "Nessun ritorno al passato" ripete Veltroni. Si parte così dalla raccolta delle firme per arrivare alla manifestazione che si terrà in autunno.
"Salvare l'Italia, non il premier",
è il titolo della parte istituzionale. Il Pd indica "problemi e provvedimenti presi a difesa degli interessi privati del presidente del Consiglio e non certo per aumentare la sicurezza. La maggioranza, che ha puntato in campagna elettorale sul tema della sicurezza, oggi taglia drasticamente fondi e uomini e gioca tutto su provvedimenti demagogici e sbagliati, come la raccolta delle impronte dei bambini rom o il reato di immigrazione clandestina". E ancora: "Leggi ad personam e un sostanziale 'azzeramento' del dibattito parlamentare su una manovra economica improvvisata: questa la miscela avvelenata proposta dal governo e che la petizione vuole battere e fermare".
Ma nella petizione c'è spazio anche per l'emergenza sociale. Si sottolinea "l'incapacità del governo di affrontare i problemi della crisi economica, dell'impoverimento e del reddito di chi vive di salari e pensioni e non arriva più alla fine del mese. Una situazione che il governo ignora, mentre le promesse elettorali vengono clamorosamente smentite. Le tasse, che si diceva di voler abbassare al 40 per cento, cresceranno e resteranno per tutta la legislatura al 42,9 per cento. Mentre per i redditi bassi si inventa la 'carta' per fare la spesa, finanziata soltanto per il 2008 e con 200 milioni, ovvero due euro al mese per ciascun anziano con pensione inferiore ai mille euro al mese".
Ecco le prime firme: Pietro Ichino, Giancarlo Sangalli, Paolo Nerozzi, Pierpaolo Baretta, Adriano Musi, Giorgio Ruffolo, Achille Passoni, Matteo Colaninno, Annarita Fioroni, Francesco Silva, Claudio De Vincenti, Salvatore Brigantini, Marcello Messori, Franco Bassanini, Massimo Brutti, Leopoldo Elia, Carlo Galli, Carlo Fusaro, Claudia Mancina, Augusto Barbera.

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