domenica, ottobre 14, 2007

Le proposte di Beppe Grillo - 2


IL PROGRAMMA
di
BEPPE GRILLO - 2

LE SUE PROPOSTE

per

LA SANITA’

Le proposte per questo importante comparto vengono precedute da una premessa che rappresenta come il nostro sistema sanitario, già considerato per qualità come il secondo nel mondo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, stia progressivamente decadendo.
Beppe Grillo propone la sua “medicina” per evitare il tracollo.

L'Italia è uno dei pochi paesi al mondo che può vantare un sistema sanitario pubblico ad
accesso universale; secondo l’OMS il nostro sistema è il secondo al mondo in una scala di qualità.
Tuttavia, negli ultimi anni, due fatti stanno minando alle basi l'universalità e
l'omogeneità del Servizio Sanitario Nazionale: la devolution, che affida alle Regioni l’assistenza sanitaria e il suo finanziamento, e rischia così di accentuare le differenze territoriali e l'enfasi sulla sanità privata, che sottrae risorse e talenti al pubblico.
Da un decennio, inoltre, per usare in maniera più efficiente le risorse e per superare le clientele dei vecchi comitati di gestione delle USL, si è puntato ad organizzare la sanità come un’azienda.
Questa impostazione ha portato spesso a far prevalere gli obiettivi economici
rispetto a quelli di salute e di qualità dei servizi.

Ecco le proposte per migliorare il servizio sanitario emerse dalle primarie dei cittadini:
2.1 GRATUITA' DELLE CURE ED EQUITA' DI ACCESSO
- Garantire che l’accesso alle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Nazionale continui a essere universale e gratuito, cioè finanziato con le imposte regionali.
Il criterio principale per decidere quali cure e farmaci debbano restare gratuiti per tutti è la prova della loro reale efficacia terapeutica, stabilita attraverso rigorosi metodi scientifici, e per qualsivoglia tipo di medicina.
I ticket (compartecipazione alla spesa) proporzionali al
reddito per le prestazioni non essenziali possono essere uno strumento utile per integrare il finanziamento pubblico, e per continuare a garantire la completa gratuità alle fasce di reddito medio-basse.
- Monitorare gli effetti della devolution sull’equità d’accesso regionale alle prestazioni e ai servizi e adattare gli investimenti per strutture, tecnologie e ricerca alle disparità regionali per garantire sempre un livello adeguato di assistenza.
2.2 FARMACI
- Promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai farmaci “di marca” (che peraltro in Italia costano spesso di più che in molti altri paesi) e più sicuri rispetto ai prodotti di recente approvazione. I medici dovrebbero prescrivere i principi attivi invece che le marche delle singole specialità, come avviene in Gran
Bretagna, e il farmacista dovrebbe consegnare il farmaco meno caro, a meno che il paziente non ne richieda espressamente un altro.
- Avviare un programma di educazione sanitaria indipendente rivolta alla popolazione sul corretto uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici.
2.3 SALUTE COME INFORMAZIONE
- Attuare una politica sanitaria nazionale di tipo culturale, fondata sull’informazione e la comunicazione sociale, che miri a promuovere stili di vita salutari, scelte di consumo il più possibile consapevoli ed adeguate e a sviluppare l’autogestione della salute (operando sui fattori di rischio e di protezione delle malattie) e l’automedicazione semplice.
Informare adeguatamente sui pregi della prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione dal fumo) e sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, medicina predittiva), ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a
logiche commerciali e di medicalizzazione più che a genuini obiettivi di salute pubblica.
- Allestire un sistema di misurazione della qualità degli interventi negli ospedali (tassi di successo, mortalità, volume dei casi trattati ecc.) rendendoli anche di pubblico dominio, in modo da dare una reale possibilità di scelta informata ai cittadini e innescando contemporaneamente dei processi correttivi nei centri con i risultati peggiori.
2.4 SALUTE DELLA DONNA
- Registrare in Italia la RU-486 (pillola abortiva), senza nascondersi dietro il paravento di una sperimentazione che non ha senso, visto che la sostanza viene già utilizzata in tutta sicurezza da milioni di donne in quasi tutti i paesi europei.
- Considerata l'offensiva contro i consultori familiari, è opportuno invece investire su di essi, favorendone una gestione laica, rispettosa della volontà della donna su un tema tanto doloroso e delicato quale è l'interruzione della gravidanza.
2.5 MEDICI
- Proibire gli incentivi economici agli informatori “scientifici” sulle vendite dei farmaci e perseguire, anche con nuove leggi, gli episodi di corruzione dei medici.
- Separare le carriere dei medici pubblici e privati, cioè non consentire a un medico che lavora in strutture pubbliche di operare anche nel privato, facendo concorrenza al sistema pubblico.
Ma perché questa “separazione delle carriere” non si traduca in una fuga dei
medici dal pubblico verso il più lucroso privato, occorre incentivare adeguatamente la permanenza nel pubblico, legandola al merito, e porre tetti massimi alle tariffe richieste in sede privata.
- Introdurre criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari, in modo che le carriere non siano influenzate da parentele e appartenenza politica.
- Svincolare la formazione professionale dei medici dalle influenze degli sponsor
industriali, e lavorare anche sullo sviluppo di competenze comunicative, relazionali ed empatiche.
2.6 ORGANIZZAZIONE
- Valutare sistematicamente le liste di attesa e rendere pubblici online i risultati ai cittadini, per un orientamento più informato.
- Istituire in tutte le regioni centri unici di prenotazione, con possibilità di prenotare anche via web.
- Sottoporre le convenzioni con le strutture private a stringente verifica prima di ogni rinnovo.
- Limitare lo strapotere dei direttori generali nelle ASL e negli ospedali, reintroducendo i Consigli di amministrazione, evitando però di tornare alle quote partitiche.
2.7 ERRORI MEDICI
Consentire una maggiore trasparenza nella comunicazione e nell'accertamento degli errori in sanità, facendo in modo che vi siano giusti risarcimenti.
Messa in atto di programmi all'interno degli ospedali di rilevazione "anonima" degli errori (in modo tale da evitare la loro ripetizione).
2.8 LOTTA AL DOLORE
Allineare l’Italia agli altri Paesi europei e alle direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella lotta al dolore.
In particolare eliminare gli ostacoli culturali e burocratici
all’uso degli oppiacei (morfina e simili).
Un caso esemplare del sottotrattamento del dolore è quello dei tumori. Nonostante siano pubblicate e note linee guida per la gestione del
dolore oncologico (tra cui quelle dell’OMS), e siano disponibili trattamenti efficaci nel 70- 90% dei casi, un gran numero di pazienti malati di cancro (in alcuni casi fino al 40%) sono “sotto curati”.
La causa più frequente è una scarsa conoscenza dei farmaci oppiacei, il cui
consumo in Italia è tuttora, nonostante alcuni piccoli miglioramenti, tra i più bassi d’Europa.
2.9 RICERCA
- Dare la possibilità di destinare l'8 per mille alla ricerca medico-scientifica.
- Finanziare la ricerca indipendente attingendo anche ai fondi ora destinati alla ricerca militare che è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni.
- Promuovere e finanziare ricerche sugli effetti sulla salute, in particolare legate alle disuguaglianze sociali e all’inquinamento ambientale dando priorità ai ricercatori indipendenti.
- Promuovere la ricerca sulle malattie rare, che per la mancanza di redditività non viene sovvenzionata dalle case farmaceutiche.
- Introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, a livello di Governo centrale e regionale la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare di quelle che concernono i settori dei trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione.

Non mi sembra che questa sia antipolitica, anzi appare chiaro che sono scelte politiche ben ponderate.
Prova ne sia che alcune di queste proposte sono state già attuate dall’attuale governo, scontrandosi con le varie lobby che da tempo immemorabile agivano in pieno regime monopolistico.
Una per tutte la lobby delle imprese farmaceutiche, oramai quasi tutte straniere, che in Italia applicavano prezzi addirittura raddoppiati rispetto a quelli praticati per gli stessi prodotti in tutti gli altri paesi europei.
Si è anche cominciato da parte dei medici di base, il mio per esempio lo fa già da tempo, di prescrivere medicinali equivalenti che rispetto agli altri costano al SSN meno della metà degli altri per i quali, almeno in Lombardia, si paga anche un ticket ridotto per ogni ricetta
La Guardia di Finanza controlla, tra le molte altre attività che in passato hanno consentito la consumazione di enormi truffe- visite ed accertamenti diagnostici fantasma- , anche l’effettiva applicazione di questa disposizione.
La medicina preventiva in Italia è stata sempre dimenticata, volutamente; gli nnici screening effettuati a tappeto erano e sono quelli effettuati sulle donne, a partire da una certa età: le mammografie ed i pap-test.
Ho avuto l’esperienza personale di subire un intervento chirurgico a seguito dell’occlusione di una delle arterie carotidee di sinistra, quella attraverso la quale il sangue arriva ad irrorare il cervello, perché trovata occlusa al 90% ; stavo bene, non accusavo alcunché di anomalo ma durante il pranzo ho avuto un brevissimo e lieve mancamento che, a prima diagnosi, venne attribuito all’ingestione di un bicchiere d’acqua fredda. Ma un mio compagno di liceo, medico, obbligò i sanitari del nosocomio a sottopormi ad un dopler alla carotide dal quale risultò la rilevante occlusione della stessa.
Parlando con il chirurgo del Centro Malan di San Donato Milanese, specializzato in questo tipo di interventi di chirurgia vascolare, trassi la convinzione che dopo i 60 anni,o quanto meno dai 65 anni in su, andava fatto obbligatoriamente a scopo precauzionale questo accertamento alle carotidi.
Solo in tal modo possono prevenirsi gravi conseguenze come un improvviso colpo apoplettico, una paresi agli arti ed altri guai alcuni dei quali con esiti irreversibili ed altri emendabili parzialmente attraverso lunghe cure riabilitative dolorose e costose.
Quattro giorni di degenza e poi a casa vispo come prima, con l’obbligo di assunzione di pillole anticoagulanti, poco costose ed a carico del SSN, ed un dopler ogni sei mesi per precauzione.
Si sono mossi, mi sono mosso perché ciò potesse avvenire ma nulla, purtroppo, ad oggi è cambiato.
Un giorno ho sentito sul metrò un tizio che comunicava al suo amico seduto accanto la morte improvvisa del suo vicino di casa; stava così bene, diceva, un colpo apoplettico lo ha stroncato e dire che in vita sua, a parte qualche influenza, non aveva mai avuto altre malattie.
Mi sono venute in mente le parole di commiato del mio chirurgo: lei è un miracolato, poteva andarsene da un momento all’altro senza alcun preavviso.
Un amico fraterno, medico, mi ha salvato la vita.
Ecco cosa vuol dire “medicina preventiva”; occorre insistere soprattutto anche sui medici che sono stati durante gli studi sempre tenuti lontano da questa prassi.

segue

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