BERLUSCONI
e
L’INVESTIMENTO DI UN MAIALE
Tempo addietro le cronache raccontarono un episodio della vita dell’ex premier passato per molto tempo sotto silenzio; confesso che più che un fatto vero pare una barzelletta.
Probabilmente lo è ma in ogni caso meritevole di essere raccontato o raccontata.
Una sera Berlusconi, dopo uno dei suoi soliti oceanici comizi tenuti ai suoi fans,
ritorna nel cuore della notte a casa a bordo della sua auto preferita, la Buick azzurra,
e
L’INVESTIMENTO DI UN MAIALE
Tempo addietro le cronache raccontarono un episodio della vita dell’ex premier passato per molto tempo sotto silenzio; confesso che più che un fatto vero pare una barzelletta.
Probabilmente lo è ma in ogni caso meritevole di essere raccontato o raccontata.
Una sera Berlusconi, dopo uno dei suoi soliti oceanici comizi tenuti ai suoi fans,
ritorna nel cuore della notte a casa a bordo della sua auto preferita, la Buick azzurra,
condotta dal suo fidato autista.
Siamo in Toscana; mentre scollinavano velocemente sulle strade del Chianti si scatena un forte temporale con tuoni e fulmini da far paura.
L’autista, in mezzo a quel pandemonio, smarrisce la via da percorrere e, nel tentativo di ritrovarla attraverso i pochi cartelli indicatori stradali che incontravano,incomincia a viaggiare con lenta andatura, anche per salvaguardare l’incolumità dell’illustre trasportato.
Passano i minuti e le ore invano allorché Berlusconi intima all’autista di scendere dal posto di guida avendo l’intenzione di condurre lui stesso l’auto.
Detto fatto, il nostro uomo incomincia a correre come un folle sino a che avverte un gran tonfo e la vettura si ferma; pioveva ancora a catinelle, l’autista scende per accertarsi di quanto accaduto e tra un lampo e l’altro si accorge che è stato investito un maiale che oramai è disteso per terra morto.
Lo riferisce al suo datore di lavoro e questi, con l’occhio di lince che si ritrova, scorge in lontananza le luci di un casolare.
Senti dice all’autista, fammi un favore, raggiungi quel casolare dove certamente abitano i padroni di quest’animale, presentati è dì che il maiale lo hai ucciso tu; non vorresti certamente che finissi io sui giornali per questa sciocchezza.
Vista la titubanza dell’autista nell’accettare questa proposta, soggiunge: tu sai bene che io ho sempre gratificato chi ha coperto le mie magagne, alle prossime elezioni ti farò eleggere in Parlamento e così sarai a posto per tutta la vita.
Vai e fai presto perché ho ancora da sbrigare alcune cose ad Arcore.
L’autista è ancora incerto ma quella del suo capo era una ricompensa irripetibile, di quelle che capitano una sola volta nella vita.
Convintosi, parte e dopo aver scarpinato per un bel po’ arriva al casolare, bussa alla porta ed attende.
Si sente un ciglio ed ecco che la porta si apre; vede che tutta la famiglia sta cenando e per non perdere tempo in convenevoli va subito al dunque:”Sono l’autista di Berlusconi, sappiate che sono stato io ad uccidere quel maiale”.
Non aveva neanche finito di pronunciare l’ultima parola che balzarono tutti in piedi emettendo urla di giubilo; fecero accomodare l’autista offrendogli quanto di meglio avevano preparato per la cena.
Berlusconi, intanto, rimasto in auto, freme; passa mezz’ora, un’ora, un’ora e mezza e finalmente vede arrivare l’autista un po’ brillo che conduce, zigzagando, una carriola piena di salumi, bottiglie di vino, ogni sorta di ortaggi, pane casereccio, olio in quantità e via di seguito.
Berlusconi lo guarda incredulo e gli chiede cosa fosse accaduto.
Niente, risponde, come lei aveva suggerito ho detto solamente che ero l’autista di Berlusconi e che avevo ucciso io quel maiale vicino alla macchina.
E’ una barzelletta certamente che ha fatto il giro del mondo, tradotta in varie lingue; un successo imprevedibile.
Chissà perché !
Siamo in Toscana; mentre scollinavano velocemente sulle strade del Chianti si scatena un forte temporale con tuoni e fulmini da far paura.
L’autista, in mezzo a quel pandemonio, smarrisce la via da percorrere e, nel tentativo di ritrovarla attraverso i pochi cartelli indicatori stradali che incontravano,incomincia a viaggiare con lenta andatura, anche per salvaguardare l’incolumità dell’illustre trasportato.
Passano i minuti e le ore invano allorché Berlusconi intima all’autista di scendere dal posto di guida avendo l’intenzione di condurre lui stesso l’auto.
Detto fatto, il nostro uomo incomincia a correre come un folle sino a che avverte un gran tonfo e la vettura si ferma; pioveva ancora a catinelle, l’autista scende per accertarsi di quanto accaduto e tra un lampo e l’altro si accorge che è stato investito un maiale che oramai è disteso per terra morto.
Lo riferisce al suo datore di lavoro e questi, con l’occhio di lince che si ritrova, scorge in lontananza le luci di un casolare.
Senti dice all’autista, fammi un favore, raggiungi quel casolare dove certamente abitano i padroni di quest’animale, presentati è dì che il maiale lo hai ucciso tu; non vorresti certamente che finissi io sui giornali per questa sciocchezza.
Vista la titubanza dell’autista nell’accettare questa proposta, soggiunge: tu sai bene che io ho sempre gratificato chi ha coperto le mie magagne, alle prossime elezioni ti farò eleggere in Parlamento e così sarai a posto per tutta la vita.
Vai e fai presto perché ho ancora da sbrigare alcune cose ad Arcore.
L’autista è ancora incerto ma quella del suo capo era una ricompensa irripetibile, di quelle che capitano una sola volta nella vita.
Convintosi, parte e dopo aver scarpinato per un bel po’ arriva al casolare, bussa alla porta ed attende.
Si sente un ciglio ed ecco che la porta si apre; vede che tutta la famiglia sta cenando e per non perdere tempo in convenevoli va subito al dunque:”Sono l’autista di Berlusconi, sappiate che sono stato io ad uccidere quel maiale”.
Non aveva neanche finito di pronunciare l’ultima parola che balzarono tutti in piedi emettendo urla di giubilo; fecero accomodare l’autista offrendogli quanto di meglio avevano preparato per la cena.
Berlusconi, intanto, rimasto in auto, freme; passa mezz’ora, un’ora, un’ora e mezza e finalmente vede arrivare l’autista un po’ brillo che conduce, zigzagando, una carriola piena di salumi, bottiglie di vino, ogni sorta di ortaggi, pane casereccio, olio in quantità e via di seguito.
Berlusconi lo guarda incredulo e gli chiede cosa fosse accaduto.
Niente, risponde, come lei aveva suggerito ho detto solamente che ero l’autista di Berlusconi e che avevo ucciso io quel maiale vicino alla macchina.
E’ una barzelletta certamente che ha fatto il giro del mondo, tradotta in varie lingue; un successo imprevedibile.
Chissà perché !
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