lunedì, luglio 03, 2006

Le liberalizzazioni

LE FARMACIE


Ricordate quando il nostro ex Premier, autodefinitosi come un grande “liberal”, ebbe ad affermare riguardo al lievitare ingiustificato dei prezzi in Italia che “ il governo non può fare nulla per calmierare i prezzi” ?
Nulla di più falso poiché quasi tutti i Paesi aderenti all’Unione Europea che si apprestavano, come il nostro, ad aderire all’area dell’euro fecero di tutto perchè non accadesse quello che poi, da allora sino ad oggi, è avvenuto in Italia: la parificazione del costo di qualsiasi genere, alimentare e non, da £. 1.000 ad € 1,00.
Vennero stipulati da parte dei vari governi accordi preventivi con imprenditori e distributori di tutti i generi di prima necessità e nei Paesi scandinavi non ci fu bisogno nemmeno di accordi in quanto gli stessi settori produttivi decisero tra di loro un codice di comportamento atto a non produrre effetti inflattivi sulle buste paga e ad aprire grandi magazzini chiamati UNIEURO, tutto al costo di un euro.
In Italia nulla di tutto ciò perché, evidentemente, il gran liberal temeva di cozzare contro gli interessi di varie lobby; alle proteste delle Associazioni dei Consumatori venne opposto a giustificazione, dal duo Berlusconi – Tremonti, che l’incremento dei prezzi era stato determinato dall’aver il precedente governo Prodi concordato in sede UE il cambio di un euro a £ 1.936,27 e non ad un tasso più favorevole, per esempio a £. 1.500.
Nulla di più errato, una vera e propria fandonia, per il motivo che non avvenne alcun concordato perché la parità tra lira italiana ed euro, così come per tutte le altre monete nazionali pronte ad entrare nell’area dell’euro, era già stata stabilita da un precedente Trattato sulla base del quale i tassi di cambio tra le varie monete e l’euro sarebbero stati calcolati sulla media dei cambi degli ultimi dieci anni tra monete nazionali ed ECU; da ciò il determinarsi a livello comunitario dell’attuale parità tra le vecchie lire e l’euro.
In realtà a cosa era dovuto il fenomeno italiano di un così incomprensibile lievitare dei prezzi ?
1. i mancati accordi;
2. la complessa e parassitaria catena di distribuzione dei prodotti, specie di quelli alimentari;
3. l’aver privilegiato il trasporto su gomma a danno di quello su ferrovia;
4. il continuo concentrasi di gruppi costituenti dei monopoli di fatto nel campo della produzione e dei servizi che hanno fatto sparire la libera concorrenza, nonostante l’Antitrust;
5. il dilagare della pubblicità nelle TV, di meno sulla carta stampata, i cui costi non potevano che scaricarsi sui consumatori;
6. il fenomeno delle tangenti e delle bustarelle che anche in questi ultimi periodi è stato sempre l’epicentro di quasi tutte le operazioni commerciali e non;
7. la malcelata privatizzazione della sanità e dell’istruzione pubblica;
8. la chiusura a riccio degli albi professionali.
Il governo Prodi, come da programma, ha iniziato con una serie di liberalizzazioni che hanno scatenato da un lato il plauso delle Associazioni dei Consumatori e dall’altro una reazione veemente da parte delle lobby, prima fra tutte quella dei taxisti.
Il centrodestra risulta spiazzato e dà delle diverse valutazioni; la più singolare è quella di alcuni rappresentanti di AN che hanno etichettato questa iniziativa come una “manovra di ritorsione elettorale perché colpisce chi ha votato per noi” ! Infatti, come qualcuno ha spiegato, ed è un discorso da riprendere in altra sede, che la stragrande maggioranza dell’elettorato del centrodestra è dedita all’evasione fiscale prova ne sia che quasi tutti gli evasori totali scoperti di recente dalla Guardia di Finanza risiede nel Nord-Est, dove hanno vinto i SI, bacino di voti dei partiti di destra, Lega Nord compresa.
Se poi ogni famiglia risparmierà a fine anno almeno € 1.000,00, questi sono i calcoli del governo, cose interessa alla maggioranza del centrodestra ?
Ma incominciamo dalle FARMACIE.
Dovete sapere che da qualche tempo a questa parte il nostro sistema distributivo dei medicinali è sotto il tiro della Commissione europea perché le leggi che la disciplinano sono in palese contrasto con le normative comunitarie.
Tanto per fare un esempio: i membri non farmacisti di una famiglia di un farmacista possono diventare titolari, in caso di successione, della farmacia ereditata per un periodo sino a dieci anni. Perché se farmacisti non sono ?
Inoltre la nostra legislazione impone pesanti restrizioni alla compartecipazione di imprese europee nella proprietà di farmacie.
Visto che nonostante i solleciti nulla è stato fatto sino ad ieri per adeguare la nostra legislazione a quella europea, la Commissione ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia per violazione dei “principi della libertà di stabilimento e della libera circolazione dei capitali” per le suddette restrizioni volute dalla nostra legge nazionale.
La bozza del decreto legge Bersani dà una svolta “comunitaria” alla nostra legislazione e concede la possibilità, sia pure con la presenza di un farmacista, ai drugstore e supermercati di vendere direttamente al pubblico i farmaci da banco o da automedicazione.
Chi detrarrà vantaggio ? Senza dubbio in prima battuta i laureati in farmacia disoccupati e poi anche i consumatori.
La libera concorrenza calmiera i prezzi, ricordiamocelo; altri provvedimenti di liberalizzazioni faranno seguito, a cominciare dall’energia.

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