martedì, luglio 11, 2006
La lingua batte dove il dente duole
Ma cosa vai scrivendo sulle liberalizzazioni !
Alcuni conoscenti, aventi una fede politica diversa della mia, dopo aver letto quanto ho scritto in tema di liberalizzazioni, mi hanno inviato delle mail per tentare di convincermi come, in realtà, il decreto legge Bersani presentasse, in generale, molte anomalie in piena contraddizione con la stessa finalità per il quale lo stesso è stato concepito e formulato.
Qualcuno si riferiva per esempio alla vendita di alcuni prodotti farmaceutici nei supermarket, altri ancora all’intervento sulla legislazione che regola la professione forense, affermazione questa non propriamente esatta perché quella che sarà la riforma di questa attività è ancora in via di elaborazione, così come per altre professioni le cui regole obsolete sono assolutamente da adattare alle normative europee dalle quali non possiamo più discostarci.
Alla fine ne ho dedotto che le loro argomentazioni si basavano su una visione della vita diversa dalla mia che li induceva a difendere lo status quo, legato ad un conservatorismo deleterio per i cittadini-consumatori, vittime da sempre di veri e propri soprusi e non solamente per l’andamento dei prezzi al consumo.
La nostra legislazione ha infatti sino ad oggi sempre snobbato il “cittadino-consumatore”, tutelandolo più o meno convenientemente, a seconda dei casi, come “cittadino-lavoratore”, anche per merito delle associazioni sindacali, ma quello che concedeva con una mano, per lo più con la sinistra, lo toglieva poi con la destra.
Quello che semmai dovrebbe stupire è la circostanza che a porre attenzione sulla tematica dei consumi è un governo di centrosinistra, dimostrandosi così più liberale di quello che ci ha governato negli ultimi cinque anni, segnalatosi nei fatti come un tenace difensore di molte posizioni di potere oramai anacronistiche, quasi medioevali; ma il motivo si comprende bene, il passato governo era infatti fortemente condizionato dalla presenza di un maestoso conflitto di interessi riguardante l’ex leader, conflitto che quello attuale non ha.
Sconfiggere alcune lobby secolari è un compito audace e difficile tanto che si hanno già chiari segnali di ostinata resistenza non sempre comprensibile; guardiamo per esempio quella dei taxisti che, per quanto è accaduto nel corso della manifestazione da loro organizzata a Roma si spiega più delle altre, in quanto ha visto l’intervento in prima persona di alcuni deputati di AN, uno addirittura accolto col grido “DUCE, DUCE”: più chiaro di così !
Poi ecco il turno degli avvocati con uno sciopero senza il dovuto preavviso e programmato per ben dodici giorni; su questo argomento ci ritorneremo.
Giampaolo Fabris in un suo articolo apparso su La Repubblica paragona queste proteste eguali a quelle dei commercianti contro l’istituzione delle isole pedonali nei centri storici o per la revisione degli orari di apertura dei negozi allo stato del tutto anacronistici in quanto antieconomici per un certo lasso di tempo e non più compatibili con lo svolgimento reale della vita quotidiana di chi da lavoratore diviene a fine giornata un potenziale acquirente.
L’isola pedonale all’inizio procurerà degli svantaggi sulle vendite ma poi, a breve termine, come è documentato da centinai di inchieste, produrrà invece degli incrementi; il tutto sta nel sapere sfruttare al meglio l’opportunità di poter disporre della libera circolazione dei compratori-pedoni che avranno più tempo nel sostare davanti le vetrine e nei pubblici esercizi trattenersi in maniera più comoda e meno frenetica di quanto facevano prima, preoccupati della scadenza dei limiti orari delle soste delle proprie autovetture spesso anche parcheggiate, in divieto sui marciapiedi, sulle strisce pedonali o in piena curva.
Alla fine ho compreso una cosa che non mi sarei mai aspettato, quella che queste lobby amano enormemente non i propri interessi bensì quelli dei consumatori tanto da fare scioperi selvaggi a difesa di questi ultimi e non dei loro privilegi !
Specie dopo aver sentito in TV un’intervista a Gianluca Pasanisi, presidente della Fe.nagi.farm., e di Giovanni Antonaglia della Agi.Far. di Roma.
In buona sostanza hanno spiegato che l’opposizione della categoria al decreto legge Bersani, nella parte in cui consente la vendita di alcuni farmaci nei supermarket sia pure sotto il controllo di un farmacista, è determinata dal fatto che il loro primo pensiero è la difesa del consumatore !
Dovrebbero allora spiegarci il perché una loro associazione è intervenuta presso la Regione Lombardia perché obbligasse una delle quattro farmacie comunali, corrente in Corsico (MI), corrente lungo la statale Nuova Vigevanese, aperta 24 ore su 24 festivi compresi, al servizio di tutta la zona ovest del milanese, a ridimensionare gli orari, parificandoli a quelli di tutte le altre farmacie private.
A vantaggio dei consumatori anche questa iniziativa ? No di certo; questa farmacia era con tempo divenuta un punto di riferimento sicuro da parte degli abitanti dei molti comuni del corsichese, sconti sui medicinali a parte.
Raccolte migliaia di firme in favore del vecchio orario prolungato ed inviatele in Regione lo scorso anno, il comune di Corsico sta attendendo ancora una risposta; evidentemente il governatore aveva troppo da fare per concordare la sua elezione al Parlamento, ma una volta eletto cosa aspetta a rispondere ?
Civile comportamento di un politico molto attento ai problemi dei suoi amministrati ?
A voi la sentenza.
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