sabato, agosto 23, 2008

I cento giorni del Cavaliere - 2

TITOLI di PRIMA PAGINA
ECONOMIA
Giorni addietro sulla prima pagina del quotidiano torinese
LA STAMPA
apparve, di primo mattino, prima dell’alba, il seguente titolo

“GLI ITALIANI SONO DIVENTATI MENO RICCHI”

Strabuzzo gli occhi, ancora incapaci di affrontare con nitidezza le prime luci dell’alba, e visionando la rassegna stampa di SkyNews24 appena approntata mi accorgo che siffatto titolo sovrastava il testo di un articolo con il quale veniva spiegato come, a causa dell’inflazione, dell’esagerato aumento dei prezzi dei generi alimentari e di quasi tutti i servizi, noi tutti fossimo precipitati nel più profondo “rosso” dei nostri conti correnti, chi ancora può permetterseli, ed in linea generale in un meraviglioso “verde”, mai visto prima, delle nostre tasche.
Un crack colossale, in buona sostanza,aveva messo al tappeto tutto il popolo italiano, tranne il solito 10 % dei ricchi vecchi e nuovi che, da soli, detengono ben il 45,1 % della intera ricchezza netta nazionale (dati Censis).
E tra costoro, primus in assoluto, il nostro Premier.
Per tale motivo rimasi sbalordito perché, a quello che mi risultava, avendo letto da tempo i dati di cui sopra, questa negativa situazione economica non riguardava tutti gli italiani ma solamente, more solito, le fasce più deboli; circostanza questa assai dura da pubblicizzare non solo da parte dei soliti giornali di destra ma che a tanto ricorresse anche il quotidiano in parola mi apparve irragionevole e foriero di presagi assai brutti.
Nella realtà: i “poveri” sono diventati più poveri ed i ricchi sempre più ricchi !
Allusiva, in tal senso, la seguente vignetta di Maramotti !

Misteri italiani ? No, ma solamente non tutti l’hanno compreso.
Qualche ben pensante si è chiesto come mai, se i poveri in Italia sono rappresentati dalla stragrande maggioranza delle famiglie del nostro, un tempo, Bel Paese, hanno votato per la terza volta, nonostante le delusioni ricevute da costui, l’uomo più ricco d’Italia ?
E’ un esame che tenterò di fare in prosieguo ai primi freschi autunnali.
Comunque, ritornando al discorso principale, questo titolo fu cambiato subito, in tutta fretta, tanto che nelle successive edizioni appariva tutt’altro testo ben più coerente con la situazione economica di noi tutti.
Il Governo, che per bocca del suo capopopolo e del suo ministro dal sorrisino sfottente ed insultante “non mette le mani nelle tasche degli italiani”, in realtà non le ha messe in quelle dei ricchi ma neanche, per la verità, in quelle dei poveri per il semplice motivo che, a conti fatti, era del tutto inutile procedere in questa direzione, avendole, queste miserrime tasche, con cinica determinazione, scucite sì da non poter più contenere alcunché, nemmeno una cordicella per impiccarsi.
Il sig. Tremonti, a fronte di una inflazione galoppante, calcolata al 4,7 % ed al 6,5% relativamente ai generi di prima necessità, cosa si inventa ?
Nel DPEF elaborato nei giorni scorsi ha indicato il tasso d’inflazione programmata all’ 1,7% per l’anno in corso abbassandola poi all’1,5% per il 2009.
Cosa vuol dire all’atto pratico ?
Altro che non mettere le mani in tasca degli italiani ! Significa scippare parte degli stipendi,salari e pensioni un’ ulteriore parte del loro potenziale potere d’acquisto atteso che
Il tasso d’inflazione programmata costituisce la base negoziale per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, in parte viene rinfacciato ai sindacati nel corso delle trattative relative ai contratti di lavoro privati, ma, soprattutto, viene utilizzato per le rivalutazioni annuali delle pensioni.
Le fasce più deboli dei pensionati vengono in tal modo ancor più tartassate ed ampie schiere di costoro, che vivevano di già ai limiti della soglia di povertà, vengono, col sorrisino sulle labbra e con un “prego si accomodi” del nostro ministro dell’economia, spinte dentro l’area dei nostri “paria”.
Se ben ricordo questo maledetto, oggi, tasso di inflazione programmata serviva un tempo per frenare la spirale “prezzi-salari”.
La principale legge economica scritta dalla realtà quotidiana è quella secondo la quale una maggiore richiesta di un qualsiasi prodotto e/o servizio ne fa lievitare il prezzo o costo: più è alta la richiesta più cara diviene l’offerta.
Ma oggi la “richiesta” è diminuita enormemente rispetto al passato ma i prezzi sono lievitati in misura esponenziale; anche considerando l’aumento del costo delle materie prime che, tuttavia, in caso di ribasso di quest’ ultimo, il prezzo nella migliore delle ipotesi rimane ancora tale e quale se non addirittura accresciuto ulteriormente.
Colpa degli speculatori, del sistema distributivo – sono anni ed anni che dico a livello politico di intervenire su questo versante altamente parassitario – delle organizzazioni criminali mafiose – vedasi denuncia Coldiretti da me riportata in un precedente post-.
Ma con la mafia bisogna convivere ed in più alcuni suoi esponenti, pur pluripregiudicati, sono stati omaggiati da nostri governanti.
Ma il nostro sorridente ministro dà, ancora una volta, la colpa di tutto ciò all’euro; rivolgetevi a Bruxelles, alla Banca Centrale Europea per avere delucidazioni in proposito.
Il solito giuoco-trucchetto delle carte


Strano però che queste situazioni si verifichino maggiormente in Italia e non anche in altri Paesi dell’area dell’euro !
In buona sostanza il sunnominato ministro fa ricadere il risanamento della spesa pubblica anche, e soprattutto, sulle spalle dei lavoratori e delle fasce più deboli che, per contro, andrebbero tutelate.
Come ?
Ero un tempo dell’idea di un rientro in vigore, ma limitatamente alle fasce più deboli, di una riedizione della scala mobile sia pure in formato ridotto : per esempio, indicizzando da un lato le pensioni minime rapportandole al tasso di inflazione reale e, dall’altro, rivedendo gli scaglioni d’imposta sui redditi di chi si trova alquanto prossimo alla soglia di povertà.
Per migliore precisione e chiarezza qui di seguito troverete quali siano – secondo gli ultimi dati ISTAT che risalgono al 2006 - la soglia di povertà in Italia è di
582 euro per un single, corrispondente al 60% del consumo medio pro capite.
l’Istituto di Studi e Analisi Economica (ISAE), partendo da questa base, elabora alcuni dati che fanno riferimento non a delle statistiche bensì alla effettiva soglia di povertà soggettiva – cioè quella che ogni individuo soffre effettivamente mese dopo mese a fronte dell’aumento dei prezzi - .
Questi i dati - elaborati a partire dal luglio 2007 sino al giugno 2008 - sulle reali soglie di povertà:
1.300 euro mensili per i single;
1.800 euro per le coppie;
2.700 euro per i nuclei familiari formati da almeno 5 persone.
E debbono essere tutti sani perché se qualcuno incontra dei guai fisici sono dolori ed angosce per tutti.
Altro che Robin Hood !
Qualcuno ha paragonato il fondatore della “finanza creativa” al brigante della Rocca di Radicofani; siamo nel XIII° secolo, e questo bandito lasciava ai poveri solo poche cose per poter sopravvivere: ad altri nemmeno gli occhi per piangere.
Si chiamava Ghinotto di Tacco, detto GHINO

vi ricorda qualcun altro che usava questo nome come pseudonimo ?



Dante ebbe a dedicargli due versetti nel libro VI° del Purgatorio per aver il Ghino di Tacco ucciso tal Benincasa da Laterina, soprannominato “l’Aretin”, giurista di fama e giudice del Podestà di Siena:
“Qui v’era l’Aretin che da le braccia
fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte”.
Il nostro attuale traghettatore, alquanto simile al funereo “Caronte” dantesco, vorrebbe scaricare tutti, questi dannati giudici, all’inferno con procedura “direttissima”.
Sta studiando ancora in quale girone infernale collocarli.

SEGUE

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