martedì, aprile 03, 2007

Che fare per i DICO ?


CHE FARE PER I DICO ?

Con inusitata velocità si sta diffondendo tra coloro che nel nostro Paese si ritengono, a buon diritto, gli appartenenti ad un nuovo movimento trasversale, quello dei laici pro DICO, l’ipotesi di proporre all’attuale Governo l’abolizione del Concordato.

Mai, in passato, era balenato un tale moto di ripulsa verso questo trattato tra Stato e Chiesa perchè ci si era limitati solamente, almeno sino ad ieri, a delle proteste, anche sarcastiche, allorché si erano verificati alcuni pesantissimi episodi di ingerenza dell’apparato ecclesiastico nel corso della propaganda elettorale in occasione di alcune elezioni, a cominciare da quella relativa al “referendum istituzionale” ed alle successive di natura politica.

Anche allora la Chiesa, a cominciare dalle sale vaticane del Sant’Uffizio sino ad arrivare ai parroci, usò una mano oltremodo durissima anche in vari momenti di celebrazioni prettamente religiose; l’argomento principe delle prediche di allora, dopo il commento del santo Vangelo, scivolava gradatamente nella politica locale e nazionale tanto da trasformarsi in veri e propri comizi elettorali conditi qua e là da non tante velate “punizioni divine” a danno di coloro che avessero votato a favore di alcuni partiti.
Ma non solo perché anche nei confessionali si tentava di condizionare il voto del penitente tanto che ad una mia carissima zia, rifiutando l’espresso invito del confessore a dare il voto alla DC, le venne negata l’assoluzione perché aveva dichiarato che avrebbe votato, come del resto tutta la famiglia, per il Partito Liberale, che poi, come vedremo, alleandosi assieme al Partito Repubblicano ed ai Socialdemocratici con la DC, consentì al governo De Gasperi di disporre in Parlamento della maggioranza assoluta.

Per inciso questa mia zia aveva confezionato e regalato al parroco alcuni paramenti sacri ed era nota a tutto il paese come una cattolica praticante anche perché era solita regalare l’abito nuziale alle nubende che non potevano permetterselo.

Parallelamente, su suggerimento di Pio XII, Luigi Gedda, già presidente dell’Azione Cattolica fondò poco prima delle elezioni, il 18 aprile 1948, i Comitati Civici che
dovevano costituire, usando il pensiero del loro fondatore “un’articolazione tra la coscienza cristiana di un vasto elettorato e la forza politica che si propose di rappresentarlo”, cioè la DC, incidendo anche positivamente in quella che era il traguardo finale : il risanamento morale dell’ambiente sociale.

Tempi molto lontani direte, certo, si era nel primo dopoguerra e, specie nel meridione vi erano migliaia e migliaia di famiglie tanto affamate da accogliere con giubilo i camions della Pontificia Opera di Assistenza che, in prossimità delle elezioni, distribuivano per l’Italia, specie al sud, pacchi di pasta confezionati con l’inconfondibile “carta da zucchero” di colore blu scuro.

La minaccia dell’avvento del comunismo in Italia, veicolata con ogni mezzo dai Comitati civici anche con visite “porta a porta” in tutte le case, con manifesti di questo tipo…….,







quest’altro poi, oggi ben difficilmente definibile, ammoniva le ragazze di non andare a ballare
perché se l’avessero fatto con un comunista avrebbero perso la verginità mentre invece con la DC….erano tutte rose e fiori

mentre un altro, che invitava a guardare le teste anche all’incontrario era, quanto meno, ben studiato

Il volto di Garibaldi, simbolo elettorale del fronte Popolare, visto capovolto raffigurava l’immagine di Stalin mentre quello di quest’ultimo il volto di Garibaldi; una specie di richiamo a quella regola matematica che “cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia”.

Il simbolo originale era quello inserito in alto a sinistra nel fax-simile di scheda usata dal Partito Socialdemocratico per la sua propaganda elettorale:









Simbolo Fronte Popolare - Scheda politiche del 48 - scheda referendum

…..e con comizi, prediche; si arrivò anche a sostenere che i comunisti “mangiavano i bambini”.
Questo tipo di campagna elettorale, sin d’allora concentrata sulla “salvaguardia della famiglia”, si ripete, a ben vedere, anche in questi giorni, in quanto ritenuta, nonostante la mancanza di originalità, l’unica in grado di poter fare breccia se non nel cuore quanto meno nella testa della stragrande maggioranza delle persone, anche di quelle che non usano praticare la religione cattolica.
Ritornando al 1948, la propaganda di quei tempi venne attuata con ogni mezzo persuasivo – gli analfabeti cronici e quelli di ritorno ammontavano a svariati milioni ed erano terreno di facile conquista – e con una tale insistenza che produsse tra gli elettori un vero e proprio terrore dei comunisti, anche per merito della storiella messa in giro che costoro usavano mangiare i bambini.

Dopo la Costituente, il PCI ed il PSI, in occasione delle prime elezioni politiche, si erano riuniti sotto il simbolo del “Fronte Popolare” ritenendo che, sommando le percentuali dei voti riportati nella consultazione per l’elezione dell’Assemblea Costituente, avrebbero superato la DC.
Ma non avevano considerato, appunto, l’operato dell’apparato messo in moto dalle gerarchie ecclesiastiche.

Infatti mentre in sede Costituente i due partiti di sinistra che, presentatisi in due diverse liste avevano ottenuto il 20,8 % il PSI ed il 19% il PCI - per un totale complessivo del 39,8% - dei voti contro il 35, 2 % della DC, il risultato delle elezioni del 1948 si concluse con il 48 % per la Democrazia Cristiana contro il 32 % del Fronte Popolare; alleatasi con PLI, PRI e PSDI, il governo De Gasperi, come già anticipato, ottenne la maggioranza assoluta.
La politica del condizionamento mentale messa in atto anche fuori dell’Italia, per quanto dirò in altro post, costerà cara alla Chiesa in quanto causò un deterioramento dei suoi rapporti con alcuni Paese europei; questa incrinatura ha portato come conseguenza che varie nazioni, senza alcun ripensamento, risposero con provvedimenti legislativi assunti contro alcune istituzioni e congregazioni ecclesiastiche.
Ma allora erano altri tempi, certo eravamo tra il 1948 ed il 1949 ma osservate questo raro decreto emanato e fatto circolare
dal Sant’Uffizio dove si parla di

SCOMUNICA


Vi sembra che oggi la Chiesa stia usando un linguaggio diverso ?
Formalmente si, forse, atteso che i tempi sono del tutto diversi da quelli di allora, ma come contenuto e tono, tanto o poco che sia non importa, non appare proprio che quello usato oggi dallo stesso Ufficio - cui dal 1965 è stato cambiato nome passando da Congregazione del Sant’Uffizio, avente sin dal 1542, anno della sua istituzione, funzioni inquisitorie, a Congregazione per la dottrina della Fede - sia oggi del tutto mutato.
La pretesa dell’inserimento nella futura Costituzione Europea di un articolo che accenni alle radici cristiane del nostro continente ha incontrato ieri ed oggi forti resistenze, anche se è una verità sacrosanta che il nostro continente ha effettivamente tali origini ma il comportamento della Chiesa non è stato ritenuto coincidente con la vera essenza di questa nostra religione.
Oramai sia il fedele che l’agnostico sanno ben distinguere la religione dalle gerarchie ecclesiastiche, queste ultime ritenute spesso lontane dai grandi problemi della vita di questi tempi e più appiattita verso i potenti, salvo l’eccezione di alcuni Pastori che hanno compreso come di dottrina deve vivere l’anima dell’uomo ma che anche il corpo in cui essa vive e si manifesta ha bisogno di sopravvivere nonostante i mali di questa nostra epoca; chi soffre oggi nel mondo e muore di malattie curabili con farmaci che i Paesi del terzo e quarto mondo non hanno, di fame, di sete o per guerre incomprensibili sono milioni.
Chi li aiuta ?
Alcuni governanti senza scrupoli stanno distruggendo il nostro pianeta da almeno due secoli in nome di un progresso che interessa solo a loro e non al resto del mondo e la Chiesa si sveglia solo adesso ad interessarsi di tali problematiche interessanti il nostro ecosistema; quando oramai i buoi sono scappati dalla stalla.

Ecco perché la Chiesa ha protestato solo flebilmente allorché negli altri Paesi europei si è ritenuto di legiferare, senza essere in alcun modo condizionati, a favore delle coppie di fatto, spingendosi anche oltre.


La situazione della legislazione sulle coppie di fatto in Europa, dove esistono Paesi concordatari e Paesi separatisti in uno alla possibilità della “disdetta” del Concordato
la vedremo nel prossimo post.

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