martedì, aprile 24, 2007

Il Partito democratico

"Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire
degnamente una vita".
Enrico Berlinguer


I congressi dei DS e di DL Margherita hanno aperto la via che porterà verso il Partito Democratico.

ALLA RICERCA DI UN LEADER

La Costituente incomincerà a lavorarci su di gran lena, ma resterà un nodo alquanto difficile da risolvere, quello della leadership di questa neonata formazione politica.
Compito assai improbo e delicato il riuscire a scovare, tra i molti che circolano, un nome che possa accontentare tutti all’unanimità, senza lacerazioni interne, come dovrebbe convenirsi ad un partito che vuol essere d’ora in poi la formazione guida del futuro del nostro Paese.
A chi come me, così come a tantissimi altri vecchi militanti, ex PCI, PDS e poi DS, la difficoltà è ancora maggiore perché noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere un personaggio “storico” del Partito che rispondeva al nome di Enrico Berlinguer.
Sardo di nascita (Sassari 25 05 1922) morì l’11 giugno 1984, all’età di 62 anni, dopo un malore che lo colpì su un palco allestito a Padova dove teneva un comizio in occasione della campagna elettorale per l’elezione del Parlamento europeo
Scrissero di lui:
Norberto Bobbio: "Caratteristica fondamentale di Enrico Berlinguer è stata, a mio avviso, quella di non avere i tratti negativi che contraddistinguono tanta parte della classe politica italiana.
Penso alla vanità, all'esibizionismo, all'arroganza, al desiderio di primeggiare che purtroppo fanno parte del mestiere', della professione del politico"
.

Roberto Benigni, che come autore ed attore ebbe a dedicargli anche il film “BERLINGUER TI VOGLIO BENE”: "Il dono breve e discreto che il cielo aveva dato a Berlinguer era di unire parole ad uomini, ora la sua voce è sparita e se è vero, come dice il poeta, che la vita si spegne in un falò di astri in amore, in questi giorni è bruciato il firmamento".

Sapreste voi trovare tra gli uomini politici che vanno di questi tempi per la maggiore anche una sola persona che corrisponda, anche alla lontana, alle caratteristiche di quel personaggio ?
Uomo di una fede mai tradita, schivo ad ogni genere di onori, un insieme di umanità e carità verso coloro che, pur lavorando sino al limite delle proprie possibilità fisiche, non riuscivano a mantenere decorosamente la famiglia.
Problema antico ma mai risolto.

"La Stampa" di Torino, nel commemorarlo, scrisse con enorme rimpianto che "Berlinguer predicava rigore, moralità, equilibrio, pazienza, fatica, tenacia.
Tutte cose così fuori moda".

Sostenitore del "socialismo democratico", lo portò a contestare apertamente la repressione da parte dell'Unione sovietica della "primavera di Praga" guidata da Dubcek nel '68 ed altrettanto decisa fu la sua presa di posizione nei confronti dell’Unione Sovietica per l’ingerenza politica e militare verso l’Afghanistan e la Polonia nei primi anni del 1980.
Tuttavia il tema cardine della politica di Enrico Berlinguer fu la “questione morale”, cioè la denuncia della corruzione e dello strapotere del sistema dei partiti.
Oggi come ieri, anzi, molto più di ieri.

Antonello Venditti scrisse, a suo ricordo, quel “DOLCE ENRICO” che fu più
di una canzone, un ricordo dell'uomo ed una vera e propria invocazione:
“Enrico se tu ci fossi ancora
ci basterebbe un sorriso
per un abbraccio di un’ora
il mondo cambia
ha scelto la bandiera
l’unica cosa che resta
è un’ingiustizia più vera
qui tutti gridano
qui tutti noi siamo diversi
ma se li senti parlare
sono da sempre gli stessi
quante bugie
quanti segreti in fondo al mare
pensi davvero che un giorno
li vedremo affiorare
oh no non dirmi no
…………..”.
Occorre un uomo nuovo che assommi in sè questo grande patrimonio culturale ed umano che ci ha lasciato in eredità il compagno Berlinguer; e, perché no, potrebbe anche darsi il caso che possa ritrovarsi il tutto in una donna la quale, pur sino ad ora impegnata politicamente, non abbia mai assunto in passato incarichi ministeriali.
Io un nome l’avrei ma lo tirerò fuori al momento opportuno.

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