giovedì, aprile 19, 2007

La Voce del Padrone- I^ parte

PROPAGANDA,
PUBBLICITA’ MEDIATICA,
generano una
MANIPOLAZIONE MENTALE ?

prima parte

All’inizio del secolo scorso, quale propaggine della inglese HMW, acronimo di
“ The Gramophone Company Ltd”, ebbe origine in Italia la casa discografica

“La Voce del Padrone”

specializzata in musica operistica.
I suoi famosi dischi 78 giri, ne ho molti conservati in Sicilia, portavano questa simpatica, commovente ed inconfondibile etichetta.

Sembrerebbe che sia il cane a parlare nel grammofono ma in realtà sappiamo che è Nipper ad ascoltare la voce del padrone inglese morto, contitolare della HMV, registrata su un disco.
Si dice che Nipper, riconoscendo questa voce a lui cara, mugolasse per il dolore.
Oggi avrebbero potuto fargli vedere un video sonoro e credo che il risultato sarebbe stato, per lui, identico.
Forse sono partito molto da lontano ma ho ritenuto necessaria questa premessa perché fa intendere da subito dove voglio andare a parare.
Il suono – musica e parole -, l’immagine fissa o una serie di esse immessa in una sequenza filmata possono influire sull’uomo anche subito, d’acchito, in maniera determinante; figuriamoci se poi un potente apparato mediatico le va trasmettendo di continuo su tutto il territorio nazionale attraverso la carta stampata e le TV pubbliche e private, queste ultime sia a livello nazionale che locale.
Attraverso questa forma di comunicazione si vanno a determinare scelte individuali che, moltiplicate, divengono poi di massa, in qualsiasi campo, dai beni durevoli a quelli di consumo, vai a villeggiare qui piuttosto che là, dal tipo di studi da intraprendere alla cultura in generale dalla quale poi traggono origine altre scelte di vario tipo e non ultima quella politica e, in seno a quest’ultima, simpatie od antipatie nei riguardi di alcuni personaggi politici piuttosto di altri.
Propaganda e pubblicità rappresentano assieme un’arma tanto invisibile quanto efficace, come avremo modo di vedere in prosieguo, determinante una vera e propria “manipolazione mentale” senza che i soggetti destinatari degli imput riescano a rendersene conto.
E’, in buona sostanza, il potere di mettere sotto torchio le menti di chi ascolta questi continui messaggi sino a soggiogarle, creando spesso in esse illusioni di verità che, in realtà, sono false; una pubblicità ingannevole ma esposta in maniera tale da apparire ai più come credibile.

Due armi interdipendenti non da oggi, che ben può definirsi come l’epoca per eccellenza della comunicazione, ma da sempre.
Un mixer micidiale che, in mano a “potentati” di qualsiasi genere, riesce a ridurre coloro che non abbiano mai avuto modo, anche per propria colpa, di riuscire a crearsi un proprio “senso critico” a dei veri e propri “automi” pilotati dal pensiero altrui.



Si recepisce una tal notizia, un invito a dire od a fare un qualcosa, ed ecco che scatta in queste persone la convinzione che il tuo interlocutore mediatico abbia ragione e quel richiesto dire o fare non sia altro che un invito di una voce a te amica che parla esclusivamente per il tuo bene e per accrescerlo sempre di più; a quel punto si è come ristretti in un recinto dal quale non si può più evadere poiché non si riesce più a rendersi conto come, in realtà, quella chiama od invito provenga non tanto da un benefattore bensì dalla voce intimante del proprio padrone.
E’ questo fenomeno psicologico, in chiave moderna, quello che i nostri antenati latini descrivevano in maniera sintetica ed efficace

“GUTTA CAVAT LAPIDEM”
– la goccia scava la pietra –

Più senti dire le stesse cose e più uno è portato a crederle come veritiere, anche le promesse impossibili e, quindi, irreali: un evento, una teoria, affermazioni anche fallaci che a forza di sentirsele ripetere anche una qualsiasi fandonia si trasforma in una sacrosanta verità: l’imperativo “ipse dixit” diviene un precetto ineludibile; guai a non fare quello che si pretende da te : pena ?
La tua fine !
Potremmo partire dalla notte dei tempi ma sarebbe una storia molto lunga anche al solo accennarla per cui ci limiteremo ad analizzare solamente alcuni episodi avvenuti nel secolo scorso, pochi, ma enormemente eloquenti.
Questa tematica, seppur delicata ed alle volte incredibile, non va trascurata.
Io per parecchi anni l’ho sperimentata sulla mia pelle; ero ancora un bambino allorché sin dalla prima elementare trovavo sull’abbecedario simboli dei fasci littori, la figura di Mussolini in tutte le salse, inni alla supremazia della stirpe italica sulle altre, poi l’impero: Vittorio Emanuele II° Re d’Italia ed Imperatore d’Etiopia: ecco il perfido albione bello e sistemato, e via di questo passo !
Il sabato fascista, al pomeriggio tutti a scuola perché, facendo parte di quel milione di baionette che il Duce giorno per giorno millantava, occorreva prepararsi per le future battaglie; e via sfilate in divisa dei Figli della Lupa, Balilla e Giovani Italiane: al motto di “Pane e Moschetto”.
Vi dice qualcosa rapportato ai nostri giorni ed in specie di quello che accade in medio-oriente e non solo lì ?
Tutti i dittatori, una volta assunto il potere, hanno inserito nei loro governi il ministero della Propaganda; ma, recepito il modello fascista italiano, l’esempio più importante ce lo ha tramandato Adolf Hitler allorché nel 1929 nominò proprio in questo ministero un uomo di sicura fede e fanaticamente convinto della superiorità della razza ariana e della “morale nazista”.
Onde evitare eventuali stonature vennero accorpate in un unico ministero quello della Propaganda e della Educazione.
A capo di questo ministero venne nominato Paul Joseph Goebbels, laureato in filosofia, che in breve tempo si dimostrò nei fatti l’uomo più importante, dopo il Fuhrer, della Germania nazista; il dittatore che controllava totalmente ogni ramo dell’informazione e della vita culturale e sociale tedesca, dalla stampa allo sport.

segue

Nessun commento: