Non intendo alludere alle solite pulizie di tipo casalingo, ma a ben altre; ed allora, ad evitare equivoci preciso meglio: ripulito da ogni parlamentare con precedenti penali per aver subito condanna definitiva per un qualsiasi reato.
Già nel giugno 2005 Beppe Grillo ebbe ad avanzare una simile proposta ma questa iniziativa passò sotto il silenzio della stragrande maggioranza dei media ed allora il Beppe nazionale, attraverso una sottoscrizione, riuscito a raggranellare i fondi necessari, espatriò in Inghilterra dove acquistò un’intera pagina di un noto quotidiano londinese per reclamizzare la sua meritevole iniziativa.
In Italia silenzio assoluto o quasi; però ebbe la soddisfazione di ottenere la solidarietà di una fondazione indiana intitolata al mahatma Ghandi la quale era riuscita a fare in modo che venissero espulsi dal Parlamento indiano tutti i deputati con la fedina penale sporca.
Le elezioni si ripetono e fior di condannati in via definitiva vengono eletti o rieletti in Parlamento con l’aggravante che nelle ultime elezioni politiche dello scorso anno agli elettori, con la legge “porcata” elettorale, è stata scippata ogni possibilità di scelta tra i candidati di una lista, essendo stato eliminato il voto preferenziale.
Poi c’è qualcuno che si è fatto eleggere per scansare, con l’immunità parlamentare, una serie di processi pendenti sul suo capo.
E’ sperabile che nella nuova legge elettorale venga ripristinato il voto di preferenza perché ritengo che debba l’elettore e non un qualsivoglia partito, che aveva già avuto in passato la possibilità di inserire dei capilista, a scegliere il candidato che più gli aggrada.
In Italia dopo questa sottaciuta iniziativa era calato il solito silenzio tombale.
Ma ecco l’ultima novità su questa tematica
Giorni fa è stato presentato al Senato da L’Italia dei Valori un disegno di legge che, se tramutato in legge, impedirà a chiunque sia stato condannato con sentenza passata in cosa giudicata (definitiva) di candidarsi per le elezioni politiche sia per la Camera dei Deputati che per il Senato.Aggiungerei che sarebbe auspicabile come una siffatta norma impeditiva venisse estesa a tutte le consultazioni elettorali e cioè anche per quelle relative alle elezioni per il Parlamento Europeo, per le Regioni e Province, per quelle, infine, relative ai Sindaci e Consiglieri comunali.
Anche se sarà un successo enorme riuscire ad ottenerla per ora solo per quelle del Parlamento.
Va da sé che è proprio nell’ambito locale che sono facilmente possibili elezioni, con voto di scambio, di personaggi con condanne definitive a carico in quanto spesso appoggiati da alcuni gruppi operanti nella zona con l’intento di reclamare in seguito alcuni favori per trarne vantaggi economici.
Nell’attuale XV^ legislatura risultano eletti molti parlamentari con definitivi precedenti a carico ; certo, non tutti i reati consumati da costoro hanno identica gravità ma sempre reati sono anche se oggi, alcuni di essi, sono stati depenalizzati.
Per completezza mi corre l’obbligo di precisare che nel nostro Codice Penale è prevista la possibilità, salvo due eccezioni, di ottenere a certe condizioni (buona condotta per esempio) e dopo un determinato numero di anni (5 o 10 a seconda se trattasi del primo reato commesso o l’autore sia un recidivo ovvero sia stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza).
Non ho avuto ancora la possibilità di leggere questa proposta di legge per verificare se l’impedimento dovrebbe cadere anche sui “riabilitati” o meno e, in caso positivo, avrei dei dubbi sull’applicabilità del divieto anche su tali persone.
E’ comunque una legge necessaria; se i politici chiedono il doveroso rispetto delle Istituzioni debbono anche riflettere sulla possibilità che un cittadino possa anche pensare come sia del tutto vergognoso, per non dir di peggio, che un deputato possa votare una proposta di legge che regolamenta o modifica una fattispecie per la violazione della quale lui stesso è stato in passato condannato.
Ed a dire il vero sono in molti che la pensano in tal modo, giustamente aggiungo io.
In Italia silenzio assoluto o quasi; però ebbe la soddisfazione di ottenere la solidarietà di una fondazione indiana intitolata al mahatma Ghandi la quale era riuscita a fare in modo che venissero espulsi dal Parlamento indiano tutti i deputati con la fedina penale sporca.
Le elezioni si ripetono e fior di condannati in via definitiva vengono eletti o rieletti in Parlamento con l’aggravante che nelle ultime elezioni politiche dello scorso anno agli elettori, con la legge “porcata” elettorale, è stata scippata ogni possibilità di scelta tra i candidati di una lista, essendo stato eliminato il voto preferenziale.
Poi c’è qualcuno che si è fatto eleggere per scansare, con l’immunità parlamentare, una serie di processi pendenti sul suo capo.
E’ sperabile che nella nuova legge elettorale venga ripristinato il voto di preferenza perché ritengo che debba l’elettore e non un qualsivoglia partito, che aveva già avuto in passato la possibilità di inserire dei capilista, a scegliere il candidato che più gli aggrada.
In Italia dopo questa sottaciuta iniziativa era calato il solito silenzio tombale.
Ma ecco l’ultima novità su questa tematica
Giorni fa è stato presentato al Senato da L’Italia dei Valori un disegno di legge che, se tramutato in legge, impedirà a chiunque sia stato condannato con sentenza passata in cosa giudicata (definitiva) di candidarsi per le elezioni politiche sia per la Camera dei Deputati che per il Senato.Aggiungerei che sarebbe auspicabile come una siffatta norma impeditiva venisse estesa a tutte le consultazioni elettorali e cioè anche per quelle relative alle elezioni per il Parlamento Europeo, per le Regioni e Province, per quelle, infine, relative ai Sindaci e Consiglieri comunali.
Anche se sarà un successo enorme riuscire ad ottenerla per ora solo per quelle del Parlamento.
Va da sé che è proprio nell’ambito locale che sono facilmente possibili elezioni, con voto di scambio, di personaggi con condanne definitive a carico in quanto spesso appoggiati da alcuni gruppi operanti nella zona con l’intento di reclamare in seguito alcuni favori per trarne vantaggi economici.
Nell’attuale XV^ legislatura risultano eletti molti parlamentari con definitivi precedenti a carico ; certo, non tutti i reati consumati da costoro hanno identica gravità ma sempre reati sono anche se oggi, alcuni di essi, sono stati depenalizzati.
Per completezza mi corre l’obbligo di precisare che nel nostro Codice Penale è prevista la possibilità, salvo due eccezioni, di ottenere a certe condizioni (buona condotta per esempio) e dopo un determinato numero di anni (5 o 10 a seconda se trattasi del primo reato commesso o l’autore sia un recidivo ovvero sia stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza).
Non ho avuto ancora la possibilità di leggere questa proposta di legge per verificare se l’impedimento dovrebbe cadere anche sui “riabilitati” o meno e, in caso positivo, avrei dei dubbi sull’applicabilità del divieto anche su tali persone.
E’ comunque una legge necessaria; se i politici chiedono il doveroso rispetto delle Istituzioni debbono anche riflettere sulla possibilità che un cittadino possa anche pensare come sia del tutto vergognoso, per non dir di peggio, che un deputato possa votare una proposta di legge che regolamenta o modifica una fattispecie per la violazione della quale lui stesso è stato in passato condannato.
Ed a dire il vero sono in molti che la pensano in tal modo, giustamente aggiungo io.
Ma in Italia tutto è possibile;
anche questo:
ma speriamo per poco tempo ancora.
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