mercoledì, dicembre 12, 2007

Turchia in Europa ?

Mamma li turchi !!!
Non è certamente una notizia da prima pagina, come per esempio quella del Berluska indagato dalla Procura della Repubblica di Napoli per corruzione - TV e mercato dei voti – ovvero quella del blocco illegale effettuato con i TIR dagli autotrasportatori in segno di protesta.
Tuttavia la storia che sto per raccontarvi è egualmente importante qualora venisse inserita in un discorso più ampio e generale qual è quello relativo all’eventuale ingresso della Turchia, quale membro, a pieno titolo ed a tutti gli effetti, dell’Unione Europea.
Di quale notizia si tratta ?

Quella relativa all’avvocato turco Baris Kaska il quale, cascando male dalle nuvole, ha avuto la “geniale” idea di denunciare l’Inter all’UEFA, con richiesta di toglierle i 3 punti conquistati sul campo nell’incontro di ritorno della Champions contro il Fenerbahce.
La motivazione, si fa per dire, meglio l’appiglio da vero azzeccagarbugli è l’ imputazione a carico di questa squadra milanese d’ aver intimidito i calciatori della compagine turca – molti dei quali, allenatore compreso, erano tuttavia brasiliani - ed offeso con la sua seconda maglia indossata, bianca ma munita di una croce rossa, simbolo dei Templari, la religione islamica !

Simbolo dei Templari

Seconda maglia indossata da Ibra, il “Genio”

Occorre premettere come la regola generale vigente nel Regolamento UEFA, recepito anche in Italia per i nostri campionati, sull’avvicendamento delle maglie prevede che negli incontri casalinghi sia la squadra ospitante ad indossare la prima maglia mentre a quella ospitata è fatto obbligo di indossare la sua seconda maglia.
Ben consapevole che nell’incontro d’andata questa sua seconda maglia avrebbe potuto “scatenare” un qualcosa tra gli spettatori turchi, l’Inter con l’accordo della squadra turca, chiese ed ottenne il benestare per invertire la regola generale; infatti nel primo incontro la squadra milanese indossò la maglia “casalinga” dai colori nerozzurri.
A parte poi che sulla seconda maglia interista, denominata maglia del centenario, quella croce rossa fa parte integrante del simbolo della città di Milano.

In definitiva, una specie di “lite temeraria” da parte di questo legale che per farsi probabilmente della gratuita pubblicità non ha fatto altro che “danneggiare” la propria nazione nel rinfocolare rancori che risalgono all’inizio degli anni mille, all’epoca delle crociate.
Nonostante tutto vedo che l’ostilità della stragrande maggioranza degli italiani e di molte nazioni europee da sempre sull’ingresso della Turchia nella UE non è infondata.
Dopo che la titolare di un sito aveva ricevuto da un anonimo visitatore una serie di contumelie via e-mail per aver pubblicato un mio scritto non favorevole, con tanto di ragioni alquanto fondate, a questo ingresso, nel luglio dello scorso anno ne scrissi un secondo, pubblicato anch’esso sullo stesso sito ma non so se l’anonimo lettore abbia insistito, replicando i suoi insulti.
Ve lo propongo tanto perché, ove ve ne fosse ancora bisogno, si possa valutare come la Turchia sia ancora lontana dalla nostra cultura e civiltà.
Da allora nulla o quasi è cambiato in Turchia, anzi….
Non è certo la questione di una partita di calcio e le maglie indossate ma ben altro.
SPIGOLATURE
Forse non tutti sanno che……..
Voi le volete


COSI’ O COSI' ?






L’ Unione Europea, a seguito della richiesta di ammissione nell’ambito comunitario avanzata dalla Turchia, ha rivolto a questa nazione svariate raccomandazioni affinchè procedesse in tempi relativamente brevi ad eliminare molte anomalie in quel paese ancora esistenti sia in materia etica – giuridica che di costume.Dai diritti umani, spesso duramente calpestati, a certe usanze, retaggio di un’epoca arcaica che si perde nella notte dei tempi, non più compatibili con il grado di civiltà raggiunto nel nostro continente, sia pure con molte differenziazioni tra nazione e nazione, specialmente avuto riguardo alla parità dei diritti tra uomo e donna nella società, nella vita di tutti i giorni sia pubblica che privata.In buona sostanza l’invito rivolto potrebbe racchiudersi in una sola ma significativa parola:
modernizzatevi !Su questo invito non c’è certo da scandalizzarsi ove si consideri che in molti dizionari turchi trovano spazio ancor oggi molti proverbi derivanti da una cultura primitiva aventi un senso poco civile nei confronti delle donne ma che in quella nazione anatolica sono ancora vivi e vegeti, nonostante che anche una donna sia stata di recente designata alla carica di “ministro” e che vi siano donne imprenditrici e tra i magistrati.Infatti, una delle richieste di “modernizzazione”, da attuare subito se Ankara vuole entrare nel consesso europeo, è quella di togliere, perché si incominci a procedere verso una società avente il principio egualitario tra uomo e donna, a togliere da questi dizionari tutti quei proverbi “infamanti e dispregiativi”.

“ad un buon cavallo basta poco cibo, così come a una buona donna basta un paio di mutande”;

“la schiena di una donna non va lasciata senza bastonate, e la pancia non va lasciata senza bambini”;

come non è buono il mais raccolto dopo il mese di agosto, così non è buona la donna che si alza dopo il marito”.

Ma se la “modernizzazione” di un Paese deve partire da così in basso, quanti secoli ancora occorreranno perché la Turchia possa non dico eguagliare ma quanto meno avvicinarsi alla civiltà europea di oggi , pur anch’essa non esente a cominciare dalla nostra Italia da clamorosi esempi di “disuguaglianza” in molte leggi e nei costumi, specie nel nostro sud ?In molti, anche tra di noi italiani, hanno espresso opinioni contrarie all’ingresso della Turchia nella UE anche se la sua allocazione territoriale assume per l’Europa tutta, e non solo, un’importanza estrema nello scacchiere medio-orientale; ma la differenza di usi, costumi, legislazione sociale e religioni possono nel loro insieme costituire degli ostacoli insormontabili perché si possa arrivare ad una completa integrazione con le nostre popolazioni, europee da sempre.Teniamo a mente quanto sta accadendo in quella parte del mondo, specie in Iraq dove etnie diverse sono divise da un odio pregresso mai sepolto con il passare degli anni; consideriamo poi che proprio ai confini che la Turchia ha con la Siria e lo stesso Iraq, dove la stragrande maggioranza della popolazione è di origine curda, vige tuttora una tradizione altamente disumana, quella degli “omicidi di onore” di donne colpevolizzate di avere infangato il buon nome della famiglia solamente per aver osato di rivolgere un solo sguardo ad uno sconosciuto.Comportamento questo ritenuto gravissimo in quanto integrante un vero e proprio “atto di ribellione” nei confronti della famiglia di appartenenza.Il tutto anche se è di questi tempi che il governo turco, dietro pressanti inviti giunti da Bruxelles, ha inasprito le pene contro i “delitti d’onore”; ma, ciò nonostante, parrebbe che questa pratica indegna di ogni Paese civile non sia stata nella pratica del tutto sradicata.E del tutto sintomatico come un conto sia cambiare una legge ed un altro sia quello di poter cambiare la mentalità di una popolazione ottenebrata da antiche tradizioni misogine; prova ne sia che se da un lato sono statisticamente diminuiti gli omicidi, dall’altro sono aumentati i suicidi di quelle che vengono definite “vergini suicide, ragazze che si tolgono la vita su pressione della propria amorevole famiglia.Almeno così ci raccontano le fonti di stampa turca.Anche se da noi i casi di suicidi – omicidi non sono rarissimi, ma in altri campi e per motivi differenti !
Potrei anche sbagliare ma so che all’interno del Partito cui appartengo, seguendo tutte le sue evoluzioni, sin da oltre mezzo secolo vi sono molti che la pensano come me.
Fatevi un esame di coscienza anche voi.

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