martedì, maggio 08, 2007

Meocci, la RAI e noi poveracci

UN PERSONAGGIO PER TUTTE LE STAGIONI
Alfredo Meocci


Il nuovo Direttore Generale della RAI deve essere Meocci, ebbe ad ordinare il re delle Antenne; ed i suoi fedeli e servizievoli scudieri eseguirono alla lettera l’ultimatum del loro sovrano nonostante questo candidato unico inamovibile fosse ineleggibile.
Ma ci si chiese, come mai ancora il Meocci, proprio lui e non un altro pur appartenente alla cordata berlusconiana ?
Per fregare Cattaneo, altro pupillo reale caduto presto in disgrazia.
Gente che va, gente che viene nonostante che il Meocci Alfredo fosse stato in precedenza, nel periodo andante dal 1998 al 2005, un componente della Authority per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) sotto la cui sorveglianza è appunto la RAI.
Non è uno sfizio, quello del re sì però, o una rappresaglia della sinistra ma una precisa norma della legge 481 del 14 novembre 1995 approvata ancor prima di questa pagliacciata voluta ed imposta da Sua Antenna reale, la quale, all’art. 2 punto 9, così recita:
“ Per almeno quattro anni dalla cessazione dell’incarico i componenti delle Autorità non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con le imprese operanti nel settore di competenza; la violazione di tale divieto è punita, salvo che il fatto costituisca reato, con una sanzione pecuniaria pari, nel minimo, alla maggiore somma tra 50 milioni di lire e l’importo del corrispettivo percepito e, nel massimo, alla maggiore somma tra 500 milioni di lire e l’importo del corrispettivo percepito. All’imprenditore che abbia violato tale divieto si applica la sanzione amministrativa pecuniaria pari allo 0,5 per cento del fatturato e, comunque, non inferiore a 300 milioni di lire e non superiore a 200 miliardi di lire, e, nei casi più gravi o quando il comportamento illecito sia stato reiterato, la revoca dell’atto concessivo o autorizzativo. I valori di tali sanzioni sono rivalutati secondo il tasso di variazione annuo dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati rilevato dall’ISTAT”.
Che il centrodestra, ben fornito da una fitta schiera di esimi avvocati, compresi i molti di casa
reale, sconoscesse questa norma appare lecito dubitarne; ma cosa ci si poteva aspettare da quella sorta di governance in cui un parlamentare, difensore di fiducia in un processo che vedeva imputato il premier, scrive di tutta fretta una legge fatta approvare di corsa dal Parlamento dai fidi deputati, rimandata indietro senza firma dall’allora Capo dello Stato perché puzzava d’incostituzionalità, con pervicacia rimandata alla firma dopo aver cambiato qua e là qualche virgola, per salvarlo ? Ed incostituzionale lo era, almeno in parte, proprio quel punto che, per puro caso, risolveva il problema reale; non vale che poi il premier sia stato assolto sebbene che un altro suo amicone è stato condannato con sentenza definitiva per aver corrotto, non certo per un proprio interesse, qualche giudice, così per sport, visto che frequentava un circolo romano di canottieri.
Allora, ritornando al nostro Meocci, nonostante quella norma lo “sconsigliasse”, questo signore, ex DC poi ex CCD poi qual irrequieto emissari confluito nel calderone dell’Udc, viene eletto Direttore Generale della RAI con i voti di questi consiglieri facenti parte del
Consiglio di amministrazione:
Giuliano Urbani (FI), Marco Staderini
(UDC), Gennaro Malgieri (AN), Angelo Maria Petroni (di area AN) e Giovanna Bianchi Clerici (Lega)
Mentre contrari sono stati i consiglieri espressione del centrosinistra.
Questa nomina non poteva che suscitare gli alleluia di alcuni ministri e deputati di non provate capacità intellettive perché, a fronte di una nomina illegale, ecco che spudoratezza:
1. Landolfi, AN, ministro delle comunicazioni: “Ti senti al settimo piano o al settimo cielo?” Scambio di battute puerili e promessa del Meocci al ministro che avrebbe lavorato “nell’esclusivo interesse dell’azienda”. Senza tuttavia precisare di quale azienda si trattasse.
2. Buttiglione, UDC – ministro per i Beni Culturali - “Meocci, soluzione di alto profilo”. Guardando la sua foto non parrebbe che occhi e naso siano sulla fronte, il profilo, in quanto a lineamenti sembrerebbe, almeno all’apparenza, del tutto normale.
3. Follini, - leader dell’UDC, nel 2005 non si turava ancora il naso – “Meocci porterà qualità di equilibrio e saggezza” da acrobata.
4. Martusciello - vice ministro Beni Culturali- “La nomina di Meocci è motivo di grande soddisfazione”.
5. Mastella – allora, come adesso, un po’ di qua e un po’ di là, in attesa che gli passi sotto il naso la balena bianca: “A Meocci auguri di buon lavoro”. Il futuro ministro della Giustizia beh, lasciamo andare.
Tra i commenti contrari le cronache ebbero a riportare quelli della Melandri – “La nuova azienda ha addosso le impronte digitali del premier” – e come darle torto, di Gentiloni e Giulietti i quali prevedevano, da buoni profeti, come sarebbe andata a finire.
A farla corta, l’Authority, accertata e dichiarata l’incompatibilità del Meocci , multa la RAI per 14,3milioni di euro ed il Meocci a 363 mila euro.
La decisione invece di calare a danno dei contribuenti sarebbe stato giusti accollarla a quei cinque personaggi di cui sopra per palese incapacità di esistere moralmente.
Ma proprio nessuno conosceva quella norma impeditivi più volte sollevata come eccezione dai consiglieri del centrosinistra nel corso della riunione che vide eletto il Meocci ?
Certo che lo sapevano ma….il volere reale garantiva loro, a quel tempo, ogni impunità


Il TAR del Lazio conferma la decisione dell’Authority ed il Consiglio di Stato, in ultima istanza, rigettò il ricorso RAI.
Ma, in fondo, di che vi lamentate afferma il Meocci; è una partita di giro in quanto la multa è stata pagata dalla RAI alla Tesoreria di Stato e siccome la RAI è statale, allora dov’è il danno procurato ?
Bel tipo.
Intanto, alla fine di questo discorso, c’è la notizia della richiesta di rinvio a giudizio dei 5 consiglieri dell’ave Meocci da parte del PM dr. Adelchi D’Ippolito per abuso d’ufficio continuato ed aggravato – a causa della multa di notevole entità che andrà a gravare su tutto noi.
Il GUP Giorgio Maria Rossi a decidere in merito alla richiesta del PM.
Chissà se il ministro Mastella provvederà, secondo sua usanza, ad inviare anche a Roma, come ha fatto in più occasioni per quella di Potenza, gli ispettori a ravanare in Procura capitolina – il viaggio è alquanto breve - oppure si vergogna per quello che ha detto nel 2005 ?


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