LE ELEZIONI
e
e
I VARI SISTEMI ELETTORALI
Parte I^
PREMESSA
E’ un tema d’attualità in quanto da mesi se ne discute nelle sedi parlamentari, ma anche tra noi elettori, poichè la legge “porcellum”, redatta dal ministro Calderoni ed approvata nella precedente legislatura dalla sola compagine di centrodestra, messa alla prova dell’ultima competizione elettorale dello scorso anno, si è rivelata da un lato un boomerang nei confronti di chi la volle, andando a creare, a conti fatti, delle anomalie allora non considerate in quanto la ex maggioranza governativa riteneva di poterle superare positivamente e con un certo margine rispetto alla coalizione di centrosinistra e dall'altro una assai risicata maggioranza al Senato da parte di chi l'elezioni le ha vinte.
Però così non avvenne e quella legge si rivelò inadatta a costituire una compagine governativa stabile per tutto l’arco del mandato quinquennale.
Se ne discute in giro, spesso a vanvera, anche perché la delicatezza della materia consiglierebbe a tutti noi di avere in mano un qualcosa di chiaro su cui discutere per poi, al momento opportuno, poter valutare quel sistema più confacente in rapporto alla situazione politica esistente oggi in Italia, spaccata su quasi tutte le scelte a metà.
La discussione e la scelta tra i vari sistemi di una legge elettorale dovrebbero essere univoche in quanto in ballo non ci sono interessi elettorali di parte bensì, unicamente, almeno così dovrebbe essere, quelli di tutti gli italiani, da qualunque parte pendano politicamente.
Vedrò di chiarire la situazione, andando anche a ritroso nel tempo per fare un’ampia panoramica della storia delle varie leggi emanate in questa delicata materia.
Aggiungo, inoltre, che probabilmente sarebbe anche il caso di avere una sola legge generale che, con le opportune modifiche, valesse tutte le elezioni, anche per le comunali, provinciali e regionali e queste ultime eguali per tutte, anche per quelle cinque regioni a Statuto speciale.
La sensazione, conversando con molti concittadini – il bello di vivere in un paese divenuto città mantenendo tutti quei rapporti interpersonali e di reciproca solidarietà propri di quella che fu la civiltà agricola di un tempo passato poi convertitasi per necessità in quella industriale, senza tuttavia acquisirne i difetti – è quella che quasi all’unisono tutti vorrebbero rientrare in possesso del diritto di poter scegliere con il voto di preferenza il candidato che più aggrada nonché l’introduzione dell’elezione diretta del premier, con l’eventuale doppio turno nel caso non superasse il 50 % in prima istanza, ed un premio di maggioranza per il vincitore. Si eviterebbe così che un solo deputato o senatore possa far cadere un governo !
In tal modo non ci sarebbe neanche bisogno di ricorrere a sbarramenti di sorta.
Per il Senato federale, che darebbe più fiato alle autonomie regionali, bisognerebbe mettere mano ad una modifica della Costituzione attraverso la particolare procedura di approvazione prevista dalla stessa Carta.
Ma, a questo punto, a mio modo di vedere, bisognerebbe contemporaneamente porre fine agli Statuti Speciali, quanto meno a quelli della Sardegna e Sicilia, non essendovi più le motivazioni che spinsero i costituenti a concederle; quelli delle 3 Regioni ove è previsto il bilinguismo – Friuli – Venezia Giulia,Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta potrebbero rimanere tali sia pure con più limitate competenze riguardo ad alcune materie che nelle altre 15 regioni sono di esclusiva competenza dello Stato.
I SISTEMI ELETTORALI
Sono l’insieme delle norme sostanziali e procedurali che determina il modo di votare da parte degli elettori nelle competizioni elettorali e, ad urne chiuse, una volta espletate tutte le operazioni conseguenti – spoglio delle schede, trasmissione dei verbali alle competenti Autorità giudiziarie (Corti d’Appello) ed amministrative (Prefetture), attribuzione dei seggi e nomina degli eletti.
In buona sostanza la volontà dell’elettore esplicitata attraverso la scheda è tradotta in seggi di questo o quel partito, di questa o quella coalizione a seconda del sistema di voto vigente.
Ogni sistema elettorale ha, quindi, delle finalità:
- il configurare, secondo la volontà degli elettori, delle Assemblee;
- la possibilità, da parte degli eletti, di costituire la base per la formazione di un Governo secondo procedure stabilite dalla nostra Costituzione.
Stiamo constatando giorno dopo giorno, a causa di alcuni eclatanti episodi accaduti in Senato posti in essere da senatori dell’opposizione, come l’ultima legge elettorale non abbia garantito alla maggioranza di avere come rappresentanza quel margine numerico di senatori tale da garantire un margine di stabilità.
Avverso il “porcellum” si stanno raccogliendo le firme per un Referendum popolare abrogativo che dovrà, una volta presentato presso la Corte di Cassazione, avere anche un giudizio preventivo sulla sua rispondenza ai dettami costituzionali da parte della Consulta, la garanzia di una maggioranza cioè, per meglio dire, una certa stabilità.
I sistemi elettorali più adottabili nei vari Paesi “democratici” possono essere quattro:
1- uninominali;
2- plurinominali;
3- maggioritari;
4- proporzionali.
Li esamineremo nella seconda parte.
Parte I^
PREMESSA
E’ un tema d’attualità in quanto da mesi se ne discute nelle sedi parlamentari, ma anche tra noi elettori, poichè la legge “porcellum”, redatta dal ministro Calderoni ed approvata nella precedente legislatura dalla sola compagine di centrodestra, messa alla prova dell’ultima competizione elettorale dello scorso anno, si è rivelata da un lato un boomerang nei confronti di chi la volle, andando a creare, a conti fatti, delle anomalie allora non considerate in quanto la ex maggioranza governativa riteneva di poterle superare positivamente e con un certo margine rispetto alla coalizione di centrosinistra e dall'altro una assai risicata maggioranza al Senato da parte di chi l'elezioni le ha vinte.
Però così non avvenne e quella legge si rivelò inadatta a costituire una compagine governativa stabile per tutto l’arco del mandato quinquennale.
Se ne discute in giro, spesso a vanvera, anche perché la delicatezza della materia consiglierebbe a tutti noi di avere in mano un qualcosa di chiaro su cui discutere per poi, al momento opportuno, poter valutare quel sistema più confacente in rapporto alla situazione politica esistente oggi in Italia, spaccata su quasi tutte le scelte a metà.
La discussione e la scelta tra i vari sistemi di una legge elettorale dovrebbero essere univoche in quanto in ballo non ci sono interessi elettorali di parte bensì, unicamente, almeno così dovrebbe essere, quelli di tutti gli italiani, da qualunque parte pendano politicamente.
Vedrò di chiarire la situazione, andando anche a ritroso nel tempo per fare un’ampia panoramica della storia delle varie leggi emanate in questa delicata materia.
Aggiungo, inoltre, che probabilmente sarebbe anche il caso di avere una sola legge generale che, con le opportune modifiche, valesse tutte le elezioni, anche per le comunali, provinciali e regionali e queste ultime eguali per tutte, anche per quelle cinque regioni a Statuto speciale.
La sensazione, conversando con molti concittadini – il bello di vivere in un paese divenuto città mantenendo tutti quei rapporti interpersonali e di reciproca solidarietà propri di quella che fu la civiltà agricola di un tempo passato poi convertitasi per necessità in quella industriale, senza tuttavia acquisirne i difetti – è quella che quasi all’unisono tutti vorrebbero rientrare in possesso del diritto di poter scegliere con il voto di preferenza il candidato che più aggrada nonché l’introduzione dell’elezione diretta del premier, con l’eventuale doppio turno nel caso non superasse il 50 % in prima istanza, ed un premio di maggioranza per il vincitore. Si eviterebbe così che un solo deputato o senatore possa far cadere un governo !
In tal modo non ci sarebbe neanche bisogno di ricorrere a sbarramenti di sorta.
Per il Senato federale, che darebbe più fiato alle autonomie regionali, bisognerebbe mettere mano ad una modifica della Costituzione attraverso la particolare procedura di approvazione prevista dalla stessa Carta.
Ma, a questo punto, a mio modo di vedere, bisognerebbe contemporaneamente porre fine agli Statuti Speciali, quanto meno a quelli della Sardegna e Sicilia, non essendovi più le motivazioni che spinsero i costituenti a concederle; quelli delle 3 Regioni ove è previsto il bilinguismo – Friuli – Venezia Giulia,Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta potrebbero rimanere tali sia pure con più limitate competenze riguardo ad alcune materie che nelle altre 15 regioni sono di esclusiva competenza dello Stato.
I SISTEMI ELETTORALI
Sono l’insieme delle norme sostanziali e procedurali che determina il modo di votare da parte degli elettori nelle competizioni elettorali e, ad urne chiuse, una volta espletate tutte le operazioni conseguenti – spoglio delle schede, trasmissione dei verbali alle competenti Autorità giudiziarie (Corti d’Appello) ed amministrative (Prefetture), attribuzione dei seggi e nomina degli eletti.
In buona sostanza la volontà dell’elettore esplicitata attraverso la scheda è tradotta in seggi di questo o quel partito, di questa o quella coalizione a seconda del sistema di voto vigente.
Ogni sistema elettorale ha, quindi, delle finalità:
- il configurare, secondo la volontà degli elettori, delle Assemblee;
- la possibilità, da parte degli eletti, di costituire la base per la formazione di un Governo secondo procedure stabilite dalla nostra Costituzione.
Stiamo constatando giorno dopo giorno, a causa di alcuni eclatanti episodi accaduti in Senato posti in essere da senatori dell’opposizione, come l’ultima legge elettorale non abbia garantito alla maggioranza di avere come rappresentanza quel margine numerico di senatori tale da garantire un margine di stabilità.
Avverso il “porcellum” si stanno raccogliendo le firme per un Referendum popolare abrogativo che dovrà, una volta presentato presso la Corte di Cassazione, avere anche un giudizio preventivo sulla sua rispondenza ai dettami costituzionali da parte della Consulta, la garanzia di una maggioranza cioè, per meglio dire, una certa stabilità.
I sistemi elettorali più adottabili nei vari Paesi “democratici” possono essere quattro:
1- uninominali;
2- plurinominali;
3- maggioritari;
4- proporzionali.
Li esamineremo nella seconda parte.
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